
Ammontano a
31 milioni le presenze in Italia legate al
cicloturismo nel corso del 2022.
Lo dice
l’Isnart, che ha presentato il
3° Rapporto Nazionale sul Cicloturismo in Italia, realizzato per l’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio e promosso con Legambiente.
Si tratta del
4% delle presenze totali realizzate in Italia.
Anche
l’impatto economico del fenomeno cicloturistico è rilevante.
La spesa per consumi turistici nei luoghi di vacanza generata dai cicloturisti è stimata per il 2022 in quasi
4 miliardi.
Il 2022 sta segnando, in particolare, un progresso dei cosiddetti cicloturisti “puri”, ovvero quei
turisti per i quali la bicicletta è una delle principali motivazioni di scelta della destinazione.
Si stimano per quest’anno 8,5 milioni di presenze turistiche.
“Il cicloturismo è un fenomeno che va analizzato e compreso in una logica di complementarità – ha dichiarato Roberto Di Vincenzo, presidente di Isnart -. Infatti, persino il cicloturista ‘puro’ non trascorre tutta la vacanza su due ruote ma si dedica a numerose attività per vivere il territorio.
Un turista che predilige il contatto con la natura, amante dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, molto attento a quell’insieme di valori legati alla sostenibilità economica, sociale e ambientale che rappresentano un patrimonio del turismo italiano su cui è vincente puntare e investire”.
Complessivamente, si osserva una maggiore
domanda di vacanza attiva, in cui l’uso della bici ha un ruolo primario.
Una tendenza su cui la pandemia ha agito da acceleratore stimolando la ricerca di
destinazioni meno note e forme di turismo più sostenibili e a maggior contatto con la natura.
L’identikit del cicloturista
Il cicloturismo è un fenomeno trasversale che accomuna
tutte le fasce di età̀.
La maggior parte dei cicloturisti “puri” appartiene alla generazione dei Millennial (il 41%) e alla Generazione X (il 30%).
Quindi, oltre i due terzi si collocano nella
fascia di età che va dai 26 ai 57 anni.
Percentuali inferiori si registrano tra i giovanissimi (il 10% appartiene alla Generazione Z) e, ovviamente, tra i più̀ anziani (i baby boomers sono il 16%).
Per l’industria della ricettività turistica, rileva Isnart, si tratta di una
tipologia di clienti molto ricercata.
Un cicloturista “puro” italiano spende in media 95 euro per il viaggio, mentre un cicloturista straniero arriva a spenderne 215.
Per l’alloggio, invece, l’italiano spende in media 48 euro al giorno contro i 59 di chi proviene dall’estero.
A ciò si aggiungono le spese accessorie: 70 euro gli italiani e 68 gli stranieri.
Fonte:
Legambiente