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Treni in FVG: servizi FS tra i migliori d'Italia, ma con tariffe mediamente alte

  Il Comitato Pendolari Alto Friuli ha recentemente pubblicato una analisi sul quadro tariffario delle Ferrovie dello Stato, comparandolo con quello delle altre regioni italiane. Ne sono emersi interessanti risultati, che vi riportiamo qui di seguito. Nel febbraio 2018 il Comitato Pendolari Alto Friuli aveva analizzato il quadro tariffario fs del Fvg, comparandolo con quello delle altre regioni italiane: l'analisi aveva preso in esame i biglietti di corsa semplice e gli abbonamenti mensili di 2° classe relativi alle fasce km da 21/30 km (es. Udine-Codroipo/Udine-Gemona) da 31/40 km (es. Udine-Gorizia) e da 81/90 km (es. Udine-Trieste). Era emerso un quadro molto eterogeneo, che a prima vista vedeva il Fvg una delle regioni più care d’Italia, soprattutto nella fascia alta (81/90 km), mentre in linea con la media nazionale per quanto concerne le tariffe nelle fasce km più basse. A distanza di 2 anni il Comitato Pendolari Alto Friuli ha nuovamente confrontato le varie tariffe, allargando l'analisi anche al numero di passeggeri trasportati, alla produzione di Km Treno offerta dalle singole regioni e ai corrispettivi dei vari contratti di servizio. I costi del servizio fs sono coperti infatti dagli introiti derivanti dalla tariffa (biglietti/abbonamenti) e dal corrispettivo del contratto di servizio che le Regioni pagano a Trenitalia. In quest'ottica la politica tariffaria tiene conto dal numero di passeggeri e dalla produzione dei KmTreno previsti dal contratto.   TREND DEGLI AUMENTI TARIFFARI in FVG: dal 2010 ad oggi le tariffe fs del Fvg sono aumentate in media del 28,10%. Il parametro di riferimento per calcolare l'indicizzazione delle tariffe è dato dall’andamento dell’indice Istat FOI – Categoria Trasporti. Il quadro normativo relativo alla politica tariffaria è regolato dal contratto di servizio di data 08.05.2009, stipulato tra Regione e Trenitalia, il quale stabilisce che "le tariffe sono aggiornate in misura non inferiore al 120% della variazione annuale percentuale – periodo luglio/giugno - dell’indice Istat FOI Capitolo Trasporti, ai sensi di quanto previsto dal Protocollo d’Intesa tra la Regione e FS dd 30.03.1998."   GLI AUMENTI TARIFFARI NELLE ALTRE REGIONI: confrontando gli aumenti tariffari nel periodo 2010-2020 della varie regioni, il Fvg con il 28,1% si posiziona a metà classifica, ben lontana da Liguria, Campania e Piemonte che registrano aumenti tariffari di quasi il 50%, tuttavia il Fvg risulta distante dalle regioni più virtuose, come Veneto, Emilia Romagna e Lazio che hanno apportato incrementi tariffari nell'ordine del 15/19%.
Regione  Aumento % 2010-2020
Liguria +48,9%
Campania +48,4%
Piemonte +47,3%
Lombardia +30,3%
Toscana +28,2%
Abruzzo + 28,2%
FVG +28,1%
Sicilia + 21,4%
Veneto +19,6%
Emilia Romagna +19,1%
Lazio +15,0%
Prima di procedere al confronto diretto delle tariffe è necessario tener conto di alcuni fattori determinanti nell'equilibrio finanziario del servizio ferroviario: 1) Produzione KmTreno 2) Numero di utenti/giorno 3) Corrispettivo del Contratto di Servizio 4) Qualità del servizio  PRODUZIONE KmTreno: è la quantità/volume dell'offerta fs prevista dal contratto di servizio. Il Fvg presenta un’offerta di 3,6 milioni di KmTreno all'anno, contro i 3,2 della Provincia Autonoma di Treno, i 4,2 delle Marche, i 5,1 dell'Abruzzo, i 5,2 della Provincia Autonoma di Bolzano, i 6,5 della Liguria, i 10 della Sicilia, i 13,7 della Puglia e del Piemonte, i 16,2 del Veneto, i 18 dell’Emilia Romagna, i 21 del Lazio, i 23 della Toscana e i 44,3 della Lombardia. Basilicata, Molise e Valle d'Aosta evidenziano contratti di servizio con una produzione di KmTreno inferiore ai 3 milioni/annui. Chiaramente la grandezza della Regione e la popolosità incidono sul numero di KmTreni prodotti. NUMERI DI UTENTI/GIORNO: un altro elemento rilevante per comprendere come vengono calcolate le tariffe è dato dal numero di utenti che usufruiscono del servizio fs. E' evidente che più numerosi sono i viaggiatori, più significativo è l'introito da tariffa (vendita di biglietti/abbonamenti). Da ciò si evince che regioni popolose come Veneto (4,9 milioni), Lombardia (10 milioni) e Lazio (5,8 milioni) dispongono di significativi bacini d’utenza e di conseguenza di importanti introiti da tariffa. Dai dati del report Pedolaria 2018 il servizio fs in Fvg è utilizzato da 21.240 utenti/giorno. CORRISPETTIVO CONTRATTO DI SERVIZIO: nel 2009 il contratto di servizio del Fvg prevedeva un corrispettivo di 35.970.000 a fronte di 3.000.000 di KmTreno prodotti. L’importo viene aggiornato annuale al 95% della variazione annuale percentuale – periodo gennaio-dicembre dell’indice Istat FOI-Capitolo Trasporti. Con il contratto di proroga 2018-2019 la spesa prevista è stata rispettivamente di € 39.500.000 per il 2018 e di € 42.700.000 nel 2019 a fronte di una produzione di 3,6 milioni di KmTreno. Negli ultimi anni l’offerta del Fvg è infatti migliorata, con un incremento della produzione. Sono state previste nuove corse e potenziati alcuni servizi esistenti: nel dicembre 2017 è stato riattivato il servizio lungo la direttrice Sacile-Maniago, nel settembre 2018 attivato il servizio transfrontaliero lungo la Udine/Trieste-Lubiana, nonché potenziati alcuni servizi estivi lungo la Sacile-Udine-Trieste e sulla direttrice Trieste-Cervignano-Udine-Carnia/Tarvisio, soprattutto in favore dei cicloturisti usufruitori della ciclovia AlpeAdria. Sono inoltre stati previsti servizi di treni speciali in occasione delle maggiori kermesse regionali (Friuli Doc, Barcolana, Festa della Zucca e Gusti di Frontiera). Per il 2020 il Fvg ha previsto una spesa pari a € 40.500.000: una diminuzione di 2,2 milioni rispetto al 2019 giustificata dell'aumento dei ricavi derivanti dalla tariffa (vendita di biglietti/abbonamenti) e da minor costi sostenuti da parte del gestore Trenitalia. Gli introiti da tariffa dei treni 150 regionali/giornalieri coprono circa il 30% del costo del servizio complessivo. QUALITA' DEL SERVIZIO: senza dubbio la qualità del servizio fs in Fvg, nonostante qualche scivolone e qualche giornata nera, è al sopra della media nazionale, ponendosi ai vertici per puntualità e per gradimento dell’utenza (customer satisfaction). • PUNTUALITA’: i numeri confermano che il Fvg è ai vertici della classifica nazionale per puntualità entro 5 minuti. Nel 2019 il Fvg è secondo per un soffio solo alle emergente Marche (94,5%), ma davanti ad altre regioni come il Veneto (92%) e le Province Autonome di Trento e Bolzano (92%). La puntualità entro i 5 min. senza esclusioni, ovvero quella percepita dall’utente, registrata nei primi 11 mesi del 2019 è stata pari al 94,4% (+0,4% rispetto al 2018); un dato però in flessione rispetto al record di 95,8% fatto registrare nel 2016 e al 95% nel 2017. • GRADIMENTO DELL’UTENZA: l’ultima indagine demoscopica (settembre 2019) ha evidenziato una crescita costante della customer satisfaction. 94 viaggiatori friulani su 100 sono soddisfatti del viaggio nel suo complesso (94,5%). Un dato che pone il Fvg al vertice della speciale classica, ben 7,1 punti percentuali al di sopra dalla media nazionale. Positivi e in crescita anche gli altri indicatori: pulizia (85,3% di gradimento), comfort (92,4%), puntualità (87,2%), permanenza a bordo (95,5%), informazioni a bordo treno (93%) e security (91,8%). CONFRONTO TARIFFE FVG/ALTRE REGIONI: l'analisi ha preso in esame i biglietti di corsa semplice e gli abbonamenti mensili di 2° classe relativi a tre fasce km, quelle maggiormente utilizzate dall’utenza, rispettivamente da 21/30 km (es. Udine-Codroipo/Udine-Gemona), da 31/40 km (es. Udine-Gorizia) e da 81/90 km (es. Udine-Trieste). Il quadro risulta molto eterogeneo. BIGLIETTO CORSA SEMPLICE: il Fvg come nel 2018 risulta la regione più cara d’Italia per quanto concerne la tariffa dei biglietti di corsa semplice (fascia 81/90 km): un biglietto Udine-Trieste costa infatti 9,25 € contro i 7,30 della Milano-Brescia (Lombardia), i 7,60 della Verona-Padova (Veneto) e i 7,35 della Bologna-Cesena (Emilia Romagna); al Centro e al Sud Italia i prezzi risultano ancora più contenuti (6,50 € in Puglia e 6,70 € in Abruzzo). Viaggiare in Fvg nelle fasce da 21/30 e 31/40 km risulta invece più conveniente che in Veneto, Piemonte, Liguria e Toscana, dove le tariffe sono più alte dal 1,4% al 15%. E’ evidente che il costo del biglietto deve essere confrontato con la qualità del servizio offerto: a fronte di ciò pare difficile comparare il servizio buono del Fvg, con quello disastroso di Lombardia, Liguria, Puglia e Sicilia, dove si registrano bassi indici di puntualità e di gradimento da parte dell’utenza. E’ da evidenziare in quanto fattore non secondario che il Fvg è una regione a statuto speciale che ha competenza esclusiva in materia di trasporto pubblico locale e che pertanto si paga interamente il costo del servizio mediante la fiscalità propria; al contrario nelle regioni ordinarie il costo del servizio tpl è coperto dal fondo nazionale che viene trasferito dallo Stato. ABBONAMENTO MENSILE: per quanto riguarda il confronto dei costi sugli abbonamenti mensili, la situazione non si discosta da quella dei biglietti di corsa semplice. Il Fvg risulta tra le regioni più care per quanto concerne le fasce km più lunghe (da 81/90 km), dove solo Toscana (+0,7%), Piemonte (+8,8%) e Sicilia (+11,4%) presentano tariffe più alte. La situazione migliora per gli abbonamenti delle fasce da 21/30 e 31/40 km le cui tariffe risultano di poco superiori alla media nazionale e più convenienti di quelli di Piemonte (oltre 25%), Sicilia (fino all’11%) e Toscana (6,6%), ed nella fascia 31/40 km più conveniente di Lombardia (+0,7%), Abruzzo (+2,5%) e Puglia (+6,6%). Solo l’Emilia Romagna e il Veneto offrono abbonamenti più convenienti, anche se la qualità offerta è decisamente inferiore alla nostra per puntualità e gradimento. Conclusioni: un quadro tariffario molto disomogeneo tra le varie regioni. Se dal 2010 al 2020 in Fvg le tariffe sono aumentate in media del 28,1%, con un significativo aumento della qualità del servizio offerto e della produzione di KmTreno, altrove i pendolari hanno assistito ad un più cospicuo incremento dei biglietti, come nei casi di Liguria (+48,9%) Piemonte (+47,3%) e Campania 30,2%, senza ottenere migliorie significative all’offerta. Non solo, la Sicilia, dove la qualità del servizio è notoriamente molto bassa, nel corso del 2019 ha aumentato in un sol colpo le tariffe del 10%, contendendo così al Piemonte il primato della regione più cara d’Italia. Adeguamenti in base all’indicizzazione Istat sono stati operati anche da Veneto (+2%), Piemonte (+3%), Toscana (+1,2%) e Abruzzo (+1,15%); mentre sono attesi rincari tariffari a luglio 2020 nelle Marche e in Puglia. Nel 2020 la Lombardia ha bloccato il costo dei biglietti, cercando di dare una risposta alla drammatica situazione in cui versa il sistema di trasporto fs gestito da TreNord, forse oggi il peggiore d’Italia. PROSPETTIVE FUTURE: i nuovi contratti di servizio di alcune regioni prevedono nei prossimi anni significativi rincari delle tariffe (es. Liguria +7% nel 2021, + 6,5% nel 2022 e +6% nel 2023); aumenti necessari a garantire l’equilibrio economico del sistema ma soprattutto il costo del rinnovo del parco rotabile. Nelle regioni dove si sono già firmati i nuovi contratti con Trenitalia, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Sicilia e Veneto sono già arrivati o sono in arrivo i nuovi treni Pop e Rock, che miglioreranno la qualità del servizio offerto. La realtà friulana è molto differente, visto che al contrario di altri, il Fvg ha già in parte rinnovato il parco rotabile grazie all’acquisto a spese della Regione nel 2010/2011 di 12 treni Civity, entrati in esercizio nel 2015. I nuovi treni hanno permesso di fare il salto di qualità, portando la puntualità dall’89% del 2014 all’attuale 94,4%, toccando persino il 95,8%. Da oltre 3 anni infatti il Fvg è stabilmente ai vertici nella classifica per puntualità precedendo le virtuose Province Autonome di Treno e Bolzano. Il Fvg è però l’unica regione d’Italia che non è andata ancora a contratto: il servizio è oggi affidato a Trenitalia in virtù del vecchio contratto risalente al 8.5.2009, stipulato dall’allora Giunta Tondo e scaduto il 31.12.2014. Successivamente il contratto è stato prorogato dalla Giunta Serracchiani per ben due volte, rispettivamente il 31.03.2015 (con validità 01.01.2015 al 31.12.2017) e il 29.12.2017 (con validità 01.01.2018 al 31.12.2019). Il 2020 sarà ancora un anno di proroga, visto che la Giunta Fedriga ha avviato l’iter amministrativo per l’affidamento del servizio che si spera si concluderà entro l'anno con la stipula del nuovo contratto. Questo immobilismo contrattuale che si protrae ormai da oltre 4 anni ha paralizzato alcune scelte strategiche, come quelle legate alla strutturazione di una nuova offerta di corse, alla modifica dell’orario cadenzato e soprattutto alla riduzione dei tempi di percorrenza. Lo stato di precarietà ha poi vincolato il gestore Trenitalia, che in pendenza della proroga contrattuale ha bloccato gli investimenti relativi all’acquisto di nuovi treni per il Fvg. In quest’ottica si comprende l’importanza della scelta fatta nel 2010/2011 dalla Regione con l'acquisto dei treni Civity, in mancanza dei quali oggi il Fvg ferroviario sarebbe equiparabile a quello di regioni poco virtuose. Il nuovo contratto di servizio detterà le scelte per i prossimi 10 anni sia in ambito dell’offerta (produzione KmTreno), che in ambito tariffario. Per quanto concerne il primo aspetto, l’eventuale incremento del numero dei treni, dovrà contemporaneamente tener conto dello stato dell’infrastruttura ferroviaria, ovvero della rete gestita da RFI, la quale dovrà necessariamente essere migliorata con significativi investimenti, adeguando alcuni tratti di rete, eliminando alcuni passaggi a livello e migliorando l’accessibilità nelle stazioni. Sul fronte tariffario l’auspico invece è che non si segua l’esempio poco virtuoso delle altre regioni, dove si prevedono significativi aumenti nei prossimi anni. Bisognerà cercare di contenere gli aumenti, visto che le tariffe sono già mediamente alte, e prevedere una serie di incentivi e premialità per aumentare il numero dei passeggeri: • introduzione delle tariffe differenziate per orario, incentivando così un’offerta dinamica, seguendo ad esempio i modelli tradizionali del trasporto aereo in cui si incentiva il tasso di riempimento offrendo tariffe scontate per andare ad intercettare una domanda aggiuntiva di passeggeri nelle fasce morbide; • introduzione di sconti per famiglie; • tariffe weekend scontate per favorire l’utilizzo del treno per scopi turistici; • gratuità del supplemento bici lungo l’intera rete regionale, ovvero il pagamento di un supplemento simbolico (€ 1), favorendo così il servizio treno+bici e la promozione turistica delle ciclabili del Fvg; • riteniamo buona la politica attuata sugli abbonamenti scolastici, la cui tariffa sperimentale ha permesso forti riduzioni e risparmi alle famiglie. Il nuovo contratto di servizio dovrà prevedere poi un sistema di incentivante per il Gestore, ovvero un bonus/malus con parametri prestazionali rigidi, con penali e premialità, non solo per la puntualità e l’affidabilità, ma soprattutto per l’informazione all’utenza e per l’incremento del numero dei passeggeri e della velocità commerciale (riduzione dei tempi di viaggio). Inoltre nell’ottica di una regione sostenibile e vocata al turismo, riteniamo necessario giungere al più presto al biglietto unico che permetta all’utente - col medesimo titolo – di viaggiare indistintamente col treno o col bus, raggiungendo quell’integrazione vettoriale che farebbe fare un ulteriore salto di qualità al trasporto pubblico regionale.     Fonte: Comitato Pendolari Alto Friuli 

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