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Vocalia: domani gran finale con Finardi, oggi tutto esaurito per Tuck & Patti a Maniago (PN)
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Sarà Eugenio Finardi con un progetto particolare dedicato al blues, sua grande passione, a chiudere sabato la settima edizione del festival internazionale di musica Vocalia promosso dal Comune di Maniago insieme all’Ert e dedicato, quest’anno al tema Canzoni raccolte. Prima di lui, domani sera, nel Teatro Verdi della città dei coltelli, per un concerto che si annuncia straordinario (già tutto esaurito da qualche giorno) Tuck and Patti., un duo unico e strabiliante che fa della semplicità l’arma disarmante del proprio virtuosismo. Coinvolgenti, naturali, appassionati, Tuck & Patti conquistano il pubblico già dall’ingresso sul palco, lui con la tecnica finger da record, lei con quella voce che ha il timbro di Ella Fitzgerald, con l’aggiunta della vocalità soul più calda e magica che il jazz abbia mai conosciuto. Nel loro repertorio figurano classici divenuti epocali nella loro versione come Time after Time di Cindy Lauper, Close To You di Burt Bacharach, o Up On The Roof di Carol King. Tuck Andress è un chitarrista radicato nel fertile terreno blues e country del Sud-Ovest (è originario di Tulsa, Oklahoma). Patti Cathcart, creatura di San Mateo, nell'area del San Francisco, ha conosciuto esperienze formative tra rock'n'roll e Rhythm &Blues, in particolare alcuni mesi (gli ultimi di vita del grande bluesman) trascorsi con la band di T-Bone Walker. Sposati nella vita e nella carriera, da oltre vent’anni regalano emozioni impareggiabili. Sabato 19 maggio, sempre alle 21, Vocalia chiude con Anima Blues, il nuovo progetto di Eugenio Finardi – che proprio in questi giorni ha pubblicato un cofanetto che racchiude i suoi 30 anni di carriera - creato insieme al giovanissimo chitarrista romano Massimo Martellotta e a due vecchie volpi come Pippo Guarnera e Vince Vallicelli: un personalissimo percorso nella storia ma soprattutto nei territori meno esplorati del genere. Un progetto che ha cominciato a prendere forma nel febbraio 2004, quando Eugenio ha ritrovato, a Forlì, i vecchi compagni di viaggio Guarnera e Vallicelli per qualche giorno di prove finalizzate ad una mini tournée di Blues organizzata dallo stesso Vince. E alla chitarra c’era Massimo Martellotta, giovane chitarrista romano il cui talento per il blues non era sfuggito a Finardi… Il risultato è stato entusiasmante, e con il Blues, che è sempre stato il segreto rifugio della sua metà americana (per parte di madre), Eugenio ha ritrovato la vena compositiva e la voglia di suonare la chitarra elettrica: “Alla mia età di solito ci si aggrappa alla giovinezza comprandosi, potendo, una Porsche o un’Harley, magari facendosi l’amante ventenne. Io ho deciso di comprarmi le chitarre che sognavo a 16 anni e di liberare, finalmente, il blues che avevo dentro. quello che suonavo prima… di Finardi”. Originalissimo, dunque, questo “Anima blues” già nell’inusuale formazione: Hammond, due chitarre e batteria, curatissimo nelle timbriche calde degli strumenti vintage, “Anima Blues” ha al suo centro la straordinaria voce ma soprattutto l’intensità di sentimento di un Finardi trasfigurato. Particolare anche la scaletta che – anche se non mancherà qualche celebre pezzo di Finardi, brani che hanno segnato la sua e un po’ anche la nostra vita - spazia dai classicissimi “Little Red Rooster” e “Spoonful” a “The House of the Risin’ Sun” e un omaggio ai Free con “Woman” passando per escursioni nel Second Line di New Orléans o in accenni di puro soul! Il tutto affrontato in maniera traversa e inusuale che rende nuovi anche i classici più esplorati come “Hoochie Coochie Man”. Novità che caratterizza anche le sonorità di Martellotta, chitarrista emozionante e ricco di fraseggi e tonalità sorprendenti mentre la ritmica è affidata al groove della batteria di Vallicelli e alla solida “dancing left hand”, la mano sinistra con la quale Pippo Guarnera intreccia le sue danzanti linee di basso mentre la destra dialoga con i solisti. Icona della canzone impegnata, del rock d’autore ideologico, “Anima Blues” raccoglie il blues più caro all’artista, quello più incastrato nella sua anima combattuta. Lontano dallo star system, Finardi impersona il carattere del musicista davvero indipendente, ribelle, per usare un termine e lui caro, fuori dal coro, ma assolutamente incisivo. Fonte: Ufficio Stampa - Teatro Comunale Giuseppe Verdi Pordenone VEDI EVENTOTuck & Patti - One For All