Il Museo Archeologico della Laguna di Marano, a Marano Lagunare (UD), ospiterà da giovedì 28 maggio 2015 a martedì 1. novembre 2016 la mostra “SPATHA. Dal mare una spada con mille anni di storia”
Ritorna quindi a Marano, dove venne brevemente esposta al pubblico per la consegna ufficiale nel gennaio del 2012, la spada medievale recuperata, nelle acque antistanti il versante marino dell’isola di Martignano, dai fratelli Milocco nel dicembre del 2011.
Ritorna per la mostra “Spatha. Dal mare una spada con mille anni di storia”, fortemente voluta dall’Amministrazione del Comune di Marano Lagunare, con il pieno sostegno della Soprintendenza Archeologia del FVG.
L’esposizione, che verrà inaugurata il 28 maggio, alle ore 17.30 e durerà fino al 1 novembre 2016, vuole raccontare una storia, quella della spada rinvenuta da due pescatori maranesi, ma anche la storia del mare stesso, da sempre involontario museo delle vicende umane.
Il mare che accoglie le tracce del nostro passato, le conserva nei propri fondali e spesso le anima di nuova vita.
La moderna ricerca archeologica subacquea ha restituito alla memoria alcune di queste testimonianze, che oggi trovano spazio nei musei.
Altre volte, invece, sono scoperte fortuite a riconsegnare alla collettività pagine di storia che sembravano perdute. Ed è questo proprio il caso dell’eccezionale reperto, risalente all’epoca delle crociate, recuperato in alto Adriatico nel 2011, che è potuto arrivare a noi grazie non solo alla
scoperta fortuita di Adriano ed Angelo Milocco ma grazie anche al mare stesso che ha creato tutto intorno alla spada un guscio naturale di sabbia cementata che l’ha incredibilmente protetta dal tempo.
Ora, ripulita e accuratamente restaurata nel laboratorio di restauro della Soprintendenza da Daniele Pasini, la spada verrà esposta, per la prima volta al pubblico, in questa mostra realizzata, su progetto scientifico del prof. Massimo Capulli dell’Università di Udine, dal Comune di Marano Lagunare, dalla Soprintendenza Archeologia del FVG e dall’Università di Udine, con il contributo del GAC (Gruppo di azione costiera) e della
Provincia di Udine.
La spada, lunga 106 cm. e del tipo a una mano, con lama in ferro e fodero ligneo, è stata oggetto di studio da parte del Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali dell’Università di Udine, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche, con il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova e il Laboratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como.
Collocabile cronologicamente in un periodo compreso tra la metà del X e la metà del XII secolo, il reperto, come si deduce dal titolo, costituisce la parte centrale dell’esposizione che ne narra la scoperta, il restauro, le analisi.
Ma, al di là, dell’importanza scientifica del ritrovamento, la mostra è anche un omaggio allo spirito di collaborazione tra gli uomini del mare e lo Stato, indispensabile per la salvaguardia del patrimonio archeologico marino.
Così narra la mostra…….
di Massimo Capulli
“La nostra storia ebbe inizio nel pieno medioevo con la forgiatura di una spada in ferro, arma da cavaliere e perciò simbolo di grande prestigio. Non conosciamo il nome del suo possessore, né perché sia finita nelle acque dell’alto Adriatico, poiché la maggior parte delle vicende umane non lascia traccia nei ricordi dei cronisti. Ecco però che il mare, quasi fosse dotato di una volontà sua, si fa per noi museo. Accoglie questa traccia del nostro passato, la conserva nei propri fondali e la anima di nuova vita. La storia del naufragio divenne leggenda, la leggenda divenne mito e per 1000 anni della spada si perse ogni conoscenza finché, quando si presentò l’occasione, il mare la restituì agli uomini.
L’energia delle onde muove di continuo i fondali delle isole che separano il mare dalla laguna di Marano. Capita così che, nelle acque antistanti il versante marino dell’Isola di Martignano, durante una delle quotidiane battute di pesca dei fratelli Adriano e Angelo Milocco nel rastrello finisce una concrezione la cui forma non lascia dubbi. E così, dove molte altre volte i pescatori avevano setacciato la sabbia con le loro turbosoffianti in cerca di molluschi, il mare che per dieci secoli si era impossessato della spada riconsegna alla memoria degli uomini questa pagina di storia. “
ORARI APERTURA
Museo Archeologico della Laguna – via Sinodo, 18 – Marano Lagunare (UD)
sabato e domenica: dalle 15.00 alle 18.30
(per eventuali variazioni consultare il sito del Comune di Marano Lagunare)
INGRESSO LIBERO
Prenotazioni visite di gruppo: Archeoscuola +39 333 6662376, +39 347 5549966
ENTI REALIZZATORI
Comune di Marano Lagunare – Assessorato alla Cultura, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia, Università degli Studi di Udine – Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali
COORDINAMENTO SCIENTIFICO
Soprintendenza Archeologia del Friuli Venezia Giulia
IDEAZIONE, CURA E PROGETTO SCIENTIFICO
Massimo Capulli (Università di Udine – Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali)
COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
Paola Maggi (Museo Archeologico della Laguna di Marano), Comune di Marano Lagunare, Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali – Laboratorio di Archeologia delle Acque
Info: Comune di Marano Lagunare

