Da mercoledì 5 a domenica 9 ottobre 2022 si terrà a Cervignano del Friuli (UD) il “Festival del coraggio”, che giunge al suo 5° anno.Incontri, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, concerti, mostre per riflettere sulle fragilità dell’oggi.
Simbolo di quest’edizione sarà la bussola.
Strumento che ci consente di non perdere l'orientamento, di ritrovare la direzione.
Non solo la via da percorrere, ma anche il cammino da intraprendere per perseguire obiettivi e desideri, personali e di comunità.
Moltissimi gli ospiti, fra cui:
Simonetta Gola, responsabile della comunicazione di Emergency;
lo psichiatra, sociologo e saggista Paolo Crepet;
Giulia Cicoli, una delle fondatrici di Still I rise;
Gino Castaldo, giornalista e critico musicale;
l'inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi;
il giornalista e scrittore Paolo Rumiz,
Olesja Jaremčuk, giornalista ucraina.
Tutti gli eventi saranno a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
Eventuali variazioni e aggiornamenti del programma saranno comunicati sul sito Festival del coraggio, sui social e tramite l’app “Municipium” del Comune di Cervignano del Friuli.
Altri eventi saranno:
della “Biblioteca del coraggio” in continuo aggiornamento sugli scaffali dalla biblioteca Zigaina
l'appuntamento con le “Vetrine coraggiose” di 24 esercizi commerciali che ospiteranno le gigantografie degli ospiti delle passate edizioni del festival e riserveranno una parte della vetrina ai lavori dei bambini delle scuole primarie della città, tutti dedicati al coraggio,
confermato il laboratorio di Teatro partecipato ideato e diretto dall’attrice e regista Rita Maffei e prodotto da CSS Teatro stabile di innovazione del FVG. Quest'anno sarà la volta di “Comizi d’amore”, prendendo spunto dal docufilm di Pier Paolo Pasolini.
«Quella che presentiamo – ha sottolineato Mauro Daltin, direttore artistico del Festival - è un’edizione che vuole mettere le mani dentro i problemi del mondo, i luoghi difficili del pianeta, ha l’ambizione di ripensare al nostro territorio collegato con l’Europa. Ripensarci centro. […] vuole essere un momento per fermarsi, dopo questi anni di pandemia, guerra, crisi economica e sociale, dove il tempo sembra essere corso in avanti troppo in fretta, le geografie appaiono sfilacciate, il futuro incerto».
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