Rivivi l'incanto medievale alla Festa della Zucca di San Martino di Terzo (UD) il 18 e 19 ottobre 2025. Scopri il fascino del pane antico, i segreti dei mugnai e le storie della Badessa Giacoma. Perfetto per gli amanti del turismo culturale e delle tradizioni friulane.
Un viaggio sensoriale tra antichi sapori e rievocazioni storiche in Friuli Venezia Giulia
L'incanto medievale tra profumi di pane e zucca
L'atmosfera del Medioevo sta per avvolgere la piccola frazione di San Martino di Terzo. Segnatelo in calendario: il 18 e 19 ottobre 2025 torna l'attesissima Festa della Zucca. Questa manifestazione non è solo un evento, è una vera e propria celebrazione della storia e della comunità. Infatti, ogni anno propone un tema centrale di approfondimento culturale. Questa edizione ci offre un viaggio nel tempo con un sapore inconfondibile: quello del pane antico.
Il pane non era semplicemente un alimento nei secoli lontani. Al contrario, rappresentava un rito, il frutto del lavoro e un simbolo di benedizione. Il suo aroma si diffondeva dai conventi alle case, segnando la vita e l’identità di una comunità. Alla Festa della Zucca, questo elemento fondamentale sarà il vero protagonista. Sarà possibile conoscere i profumi, i gesti e le affascinanti storie legate al Medioevo. Dunque, preparatevi a un'esperienza che coinvolgerà tutti i sensi.
San Martino di Terzo: dove la storia respira
Prima di addentrarci nei dettagli, è essenziale comprendere la cornice dell’evento. San Martino di Terzo si trova nel comune di Terzo di Aquileia, in provincia di Udine. Questa zona è un crocevia di storia, proprio a un passo dall'antica città romana e dal suo imponente patrimonio UNESCO.
Curiosità storica della località:
- Il legame con Aquileia: Sebbene sia una frazione di Terzo, la sua posizione geografica l'ha resa parte integrante delle vicende storiche aquileiesi. Il nome "Terzo" deriva con ogni probabilità dalla distanza, la "terza pietra miliare" romana, che la separava dal centro dell'antica città di Aquileia.
La visita guidata
La chiesetta degli affreschi: La splendida chiesetta di San Martino merita una visita dedicata. All'interno si possono ammirare rutilanti affreschi che raccontano storie sacre e custodiscono la memoria artistica del territorio. La Festa sarà l'occasione ideale per una visita guidata curata da Maria Trevisi. È un gioiello poco conosciuto, ma di grande valore.
Per tutte le info sulla visita guidata, vedi qui
Un borgo in cui la storia romana incontra il Medioevo
Situato nel cuore della Bassa Friulana orientale, Terzo di Aquilia deve il suo nome alla pietra miliare romana che segnava la terza distanza da Aquileia lungo la via Iulia Augusta. Questo piccolo borgo rappresentava un crocevia strategico, dove convergevano le principali arterie che collegavano Aquileia al resto della penisola e all'Europa centro-orientale.
A San Martino, piccola frazione rurale di Terzo, la Chiesa di San Martino, cuore pulsante del borgo, custodisce affreschi risalenti ai secoli XIII e XIV, mentre il presbiterio fu ricostruito alla fine del Quattrocento. Questo luogo sacro diventa ogni anno palcoscenico naturale per rivivere le atmosfere medievali, quando il suono delle campane scandiva il ritmo della vita quotidiana.
Il pane medievale: un indicatore di società
Il pane medievale è un racconto di ingegno e adattamento. Nel contesto del mondo antico, era il simbolo universale di nutrimento. Non a caso, è citato nella preghiera del Padre Nostro e nel sacramento della Comunione. Oltretutto, la sua composizione rivelava lo status sociale di chi lo consumava.
Ecco come si manifestava questa distinzione:
- Il pane dei signori era fatto con farina bianca e raffinata. Risultava più soffice e delicato al palato.
- Il pane di campagna era scuro, rustico e molto più denso. Era spesso a base di cereali meno nobili.
Raramente il pane dei meno abbienti era fatto con solo grano. Infatti, si utilizzavano orzo, segale, farro, spelta e miglio. In periodi di grande scarsità, si aggiungevano persino legumi secchi, castagne, ghiande o semi di felce ridotti in farina. Ogni territorio utilizzava ciò che la sua terra generosamente donava.
La gerarchia del pane
Il colore e la consistenza del pane rivelavano immediatamente la condizione sociale di chi lo mangiava:
- Pane bianco: soffice e raffinato, destinato ai nobili
- Pane scuro: denso e rustico, sulle tavole dei contadini
- Pane dei poveri: preparato con orzo, segale, farro, spelta, miglio, avena
Nei periodi di carestia, la farina veniva ricavata persino da ghiande, semi di felce e legumi secchi. Ogni territorio utilizzava ciò che la terra offriva, creando ricette locali tramandate di generazione in generazione.
Non solo nutrimento: l’uso inconsueto del pane
C'è una nota storica davvero particolare che rende il pane medievale ancora più affascinante. Sulle tavole più ricche, le fette di pane venivano usate come veri e propri taglieri. Il cibo veniva appoggiato direttamente su queste fette. Dopo aver assorbito i sughi delle pietanze, i "piatti" di pane venivano donati ai poveri. Questo gesto era un esempio virtuoso di come la tradizione e la carità si unissero. Nulla andava sprecato, in linea con una saggezza antica.
La panificazione era considerata una vera e propria arte. Tutto iniziava con l’abburattamento, il processo di setacciatura della crusca. La farina veniva poi impastata con acqua tiepida e poco sale. Si lasciava riposare per creare il crescente, l'antenato del lievito madre moderno. A volte si usavano anche lieviti naturali, birra o mosto. La pagnotta veniva poi cotta con cura in forni di pietra o sotto campane di terracotta. Se la cottura avveniva in forni collettivi, il fornaio riscuoteva un’apposita tassa.
Dai mulini alle mense: segreti dei mugnai e del frico
Prima di diventare pane, il chicco compiva un viaggio vitale. Doveva essere macinato. I mulini, azionati ad acqua o da animali, erano il cuore pulsante delle comunità. In questa edizione della Festa della Zucca potrete accostare questo mondo antico. Potrete ascoltare i racconti di un ospite d'eccezione: Giacomo Milocco.
Giacomo è l'ultimo erede di una stirpe di mugnai. Lui mantiene viva l'antica arte della molitura nel suo mulino di Fiumicello. Il Milocco porterà con sé gli antichi attrezzi del mestiere. Egli svelerà i segreti per ottenere la farina perfetta. La macinatura richiedeva grande perizia, poiché una farina troppo fine si rovinava subito. Al contrario, una farina troppo grossolana rendeva il pane indigesto.
Giacomo Milocco: l'ultimo custode dei mulini
Prima di diventare pane, il grano doveva attraversare un passaggio fondamentale: la macinatura. Quest'anno alla festa sarà presente Giacomo Milocco, erede di una lunga stirpe di mugnai che mantiene viva l'antica arte della molitura nel suo mulino di Fiumicello.
Mastro Martino e la vera storia del frico
La celebrazione del gusto non poteva dimenticare il celebre cuoco del XV secolo, Mastro Martino. Era al servizio del Patriarca di Aquileia. Il suo Libro de Arte Coquinaria, scritto attorno al 1456, include la prima ricetta del frico. Questo piatto ancora oggi è simbolo della gastronomia friulana.
La ricetta originale di Mastro Martino era sorprendente:
- non conteneva patate: le patate arrivarono in Europa solo nel XVI secolo, quindi la ricetta non le prevedeva.
- base e condimenti: era a base di striscioline di formaggio fritte in burro o strutto.
- sapore: veniva insaporito con zucchero e cannella o zenzero. Questo mix dolce-salato era tipico della cucina medievale.
Donne, pane e diplomazia: il caso di Badessa Giacoma
Anche i monasteri erano importanti centri di innovazione culinaria. Le monache, in particolare quelle benedettine, erano esperte erboriste e custodi di ricette. Presso il Monastero delle Monache Benedettine di Aquileia, il profumo del pane era un sottofondo costante.
La badessa Giacoma di Castel di Porpetto, che guidò il monastero dal 1457 al 1496, era una figura di spicco. Oltre a gestire problemi di clausura e incursioni turche, si occupava della comunità. I monaci seguivano la Regola di San Benedetto: una libbra di pane al giorno a testa. Le monache adattavano questi dettami alla loro vita.
L'aneddoto inusuale: la disputa da dirimere
Nel 1466, Badessa Giacoma fu al centro di una disputa. Il conflitto riguardava l’uso dei pascoli tra le comunità di Cervignano e Saciletto. Per evitare spese e tensioni, furono nominati due arbitri, ser Cristoforo di Strassoldo e ser Fantino di Sbroiavacca. La sentenza, emessa a Cervignano, stabilì regole equilibrate per la gestione delle risorse. Volete approfondire i dettagli di questa mediazione? L'intera rievocazione avrà luogo durante la festa, svelando tutti i particolari!
Il programma della Festa della Zucca 2025
La Festa della Zucca è molto più di una rievocazione storica. È un insieme dinamico di cultura, arte e gastronomia. Sabato 18 e domenica 19 ottobre 2025 non mancheranno le occasioni per esplorare i sapori del territorio.
Cosa troverai alla festa:
- Appuntamenti Culturali: Il cuore dell'evento è la mostra "Pane Mulino e Memoria: viaggio nel gusto e Medioevo". Curata dal Mulino Milocco, presenta gli antichi attrezzi e le farine. La storica Maria Luisa Cecere terrà una lezione sui sapori del passato.
- Gastronomia e Sapori Locali: Ci saranno punti di ristoro con piatti a base di oca. Potrete deliziarvi con la cucina povera della tradizione locale. Non mancheranno, ovviamente, le specialità artigianali a base di zucca.
- Mercati e Artigianato: Trovate il mercato storico medievale e un mercatino di hobbistica. Le proposte saranno sempre nuove e particolari.
- Per i Più Piccoli: I bambini potranno divertirsi con giochi e laboratori. Potranno vivere la vita negli accampamenti medievali. Avranno la possibilità di provare il tiro con l'arco moderno. Sarà anche possibile assistere alla mungitura delle capre. Potranno persino creare deliziose caciotte con le proprie mani.
Il programma completo
Per il programma completo vedi qui
Info essenziali per la tua visita
Date e orari
Sabato 18 e domenica 19 ottobre 2025
Dalle prime ore del mattino
San Martino di Terzo di Aquileia (UD)
Location
Borgo di San Martino
33050 Terzo di Aquileia (Udine)
Friuli Venezia Giulia
