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Entrate turistiche in Italia vivaci (meno della Spagna, ma superiori alla Francia)
Il saldo della bilancia dei pagamenti turistica (entrate – uscite) è l’unica voce storicamente in attivo del conto corrente dell’Italia (nel 2016, pari allo 0,8% del Pil).
A farlo presente è Emanuele Breda della Banca d’Italia che ha recentemente illustrato, in occasione della XVIII Conferenza Ciset, i risultati del lavoro “Il turismo internazionale dell’Italia: recenti tendenze, domanda potenziale e confronto con i principali concorrenti europei”, redatto con Rita Cappariello e Valentina Romano.
Dopo una prolungata e intensa contrazione nel periodo successivo alla crisi globale del 2008-09, la quota dell’Italia sulle entrate turistiche mondiali si è ridotta a un ritmo meno intenso, attestandosi nel 2016 sul 3,4%. Tale andamento è dovuto anche all’accelerazione dal 2010 in poi, rispetto al decennio precedente, delle esportazioni italiane di servizi turistici, che hanno recuperato i livelli pre-crisi, risultando nel 2016 superiori di oltre un quinto rispetto al 2010 nella valutazione a prezzi correnti. La crescita delle entrate turistiche in Italia è stata meno vivace di quella registrata in Spagna, ma superiore a quella della Francia, che nel biennio 2015-16 ha risentito degli attacchi terroristici nel Paese.
Inoltre, dal 2010 le entrate turistiche dell’Italia a prezzi correnti sono cresciute quasi al ritmo della domanda proveniente dai tradizionali bacini geografici di riferimento. La dinamica risulta tuttavia molto differenziata a livello geografico: più sostenuta nel Sud e nelle isole – l’unica area dove le entrate sono cresciute più della domanda estera rivolta al territorio – e nel Nordovest, relativamente più contenuta nel Centro e nel Nordest. Il contributo del Mezzogiorno alle entrate turistiche complessive rimane tuttavia limitato e inferiore anche all’incidenza dell’area in termini di Pil.
Fonte: GV