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Bitcoin: ecco chi è Satoshi Nakamoto

Bitcoin: ecco chi è Satoshi Nakamoto
Dopo anni di speculazioni sull’identità del creatore della criptomoneta bitcoin, noto da sempre come Satoshi Nakamoto, sembra arrivata la svolta: l’imprenditore e informatico australiano Craig Steven Wright, chiamato in causa già nel 2015 da Wired e da Gizmodo, si è identificato come il creatore della valuta, pur riconoscendo il contributo di altri all’operazione. https://youtu.be/SdgTSSPnGs4
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Le rivelazioni di Wright, pubblicate in un post, sono state poi confermate alla Bbc, all’Economist e a Gq. Secondo quanto scrive la Bbc, altri membri di spicco della comunità di bitcoin hanno confermato le affermazioni e in un confronto con la testata, Wright ha firmato digitalmente dei messaggi usando dei codici crittografati creati durante i primi giorni dello sviluppo della criptomoneta. Più cauto appare invece l’Economist, secondo cui Wright potrebbe essere “il signor Nakamoto, ma permangono pesanti domande” date dall’impossibilità di provare i fatti oltre “ogni ragionevole dubbio”. Detto con le parole del magazine britannico, se il dna basta per la paternità di un bambino, in questo caso le cose non sono così semplici. L’Economist si chiede anche cosa sia cambiato rispetto a qualche mese fa, quando Wright non aveva ribattuto alle prime speculazioni sul suo conto e scrive che i fatti che seguiranno potranno in parte confortare le odierne rivelazioni, oltre a riaprire il dibattito interno alla comunità della moneta, divenuta col tempo “più grande dello stesso Mr Nakamoto”. Alcuni ricercatori ritengono che Nakamoto/Wright possegga sino circa un milione di bitcoin, pari a 440 milioni di dollari. A differenza di valute come euro e dollaro, i bitcoin non sono amministrati da una banca centrale, ma generati da una rete di migliaia di computer in tutto il mondo e sono basati su un sistema aperto (open source). Accettati già da migliaia di siti e persino da negozi ''reali'' come sistema di pagamento, i bitcoin (al momento si ritiene ce ne siano in circolazione 15,5 milioni) vengono impiegati anche in cambio di servizi, (ad esempio il pagamento dei taxi), di merci o di altre valute. In un’intervista alla Bbc, l’imprenditore australiano afferma di essere stato di fatto la mente dell’operazione, ma di essere stato aiutato anche da altri. Una scelta, quella di uscire alla scoperto, fatta non per la fama o per particolari secondi fini ma per tutelare la privacy di quanti gli sono vicini e “per essere lasciato in pace”. https://youtu.be/5DCAC1j2HTYMa cosè il bitcoin? Ecco una sintesi tratta da Wikipedia (enciclopedia digitale)
- A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione di proprietà dei bitcoin.
- La rete Bitcoin consente il possesso e il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer sotto forma di "portafoglio" digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili a una banca. In ogni caso, i bitcoin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un "indirizzo bitcoin". La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile a qualunque autorità, governativa o meno, il blocco della rete o la svalutazione dovuta all'immissione di nuova moneta.
- A differenza delle valute a corso legale, i bitcoin hanno la caratteristica che nessuno può controllarne il valore a causa della natura decentralizzata del metodo di creazione della valuta. In Bitcoin la quantità di valuta in circolazione è limitata a priori, inoltre è perfettamente prevedibile e quindi conosciuta da tutti i suoi utilizzatori in anticipo. L'inflazione da valuta in circolazione non può quindi essere utilizzata da un ente centrale per ridistribuire la ricchezza tra gli utenti.
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I trasferimenti sono definiti come un cambio di proprietà della valuta, e vengono effettuati senza la necessità di un ente esterno che debba fare da supervisore tra le parti. Tale modalità di interscambio rende impossibile annullare la transazione e quindi riappropriarsi delle monete che hanno cambiato di proprietà. Il client Bitcoin trasmette la transazione ai suoi nodi più vicini che a loro volta propagano il pagamento attraverso la rete. Transazioni invalide o fraudolente vengono rifiutate dai nodi onesti. Le transazioni sono fondamentalmente gratuite, ma è previsto il pagamento di una commissione in modo da aumentare la priorità di gestione della transazione dai vari nodi.
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Il numero totale di bitcoin tende asintoticamente al limite di 21 milioni. La disponibilità di nuove monete cresce come una serie geometrica ogni 4 anni; nel 2013 è stata generata metà delle possibili monete e per il 2017 saranno i tre quarti. All'avvicinarsi di quella data e ipotizzando che la richiesta di bitcoin crescerà più che proporzionalmente rispetto alla disponibilità degli stessi, i bitcoin probabilmente subiranno una deflazione nel valore (cioè un aumento del valore reale) dovuta alla scarsità di nuova moneta. In ogni modo i bitcoin sono divisibili fino all'ottava cifra decimale (con un totale quindi di 2,1·1015 unità), permettendo un completo aggiustamento del valore in un ambiente deflazionistico. Secondo gli sviluppatori, in un ambiente con scarsità di bitcoin i nodi anziché finanziarsi con la creazione di nuovi bitcoin trarranno profitto dalla loro capacità di effettuare le transazioni, competendo quindi sui prezzi e mantenendoli bassi. Fonte: Wired - Repubblica - BBC - Wikipedia