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Oscar Hermann Lamb, Amazzone, 1932[/caption]
“Monaco, Vienna, Trieste, Roma”. Il primo Novecento al Revoltella.
Da giovedì 25 gennaio a domenica 2 settembre 2018.
Inaugurazione della mostra: il 24 gennaio, alle ore 18
È un continuo dialogo tra il dentro e il fuori quello che si può ammirare al quinto piano della Galleria d’Arte Moderna del Museo “Revoltella” dal 25 gennaio al 2 settembre.
Il “dentro” è rappresentato dalle fondamentali proposte di artisti triestini e giuliani.
Il “fuori” è offerto dalla superba collezione di artisti italiani, e non solo, patrimonio del Museo.
Il titolo dell’esposizione - “Monaco, Vienna,Trieste, Roma” - richiama
l’influenza di Monaco di Baviera e di Vienna su Trieste, negli anni in cui il capoluogo giuliano apparteneva all’Impero d'Austria-Ungheria, e l’interscambio – parallelo e successivo - tra gli artisti della città e del territorio e l’Italia.
Il percorso, ideato da Susanna Gregorat, conservatore del “Revoltella”, si sviluppa su
sette sezioni, a documentare questi flussi e queste influenze,
dagli anni delle Secessioni a quelli del “ritorno all’ordine”, coprendo una storia che dagli albori del Novecento si inoltra nel “secolo lungo”, sino a lambire il secondo conflitto mondiale.
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Vito Timmel, Fochi, 1924[/caption]
L’esposizione prende il via dalle opere realizzate nei primi anni del Novecento dai
più prestigiosi e noti artisti triestini e giuliani. Ricorrono i nomi di Eugenio Scomparini, Glauco Cambon, Arturo Rietti, Adolfo Levier, Argio Orell, Vito Timmel, Guido Marussig, Antonio Camaur, Alfonso Canciani, Piero Lucano, Guido Grimani, Gino Parin, e ancora Carlo Sbisà, Arturo Nathan, Leonor Fini, Giorgio Carmelich, Vittorio Bolaffio, Edgardo Sambo, Marcello Mascherini.
Sono
dipinti, sculture e grafica fortemente condizionati dal clima secessionista d’Oltralpe monacense e viennese.
Sperimentato, in molti casi, attraverso la formazione veneziana e il clima internazionale delle Biennali, ma soprattutto frutto della formazione alle Accademie di Belle Arti di Monaco di Baviera e di Vienna.
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Gino Parin, Armonia in bianco e rosso, 1914[/caption]
Una sezione monografica è riservata all’
arte pittorica e grafica di Federico Pollack, più noto a Trieste come Gino Parin, contraddistinta da uno stile del tutto originale e maturata in ambito europeo e britannico.
Il percorso introduce poi il visitatore nella
duplice sezione dedicata all’arte italiana degli anni Venti e Trenta, caratterizzata dal
recupero della tradizione artistica italiana (il cosiddetto 'ritorno all’ordine' di sarfattiana memoria).
Qui si ammirano i capolavori patrimonio del Museo: i dipinti di Felice Casorati, Carlo Carrà, Mario Sironi, Guido Cadorin e Felice Carena, in ambito nazionale. E, a livello territoriale, le autorevoli opere di Piero Marussig, Carlo Sbisà, Edgardo Sambo, Oscar Hermann Lamb, Edmondo Passauro, Mario Lannes, Eligio Finazzer Flori, Alfonso Canciani.
La sezione successiva
indaga lo stretto rapporto umano e artistico instauratosi tra i triestini Arturo Nathan, Carlo Sbisà e Leonor Fini, non disgiunto dall’interazione, pur limitata nel tempo, con un grande artista avanguardista quale fu
Giorgio Carmelich, prematuramente scomparso a soli ventidue anni.
Segue la sezione dedicata alla figura del
pittore goriziano Vittorio Bolaffio, artista dalla personalità tormentata, fortemente legato a Trieste e al triestino Umberto Saba, nel cui particolare lirismo si rispecchiò.
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Plino Nomellini, La-primula, 1925[/caption]
A concludere il percorso è la
inedita sezione riservata alla Secessione romana, rievocata dai dipinti di alcuni protagonisti di quella stagione particolare che, sviluppatasi tra il 1913 e il 1916, vide a confronto numerosi artisti di diversa provenienza geografica e formazione artistica, in una visione moderatamente avanguardistica, ma molto ben definita.
Qui, opere di artisti italiani quali Armando Spadini, Plinio Nomellini, Giovanni Romagnoli, Felice Carena, Lorenzo Viani si affiancano ad artisti territorialmente più vicini, quali Teodoro Wolf-Ferrari, Virgilio Guidi, lo scultore Ceconi di Montececon e, ancora, il triestino Edgardo Sambo che nel suo sorprendente dipinto “Macchie di sole” del 1911 riecheggiò mirabilmente quella fervida e oramai lontana esperienza del secessionismo italiano.
“Questa mostra – osserva Laura Carlini Fanfogna, Direttore dei Civici Musei di Trieste – evidenzia, ancora una volta, la ricchezza delle Collezioni d’arte del “Revoltella”, Museo fondamentale per qualsiasi indagine sul Novecento italiano. Qui troviamo, com’è opportuno che sia, una documentazione puntuale e organica dell’arte giuliana. Ma qui si conservano e ammirano anche capolavori tra i maggiori del secolo, degli artisti italiani e non solo. Come questa esposizione attentamente mette in luce”.
Un'importante rassegna sulle Collezioni che ben chiarisce il rilievo di Trieste come snodo nel mondo dell’arte. Un percorso di indagine che, dal prossimo giugno, sarà approfondito dalla grande retrospettiva su Leopoldo Metlicovitz, pittore, illustratore, scenografo teatrale e pubblicitario triestino che percorse interamente gli anni esaminati da questa mostra.
INFO
Museo Revoltella - Via Diaz, 27 - Trieste
T. 040 675 4350 / 4158
ORARI DI APERTURA
LUNEDì, MERCOLEDì, GIOVEDì, VENERDì, SABATO E DOMENICA: orario 10 - 19
MARTEDì CHIUSO
La cassa chiude alle 18.15
BIGLIETTI D'INGRESSO
Intero 7,00 €
Ridotto 5,00 €
Ridotto scolastico: 3,00 € a partecipante
Biglietto scuola per gruppi che usufruiscono del servizio didattica: 1 €
Visita guidata su prenotazione: 55,00 € per gruppi max 30 persone
L’esposizione è promossa dal Comune di Trieste-Assessorato alla Cultura e curata da Laura Carlini Fanfogna.
Info e prenotazioni: www.museorevoltella.it