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Appello di Fipe: stop agli allarmi meteo che danneggiano il turismo
Fipe dice basta e propone l'istituzione di un servizio meteo nazionale, come in tutti gli Stati europei tranne la Grecia e il nostro Paese. In parallelo chiede un Albo nazionale dei meteorologi per evidenziare la serietà dei professionisti.
"Ancora un weekend disastroso per il turismo, e tutto per colpa di previsioni che annunciavano maltempo e che si sono rivelate assolutamente sbagliate. È tempo di dire basta ai professionisti improvvisati della metereologia e al circolo vizioso del sensazionalismo".
Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi interviene con una nota a firma del vicepresidente vicario Aldo Mario Cursano su un tema di forte dibattito, quello delle previsioni metereologiche imprecise, tra le principali responsabili di molte mancate presenze turistiche: "Siamo consapevoli - prosegue Cursano - del fatto che la metereologia per sua stessa natura non è una scienza esatta, tuttavia, proprio per questo motivo, andrebbero evitati da parte degli operatori del settore allarmismi inutili che si rivelano estremamente dannosi per tutti, in primis per i cittadini che, ancora una volta, hanno rinunciato al mare, alla montagna e alla gita fuoriporta a causa di informazioni non corrette. Non bisogna infatti dimenticare che ormai la maggior parte della nostra clientela di riferimento organizza le proprie vacanze e weekend sulla base delle previsioni meteo, spesso consultando siti di informazione non adeguatamente qualificati, in mancanza di un servizio meteo nazionale di riferimento".
Fipe chiede l'attuazione di provvedimenti seri e concreti a beneficio di tutti, per evitare il ripetersi di situazioni che, come nel mese di giugno, hanno portato ad un rilevante danno economico per tutto il turismo, con 3 milioni di presenze in meno rispetto al 2015 e una perdita stimata da Fipe in 400 milioni di euro.
"Danni difficilmente recuperabili - prosegue Cursano -. È assolutamente giusto e legittimo anticipare allerte meteo sulla base di evidenze concrete, tuttavia, in mancanza di dati il più possibile certi, è controproducente alimentare un circolo vizioso fatto di allarmismi e terrorismo psicologico preventivo che purtroppo pervade molta informazione e di cui spesso gli stessi metereologi sono vittime".
Fonte: FIPE