Come previsto, il Regno Unito si sta organizzando per introdurre il suo sistema Eta (Electronic Travel Authorisation).
Il sistema di visti elettronici sarà simile al modello
ESTA americano previsto per chi viaggia per turismo negli USA.
L’
autorizzazione dovrebbe diventare operativa a partire da
ottobre 2023 per i visitatori degli Stati del Golfo alleati di Londra, a partire dal Qatar.
I successivi saranno Bahrain, Kuwait, Oman, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania.
Da
febbraio 2024 sarà richiesto a
tutti i viaggiatori, anche per viaggi occasionali e soggiorni di breve durata.
La procedura semplificherà l’ingresso nel Regno Unito per i viaggiatori dei Paesi che già avevano necessità del visto.
Ma sarà una novità per i
visitatori provenienti dall'Europa e da altre nazioni, come l'
America e l'
Australia, che non hanno attualmente bisogno di presentare alcuna
forma di domanda per visitare il Paese.
I Paesi dell’Ue (Italia inclusa) non sono più coperti dalla
libertà di movimento automatica entro i confini britannici in base alle restrizioni del dopo Brexit.
L’Ue ha definito il piano per il
Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias) per i visitatori del Regno Unito dopo la
Brexit.
Il programma
rafforzerà ulteriormente il confine, garantendo che vengano condotti severi controlli di sicurezza su ogni visitatore prima del viaggio.
Il processo di candidatura prevede:
- un modulo online da compilare, con dettagli biometrici e una serie di "domande di idoneità”
- permetterà di effettuare più visite nel Regno Unito per un periodo di validità di due anni
- un costo di 7 euro
La richiesta, per la maggior parte dei casi, potrà essere fatta attraverso un’
app telefonica e il rilascio del
visto dovrebbe essere immediato, salvo dinieghi motivati.
Il
settore turistico teme che la
nuova burocrazia causerà
ritardi ed intoppi, senza contare che non è ancora noto:
- con quanto anticipo i visitatori potranno fare domanda
- se il modulo di domanda sarà disponibile in lingue diverse dall'inglese
La Brexit
Nel 2016 si è tenuto nel Regno Unito il
referendum che chiedeva agli elettori britannici di votare se restare o meno nell’Unione Europea.
Con il 52% la scelta è stata a favore dell’uscita, da cui il nome: BRitain + EXIT.
Se da una parte gli ultimi anni hanno visto manifestazioni di dissenso da parte del popolo e di alcuni politici per questa divisione, non va dimenticato l’inizio.
Fin dal 1973, anno di adesione del Regno Unito all’allora CEE (Comunità Economica Europea), i rapporti fra le due sono sempre stati tesi e mai completamente accettati.
Dopo un annuncio formale di ritiro da parte del governo britannico e una successiva rettifica di questo, il 31 gennaio 2020 il Regno Unito ha lasciato l’UE.
Un periodo di transizione, conclusosi a fine 2020, ha portato a complesse
conseguenza che si stanno ancora assestando.
Come si legge sul
sito della Commissione Europea, “il recesso del Regno Unito dall'UE, dal
mercato unico e dall'
unione doganale ha creato
ostacoli al commercio e agli
scambi transfrontalieri che non esistevano prima del 1° gennaio 2021.”