dal 19 giugno al 18 luglio
Udine e provincia
Festival Internazionale 19^ edizione
Concerti, filmati, incontri, dibattiti e ospiti dall’isola caraibica, che ha segnato profondamente l’evoluzione del jazz dalle origini ad oggi.
Dopo gli ottimi riscontri dello scorso anno, Udin&Jazz 2009 (che si svolge a Udine e provincia, dal 19 giugno al 18 luglio) conferma la sua formula, scegliendo nuovamente un tema portante che “colora” il Festival nella musica e nel significato, e concedendosi il lusso di onorare la storia del jazz con grandissimi nomi.
Il Festival di quest’anno parte dal presupposto di una ricorrenza storica: se lo scorso anno aveva colto l’occasione del quarantennale sessantottino, quest’anno gli organizzatori hanno voluto agganciarsi al cinquantennale della Rivoluzione cubana di Fidel Castro e così il tema portante dei molti eventi di Udin & Jazz 2009 è la celebrazione del cinquantesimo anniversario della rivoluzione cubana.
Partendo da un distacco ideologico favorito dal passare del tempo, l’Associazione Culturale Euritmica, organizzatrice dell’evento, ha in programma discussioni sui temi di questi avvenimenti, in cui sarà possibile affrontare il tema senza dover avvertire sul collo della storia il fiato corto della faziosità o delle prospettive forzate, fornendo adeguati supporti di comprensione e conoscenza.
Uno spunto di riflessione e, assieme, un omaggio all’isola caraibica, alla sua storia complessa e dolorosa ma anche alle sue sonorità solari e al suo ritmo inconfondibile.
Sarà innanzitutto un festival agogico, nel senso che il motivo legante, in seno al tema base, sarà rappresentato – come si conviene – dal ritmo – inteso in tutte le sue innumerevoli declinazioni, e quindi sviscerato su ogni piano possibile. Una festa per tutti, un’occasione di scambio, di incontro, di riflessione, sotto il segno della grande musica.
Ma al solito Udin&Jazz vedrà anche “oltre”: accanto ai concerti, infatti, sono in programma una fitta serie di appuntamenti – workshop, incontri, proiezioni, lezioni-concerto, aperitivi con gli artisti, ma anche un mojito-party in piscina e una serata danzante di mambo al Castello – che animeranno il centro storico di Udine dal 24 al 27 giugno.
E siccome Cuba non è “solo” musica, a Udine: grazie a un ospite speciale, Gianni Minà (peraltro anche direttore artistico del progetto di Augusto Enriquez), si discuterà della storia e della musica di Cuba e sarà possibile rivedere proiettate le storiche trasmissioni Rai dedicate alla Storia del jazz condotte dallo stesso Minà e gentilmente concesse dalla Cineteca Rai.
E ci saranno anche Claudio Sessa a parlare del suo libro Le Età del jazz e Marco Fumo, che in una sorta di “lezione concerto”, al pianoforte ripercorrerà l’evoluzione delle tradizioni musicali cubane “classiche”.
Udin & Jazz 2009 sarà una full immersion senza sosta, che anche quest’anno vedrà la maggior parte degli eventi a ingresso libero.
In attesa del Festival, già da venerdì 5 giugno (giorno di inaugurazione) sarà possibile visitare la mostra fotografica “Ritratti cubani”, allestita fino al 27 giugno presso la Galleria Fotografica Tina Modotti di Udine, e curata da Luca d’Agostino e Phocus Agency: in esposizione alcune fotografie di artisti e musicisti cubani che hanno fatto la storia del jazz e non solo. Autori degli scatti, oltre allo stesso d’Agostino, i fotografi Riccardo Schwamenthal, Luciano Rossetti e Umberto Germinale.
Il vero ospite d’onore del Festival sarà il grande Ornette Coleman, uno dei mostri sacri della musica jazz, che aprirà a Udine, in prima data europea, sabato 27 giugno al Palamostre, il suo nuovo tour con il 2 bass Quartet (Ornette Coleman: sassofono contralto, violino, tromba; Denardo Coleman: batteria; Albert MacDowell: basso elettrico; Anthony Falanga: contrabbasso).
Un evento unico – un dono – per ascoltare ancora un gigante che ha attraversato la scena musicale del Novecento e che racchiude dentro di sè la saggezza di padre del manifesto del free jazz, laddove free, libertà, è sinonimo di una condizione umana imprescindibile, oltre che cifra espressiva che gli ha permesso, con il suo strumento, di reinventare e stravolgere ogni regola stilistica in campo musicale.
Direttamente da Cuba arrivano i Madera Limpia (il 24 giugno al Teatro San Giorgio), un duo di giovani guantanameri, Yasel Gonzalez Rivera e Gerald Thomas Collymore, che nel rap trovano l’unica espressione possibile per reagire allo stato di un paese “in bilico” e i Cubanismo del prodigioso trombettista Jesú Alemañi, che il 25 giugno riempiranno la centralissima Piazza Matteotti con ritmi travolgenti.
Lo sguardo si estende all’ambiente più diffusamente latino con il progetto “Afreecanos” di Omar Sosa (Omar Sosa: pianoforte, Fender Rhodes, electronics; Childo Tomas: basso elettrico, voce, m’bira; Marque Gilmore: batteria; Mola Syllavoce, m’bira, xalam, kongoman) che unisce musicisti provenienti da Africa, Cuba, Brasile e Francia per celebrare la ricca eredità della musica africana nei confronti del jazz e della musica latina (sempre il 25 giugno, al Teatro San Giorgio).
Ancora atmosfere dal Sudamerica, il 26 giugno a Piazza Matteotti, nel “Latin special project” del chitarrista Maurizio Brunod che incontra un grande batterista, Calixto Oviedo, ripercorrendo la musica cubana, dai “son” di fine Ottocento fino alla salsa e al latin jazz (con loro Virginia Quaesada, voce; Eduardo Cespedes, contrabbasso, voce e chitarra e Enrico Caruso, pianoforte).
Due appuntamenti d’eccezione chiudono – anche simbolicamente – il festival: Ray Mantilla European Space Station (Ray Mantilla, percussioni; Bill Elder, batteria; Gaspare Pasini, sassofoni; Ares Tavolazzi, basso; Bruno Cesselli, piano; Alberto Negroni chitarra) è atteso, sabato 27, dopo la performance di Coleman, al bordo della piscina attigua al Palamostre. Qui il pubblico “sotto le stelle” potrà ascoltare e godere della raffinata bellezza delle musiche, omaggio a Tito Puente e Cal Tjader, e testimonianza del sound Nuyorican, nato dalle commistioni musicali della cultura della comunità portoricana. Alla musica si accompagneranno i tuffi nella rinnovata piscina e i festeggiamenti, brindando a mojito e cocktail tropicali.
Evento finale: la grande festa al Castello di Udine, con qualche settimana di attesa: il 18 luglio, Augusto Enriquez y su Mambo Band, una big band di 15 strumentisti (9 sono soltanto i fiati) guidata da un grande padre della musica cubana e riconosciuta come la più importante orchestra di mambo al mondo, farà danzare, nella bellissima location del Castello di Udine, tutto il pubblico e gli appassionati su due grandi piste dedicate affiancate al palcoscenico.
Il programma spazia ancora a tutto tondo, a cominciare dal progetto NION (Not In Our Name), prodotto dall’Associazione Culturale Euritmica – che cura l’organizzazione del Festival – e che vede la sua anima nel pianista Claudio Cojaniz (anche compositore e direttore dell’ensemble). ll progetto, a Udine mercoledì 24 giugno in piazza Matteotti, s’ispira alla Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e Carla Bley e intende focalizzare l’attenzione sulla drammatica situazione dei paesi in cui i diritti umani vengono quotidianamente calpestati. A scandire il ritmo, tra un brano e l’altro, alcune letture tratte dai Diari di Ernesto Che Guevara a cura dell’attore triestino Lorenzo Acquaviva.
Ancora due appuntamenti andranno ad arricchire la sezione udinese del Festival: Kurt Rosenwinkel, chitarrista americano di prim’ordine, paragonato ai grandi innovatori dello strumento come Pat Metheny, John Scofield, John Abercrombie e Bill Frisell per la sua nuova e visionaria attitudine compositiva, è a Udine con il suo trio il 26 giugno al Teatro San Giorgio.
Il 27 giugno, nella Corte di Palazzo Morpurgo, tocca poi al Trans Europe, un progetto che nasce dall’incontro di tre musicisti molto diversi per provenienza, stile e formazione, che hanno trovato nell’esperienza jazzistica un fertile terreno di confronto e scambio. Accanto al trombettista Marco Tamburini sono infatti il chitarrista franco-gitano Christian Escoudé, autentico mostro sacro del gypsy jazz, e il bassista Dario Deidda.
Non manca, inoltre, il tradizionale prologo di concerti itineranti, che attraverseranno la provincia dal 19 al 23 giugno: l’evento inaugurale, che si svolgerà presso il CID – Museo Territoriale della Bassa Friulana di Torviscosa il 19 giugno, vedrà protagonisti Giancarlo Schiaffini (trombone e live electronics), Silvia Schiavoni (voce) e i video di Ilaria Schiaffini. Ho veduto volare. Trittico per Boccioni è un omaggio al futurismo (a cent’anni dal Manifesto di Marinetti), attraverso l’analisi dell’opera di Umberto Boccioni, rivisitata in musica, versi, rievocazioni e immagini.
Sabato 20 giugno, Villa Dora di San Giorgio di Nogaro ospiterà “Ajo-jo-mandi & the youngers”, un progetto “interregionale” che nei nomi di Enzo Favata e U.T. Gandhi vede unirsi in un gemellaggio musicale la Sardegna (con il “Musica sulle Bocche Jazz Festival”) e il Friuli Venezia Giulia (con Udin&Jazz).
Lunedì 22 giugno a Cervignano, in piazza Indipendenza sarà la volta di Mickey Finn, il visionario progetto che vede assieme Giorgio Pacorig (tastiere), Enrico Terragnoli (chitarra), Danilo Gallo (basso) e Zeno de Rossi (batteria) per l’occasione accompagnati anche dall’eccezionale tromba di Cuong Vu.
Chiude la sezione itinerante il Doline Trio, formato dal batterista sloveno Zlatko Kaučič, dalla voce esotica di Saadet Türköz e dal contrabbasso di Giovanni Maier, ospite a Tricesimo, in Piazza Ellero, martedì 23 giugno.
Ciliegina sulla torta lo stage vocale organizzato dalla cantante Barbara Errico, coadiuvata per l’occasione dal pianista Yuri Dal Dan e quello di percussioni afro-cubane condotto dal percussionista Ivan Ordiner.
Info web: Euritmica

