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Visite guidate gratuite al Magazzino 18 di Trieste, eccezionalmente aperto a febbraio 2023

  • Data: da sabato 11 a sabato 18 febbraio 2023
  • Luogo: Trieste
  • Data inizio: 11-02-2023
  • Data fine: 18-02-2023

Visite Magazzino 18, febbraio 2023

A febbraio 2023, in occasione delle celebrazioni per il Giorno del Ricordo, è prevista l'apertura straordinaria del Magazzino 18 (presso il Magazzino 26) di Trieste e sono organizzate visite guidate gratuite a cura dell’IRCI con la collaborazione dei Volontari d’Istituto. Dunque, nel mese del Giorno del Ricordo l'IRCI di Trieste apre ai visitatori le porte del Magazzino e per una settimana organizza visite guidate alla nuova sistemazione delle masserizie degli esuli, già al Magazzino 18, ora al Magazzino 26.

Le visite guidate al Magazzino 18 a febbraio 2023

Le viste guidate si terranno:

  • il giorno sabato 11 febbraio
  • e da martedì 14 a sabato 18 febbraio 
Sarà possibile partecipare alle visite guidate al Magazzino 18 nei seguenti turni di febbraio 2023:
  • sabato 11 febbraio
    • alle ore 12.00
    • e alle ore 15.30,
  • martedì 14, giovedì 16 e sabato 18 febbraio
    • alle ore 16.00
  • mercoledì 15 e venerdì 17 febbraio
    • alle ore 10.30
Prenotazioni obbligatorie a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o al 3517590343.

Il Magazzino 18

Il Magazzino 18 è un luogo di Trieste, che nel tempo è diventato una muta testimonianza di una pagina dolorosa ma spesso dimenticata della storia d’Italia.

Una pagina di storia che racconta il dramma dell'esodo istriano, giuliano e dalmata nel secondo dopoguerra: la storia di molti italiani costretti ad abbandonare la propria terra a seguito della sconfitta dell'Italia, la quale nel 1941 aveva invaso la Jugoslavia, nella seconda guerra mondiale. Queste terre, con il trattato di Parigi, vennero assegnate dagli Alleati alla Jugoslavia. Il magazzino 18 è l'edificio del Porto Vecchio di Trieste in cui è conservata oggettistica di una parte di esuli.

Infatti, nel 1947, l’Istria e molti paesi dell’ex Jugoslavia furono sottomessi al regime dittatoriale di Tito. Gli italiani che vi risiedevano, per sfuggire alle persecuzioni che li colpiva se erano di idee politiche contrarie al regime, emigravano come esuli a Trieste.

Si parla di 350 mila persone, che venivano poi ospitate in campi profughi, ma spesso tornavano a partire, per cercare fortuna altrove, anche lontano, in Argentina e Australia. Partendo, lasciavano le poche cose salvate dalla fuga da casa in un luogo, il Magazzino 18 appunto, del porto di Trieste.

Ancora oggi, quegli oggetti sono lì, nessuno li ha più rivendicati, resti di vite spezzate, che però portano ancora il nome dei loro proprietari di un tempo, andati a cercare una sorte migliore.

Il Magazzino 18 è la perfetta fotografia della quotidianità di una società che, come Pompei, si interrompe in un preciso momento storico, quello dell'ESODO, con l'ultimo oggetto portato dall'ultimo esule, depositato e mai ritirato, e dove non c'è nulla del giorno dopo.

Magazzino 18 è anche il nome di uno spettacolo del cantante Simone Cristicchi, che prende spunto proprio da quegli oggetti dimenticati, e che ha girato tutta Italia.

Il Museo dedicato all'Esodo al Magazzino 26 in Porto Vecchio a Trieste

Da settembre 2021 le masserizie del magazzino 18 che compongono il Museo della civiltà Istriano Fiumano e dalmata sono state trasferite all'interno del porto vecchio, nel Magazzino 26.

Le sedie accatastate che erano diventate uno dei simboli delle masserizie dell'esodo e del magazzino 18, sono riproposte, proprio come la stessa scritta Magazzino 18, al secondo piano del Magazzino 26 del Porto Vecchio in cui è stato allestito il Museo comunale della civiltà istriano fiumana dalmata.

Un museo che racconta attraverso gli oggetti quotidiani che gli esuli si sono portati via dalle proprie case, la quotidianità dei giuliano dalmati. Oggetti in cui molti riconoscono le proprie radici e il passato.

Ma è nella galleria dei volti senza nome che si rispecchia l'essenza dell'umanità abbandonata al proprio destino. In fondo al percorso, sugli specchi resi opachi dal tempo riappaiono i nomi di quanti sparirono nelle foibe. Una sorta di memoriale: con i nomi scelti a caso, spiega Del Bello, perchè la parete non poteva contenere gli elenchi interi.

Durante l'anno il museo è vistabile su appuntamento guidati dai volontari dell'IRCI di Trieste. Info: IRCI - FB

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