Più arrivi, meno presenze: nel 2015 è aumentato il numero totale di viaggiatori (9,4 milioni, +5,1%) mentre i pernottamenti, ossia le presenze, sono in calo (-4,3%).
Quest’ultima voce si riferisce però non solo alle tradizionali tipologie di strutture ricettive, ma comprende anche chi viene ospitato da amici o parenti durante il soggiorno in regione.
Durata del viaggio e spesa media: con riferimento ai soli viaggiatori stranieri che hanno pernottato in regione, la durata media del viaggio risulta in lieve aumento rispetto al 2014: 3,9 giorni contro 3,6 (la media nazionale è di 6,5 giorni).
Sale anche la spesa media pro capite giornaliera degli stranieri che si fermano in regione, che passa da 73 a 77 euro.
Anche in questo caso la media nazionale è decisamente più elevata ed è pari a 102 euro nel 2015, contro i 100 dell’anno precedente.
Il turismo straniero in Italia
Nel 2015 le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a circa 35,8 miliardi, sono aumentate del 4,5% rispetto al 2014, confermando la dinamica positiva che ha caratterizzato gli anni recenti (nel 2011 gli introiti complessivi non raggiungevano i 31 miliardi).
Sempre nel 2015 le spese degli italiani all’estero, 22 miliardi, sono cresciute in misura minore (+1,5%). La bilancia ha pertanto registrato un avanzo di 13,7 miliardi, in crescita rispetto ai 12,5 dell’anno precedente (+9,6%).
Se a livello internazionale il 2015 è stato un anno difficile, l’industria turistica italiana ha invece registrato buoni risultati, beneficiando anche dell’effetto Expo che ha caratterizzato buona parte dell’anno.
Provenienze
La spesa dei viaggiatori stranieri nel 2015 risulta in crescita in gran parte delle regioni (tra le principali eccezioni Emilia Romagna e Piemonte); la metà delle entrate provengono da viaggiatori originari di soli cinque paesi: Germania (15,3%), Usa (12,2%), Francia (9,9%), Regno Unito (8,2%) e Svizzera (6,6%).
Nell’ultimo biennio appaiono in ripresa i flussi provenienti dall’Ue (in particolare dalla Germania), ma anche da paesi extracomunitari come Stati Uniti, Canada e Brasile.
In netto calo invece quelli provenienti dalla Russia (da 1,4 a 0,9 miliardi), evidentemente a causa della delicata situazione internazionale che ha avuto importanti riflessi anche a livello economico.
Fonte: ANSA e IRES