L’Italia è la meta preferita dai foodtraveller italiani ed internazionali. È quello che emerge dal Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2020, presentato da Roberta Garibaldi e realizzato in collaborazione con la World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
È questa la fotografia che emerge dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2020, quarta edizione della ricerca firmata da Roberta Garibaldi, docente universitario di tourism management, sotto l'egida della World Food Travel Association e dell'Associazione Italia Turismo Enogastronomico.
Un trend dove spicca anche la mancanza dell'intermediazione, con tour operator e agenzie di viaggio assenti dal business di un segmento turistico sempre più apprezzato sia dagli italiani che dai turisti stranieri.
“L’identikit profilato del viaggiatore enogastronomico è quello di un ‘turista’ che cerca l’esperienza, la convivialità ed è interessato anche all’aspetto culturale del Paese visitato”, ha detto Garibaldi. Secondo l’analisi, finalizzata anche con il supporto dei dati raccolti da piattaforme di riferimento come TripAdvisor e Semrush, pizza e gorgonzola sono tra i trend topic, i prodotti italiani ad Indicazione Geografica più ricercati sul web tra il 2017 e il 2019, insieme ad arancini, ossobuco, Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano.
Dai risultati del Rapporto, emerge come l'Italia guidi l'offerta enogastronomica a livello europeo.
Dal confronto con i competitor stranieri, infatti, la Penisola "è ai vertici per quanto riguarda produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, imprese di ristorazione, musei del gusto. Birrifici e Città Creative Unesco legate all'enogastronomia".
Locali storici, laboratori di cucina, visite in cantina e produttori artigiani: il cibo è sempre più la motivazione che giustifica la scelta di una meta.
E il 71% delle persone in viaggio cerca esperienze enogastronomiche da ricordare, mentre il 59% dei turisti prenota quelle multisensoriali. “Cresce l’interesse per luoghi come i mercati e per il cibo di strada, mentre i food truck sono tra le esperienze più vissute e più ricercate sul web”, ha detto Garibaldi.
In particolare, le aziende di produzione agroalimentare sono il simbolo di un territorio, per questo aumentano le prenotazioni per visite in cantine, caseifici (il formaggio è tra i temi più richiesti), senza dimenticare i laboratori di cucina per imparare a cucinare i piatti della tradizione, come pasta fatta in casa e pizza.
Dalla ricerca, il centro-sud risulta essere la macro-area più dinamica, con maggiore incremento dell’offerta. Non c’è regione in Italia che non vanti un primato.
Spicca per il maggior numero di prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica l’Emilia-Romagna, mentre il Piemonte vanta lo stesso primato per ciò che ruota attorno in tema divino, la Campania per i Prodotti Agroalimentari Tradizionali.
Inaspettatamente, la regione che offre di più in termini di multiculturalità ai fornelli, e ristoranti di eccellenza segnalati sulle principali guide (la Guida Michelin Italia, la guida de l’Espresso I Ristoranti e i Vini d’Italia, la guida Gambero Rosso Ristoranti d’Italia) e ad annoverare il maggior numero di micro-birrifici e brew pub in Italia, è la Lombardia.
"I tour operator stranieri - spiega ancora Roberta Garibaldi - giudicano eccellente la qualità dell'offerta italiana e delle esperienze gastronomiche ma lamentano la difficoltà di reperimento delle informazioni e di prenotazione".
Fonte: TTG e ADV T.