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Casinò a Trieste: il progetto torna sul tavolo politico?

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Rinasce l’idea del casinò a Trieste: tra favorevoli e critici, si discute di turismo, occupazione e legalità. Ma serve una legge speciale per realizzarlo.

Trieste, torna in auge il progetto del casinò?

Rilancio del turismo, impatto positivo per l’occupazione e nuovi fondi da reinvestire per il sociale. L’idea di un casinò a Trieste torna nelle fantasie dei cittadini sulla scrivanie della politica, sempre però con quella lista di pro e di contro che alla fine dei conti hanno tenuto in stand by il progetto per oltre 40 anni.

In molti sarebbero favorevoli, così come il sindaco Roberto Dipiazza.

Ma è davvero possibile rilanciare il progetto? C’è sempre da fare i conti con le tante problematiche, le stesse che bloccano le grandi opere come gli stadi di calcio anche in città come Roma e Milano.  

Casinò di Trieste: il progetto originario 

L’idea del Casinò nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia non è certo nuova e anzi ha già spento da tempo le 40 candeline. A portare avanti il progetto con maggiore convinzione fu il movimento politico autonomista Lista per Trieste ed era stata anche individuata una possibile sede.

La riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste - oggi come decenni fa - sarebbe l’area ideale per le potenzialità della zona, non del tutto sfruttata. L’idea già al tempo era quella di creare una specie di ecosistema sociale che dal punto di vista economico avrebbe poggiato sulle fondamenta della casa da gioco, con eventi culturali e finalizzati al turismo che complessivamente avrebbero portato benefici a tutta la città. 

I vantaggi per la città 

Sia la realizzazione del casinò di Trieste sia la gestione sarebbero una svolta a livello occupazionale e per averne la conferma basta guardare a quanto siano vitali le case da gioco per le amministrazioni e l’indotto di Campione, Sanremo e Saint Vincent. Un altro vantaggio riguarderebbe l'afflusso di turisti provenienti dalle zone limitrofe o da altre regioni d'Italia, laddove i casinò fisici sono del tutto assenti.
Si pensi ai territori del Centro e del Sud, dove i cittadini hanno modo di confrontarsi con il solo gioco online.
Certo, non mancano i vantaggi nell'utilizzo delle piattaforme in rete, dato che su queste sono disponibili promozioni che non sono offerte dai casinò terrestri. Si pensi ai bonus alla registrazione sui casino digitali, piuttosto che ai giri gratis o alle altre promo affini. Ma una sala fisica nuova di zecca diventerebbe comunque una meta di turismo per gli appassionati del genere, con Trieste nuovo punto di riferimento in tal senso. I casinò sloveni, in particolare quelli di Nova Gorica, hanno rilanciato l’economia locale e se si pensa che buona parte dei giocatori raggiunge la meta facendo tappa forzata proprio all’aeroporto di Trieste, c’è da riflettere. 

Gli ultimi aggiornamenti sul progetto

Se ne parla, ma non al vento. Il sindaco Roberto Dipiazza ha dato il suo benestare e ha ascoltato le richieste di alcuni cittadini, anche per piazzare un baluardo del gioco legale e controllato contro la diffusione delle sale illegali.
La possibilità di generare entrate extra per le casse del comune non è poi un dettaglio, così come l’occasione di avere un contesto abbastanza attraente per ospitare i concerti di grandi artisti internazionali e altri eventi.
Tra il dire e il fare c’è però di mezzo tanto, in particolare gli investimenti, la consapevolezza che il tema del gioco è sempre molto delicato soprattutto considerando la questione della ludopatia. Per aprire un nuovo casinò oltre ai quattro già presenti in Italia serve inoltre un preciso atto legislativo che autorizzi la deroga alle norme del codice penale.

Nuovi casinò: Trieste non è sola

L’idea di un nuovo casinò non è venuta in mente solo all’amministrazione di Trieste. Se al Nord i paesi confinanti con l’Italia sono tutti pieni di luoghi dedicati agli amanti del blackjack e della roulette, al Centro e al Sud le alternative sono, nel migliore dei casi, San Marino e Malta.
Ecco perché negli anni le case da gioco di Taormina, Ostuni, Anzio, Gardone Riviera e San Pellegrino Terme, tra le altre, sono state indicate come alternative interessanti, soprattutto per le potenzialità turistiche.
Tante, abbastanza per pensare ad una nuova normativa che assegni anche ai privati la gestione dei casinò, sempre a condizioni che siano di beneficio per tutti i cittadini.