“Oltre lo sguardo…nei meandri dell’essere” mostra fotografica di Luciano Stevenin
Da domenica 17 ottobre a mercoledì 10 novembre 2010, presso l’Hotel-Relais L’ultimo Mulino di Bannia di Fiume Veneto (Pn)
Si abusa spesso della definizione di “artista”.
Nel caso del fotografo Luciano Stevenin ( Pinerolo 1972) è l’unica definizione che puo’ descrivere e sintetizzare la persona e l’opera, la ricerca, la dedizione e l’onestà intellettuale.
La sua passione per la fotografia, che risale agli anni dell’adolescenza, quando si divertiva a fermare momenti, situazioni, emozioni, paesaggi per lui significativi, da subito si sposa con il desiderio di conoscenza, di crescita e miglioramento. Stevenin ha sempre avvertito la necessità di studiare le tecniche indispensabili ad esprimere al meglio il suo sentire ed è riuscito ad impadronirsene senza mai esserne condizionato, senza mai cadere o anche solo scivolare nel facile virtuosismo o nel tecnicismo di maniera.
Fin dall’inizio, Stevenin ha usato i suoi clic come mezzo per dire altro, per cercare risposte che erano tutte racchiuse e presenti nella realtà quotidiana che lo circondava: bastava saper guardare…oltre lo sguardo.
Conosce i grandi della fotografia mondiale da cui ha appreso l’enorme lezione sul rapporto fra luci e ombre. Ma l’autore resta maggiormente influenzato dalla pittura, soprattutto del ‘900 e contemporanea, lo affascina l’informale e l’astratto, la ricerca dello spazio, del colore, del segno, delle forme.
Un modo di fotografare il suo, anzi di interpretare la realtà, del tutto nuovo, fuori dagli schemi e temi più classici della fotografia.
Una fotografia astratta, informale, che parte dallo scatto di un particolare frammento del reale, un reale apparentemente ovvio, che vediamo tutti i giorni, ma che diamo per scontato.
E sono proprio quei frammenti, che l’autore ferma, componendoli, per esprimere il suo messaggio.
Da qui la sua scelta tecnica di rappresentare superfici e non prospettive, perché le superfici, secondo Stevenin, rappresentano, interpretano il disagio, i disagi dell’uomo d’oggi; la prospettiva, invece, è il futuro, il vedere, il progettare, e questa visione prospettica non è propria dell’uomo contemporaneo, troppo preso e attanagliato dal e nel presente, un presente sempre più pressante ed inquietante.
Lo sguardo di Stevenin è realista, a volte crudo, non privo, tuttavia, di speranza per un altro mondo possibile, ma ci sono infinite possibili chiavi di lettura delle sue opere, che lasciano ciascuno libero di vedere, di cogliere, di sentire nella massima libertà in quanto – come sostiene lo stesso Stevenin – “un’opera d’arte perché sia tale deve avere la capacità di emozionare, di far pensare, riflettere o comunque di lasciare un segno nella mente e nell’animo”.
Luciano Stevenin, nato a Pinerolo nel 1972, vive e lavora a Udine dal 2004.

