
Occidentalismo 1900-1950
Il Museo della Moda di Gorizia propone una mostra interamente dedicata ai
kimono. Non kimono qualunque, ma quelli
prodotti in Giappone tra il 1900 e gli anni ’40, pezzi che riflettono la volontà imperiale di occidentalizzare il Paese.
Ai motivi tradizionali si affiancano disegni coloratissimi che richiamano, in modo puntuale, il Cubismo, il Futurismo e le altre correnti artistiche europee. C’è anche un singolare kimono che celebra il patto tripartito Roma-Berlino-Tokyo del 1940, dove la bandiera italiana è seminascosta dentro le cuciture mentre il sol levante e la svastica campeggiano ovunque.
A proporre la Mostra è l’ERPAC - Ente Regionale Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia, nella sede del
Museo della Moda e delle Arti Applicate a Borgo Castello (Gorizia),
da mercoledì 21 novembre 2018 a domenica 17 marzo del 2019.
Il Museo della Moda di Gorizia è uno tra i pochissimi musei dedicati alla moda presenti sul territorio nazionale.
Nell’immaginario collettivo occidentale il kimono rappresenta l’icona stessa del Giappone nella sua veste suadente di raffinatezza ed esotismo.
Ma pochi sanno che una cospicua parte dei kimono prodotti entro la prima metà del Novecento, cioè i kimono
Meisen, sfugge decisamente a questa categoria, adottando fantasie suggerite dai movimenti d’Avanguardia (si va dalla Secessione viennese alla Scuola di Glasgow, dal Futurismo al Cubismo, dal Divisionismo all’Espressionismo astratto di Jackson Pollock), ispirate a contemporanei fatti di storia oppure ancora alle conquiste tecnologiche, in un eccitante e quanto mai sorprendente caleidoscopio di colori, fantasie, tecniche di decorazione e di tessitura, anche queste ispirate alla produzione tessile occidentale.
La mostra presenta
40 pezzi, tra kimono e haori (sovrakimono), una selezione particolarmente significativa del contesto illustrato, per far conoscere al pubblico un settore della produzione tessile giapponese fino ad oggi poco esplorato.
Potevano essere apprezzate da persone di una certa cultura o anche semplicemente curiose o desiderose di apparire al passo con i tempi.
I 40 esemplari esposti, insieme a obi, stampe, illustrazioni e riviste, provengono da una importante collezione italiana, la
collezione Manavello.
Tale collezione nel suo complesso è ben più numerosa, includendo capi da uomo, donna e bambino, sia tradizionali che non, oggetti e suppellettili attinenti all’abito e al suo contesto, quali calzature e accessori per capelli, oggetti per la cerimonia del tè, bambole e documentazione cartacea.
Info:
Musei regione FVG
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