E' stata pubblicata ieri sulla prestigiosa rivista scientifica americana Proceedings of the National Academy of Sciences la scoperta eccezionale che individuerebbe la sede originaria di Tergeste sul colle di San Rocco, lambito dal torrente Rosandra e non distante dalla parte più protetta della baia di Muggia.
L'antica Tergeste si sarebbe sviluppata da un grande campo militare romano risalente ai primi decenni del secondo secolo prima di Cristo e scoperto, insieme ad altri due forti, di dimensioni più ridotte, da un team interdisciplinare di scienziati cooordinato da Ictp e Centro Fermi di Roma. Ritrovamenti di portata straordinaria perchè il sistema di fortificazioni, probabilmente costruito durante la guerra romana contro gli Istri (178-177 avanti Cristo), è uno dei più antichi esempi di architettura militare romana finora conosciuti. E non solo per Trieste.
La presentazione si è tenuta stamane (17.03.2015, ndr) nella sede del Museo d'Arte Orientale di Trieste, alla presenza del Sindaco Roberto Cosolini, di Ferdinando Quevedo direttore dell'ICTP, di Federico Bernardini, scienziato dell'ICTP e del Centro Fermi di Roma, che assieme a Claudio Tuniz ha lavorato con i colleghi delle Università di Trieste e di Udine (Giacomo Vinci, Angelo De Min, Davide Lenaz, Michele Pipan, Emanuele Forte e Stefano Furlani) e in stretta collaborazione con numerose istituzioni, tra cui l'Istituto di Archeologia dell'Accademia Slovena delle Scienze e delle Arti, la Soprintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia e la locale Comunella Jus Vicinia Srenja Bolliunz Comune, che ha appoggiato e favorito le ricerche nei siti inclusi nelle loro proprietà.
“Voglio manifestare grande soddisfazione e vivo apprezzamento per questa scoperta dal valore straodinario da parte di tutta la città e mia personale – ha affermato il Sindaco Cosolini - Ringrazio l'ICTP, la nostra Regione e tutti coloro che hanno collaborato in stretta sinergia per ottenere questi risultati scientifici di alto livello che contribuiranno nei campi più svariati a migliorare la qualità della vita della città assieme all'inestimabile valenza delle radici della nostra storia guardando al futuro”.
Il direttore dell'ICTP Quevedo, ringraziando il Sindaco per l'ospitalità in una sala che non poteva essere la più consona per questa presentazione, e tutti i colleghi dell'Università di Trieste di Udine, ha rimarcato l'importanza del lavoro di ricerca e i numerosi successi finora raggiunti grazie alla stretta collaborazione interdisciplinare fra i vari enti.
“Cinque mesi fa ho ricevuto dal Sindaco Cosolini – che ringrazio ancora - la cittadinanza onoraria di Trieste per il contributo scientifico nel campo della ricerca. Oggi, a breve distanza, non c'è modo migliore di ricambiare quel gradito riconoscimento con questa scoperta di grande interesse a livello internazionale”.
Federico Bernardini ha ribadito la valenza del lavoro interdisciplinare assieme alla collaborazione con la Comunella di Bolliunz che ha favorito le ricerche svolte sul territorio: “I risultati ottenuti sono l'esempio migliore dell'importanza di incrociare vari dati di sapere. Il Campo militare romano di San Rocco comprendeva un'area vasta più di 13 ettari – più grande di 13 campi di calcio - che era difesa da ampi bastioni e strategicamente situata molto vicino a uno dei porti naturali più protetti dell'Adriatico settentrionale. La tecnologia Lidar ci ha consentito di portare avanti le ricerche anche in presenza di vegetazione. L'aspetto importante è che sono stati messi in luce gli unici campi militari romani esistenti in Italia agli inizi del secondo secolo, i più antichi che si conoscano. Il ritrovamento del campo centrale più ampio, davanti alla Wartsila, rappresenta il luogo su cui si è poi sviluppata la prima Tergeste. Ipotesi confortata da fonti storiche (Strabone) e dai reperti in loco (ad esempio un chiodino di calzatura), pochi ma significativi. L'altro sito di dimensioni inferiori, è ubicato nella zona di Basovizza. Dal punto di vista scientifico sarebbe magnifico poter svolgere indagini più approfondite. Siamo solo all'inizio di un nuovo capitolo delle ricerche e della valorizzazione del territorio. Adesso si tratta di trovare i finanziamenti necessari per proseguire le ricerche in questi siti archeologici che, resi più visibili, sarebbero una fonte di forte richiamo turistico per tutto il territorio”.
Fonte: Comune Trieste
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