Eventi
Mex Pro - Messico Circa 2000
- Data: da venerdì 15 aprile a lunedì 15 settembre 2014
- Luogo: Trieste
- Data inizio: 15-04-2014
- Data fine: 15-09-2014
Parte integrante del progetto PONTE INTERNAZIONALE DI ARTE CONTEMOPORANEA ITALIA-MESSICO promosso dall’associazione culturale triestina GRUPPO78 già dal 2010 in una prospettiva di scambio culturale concordato tra i due paesi sul terreno dell’arte contemporanea - MEX PRO è l’ambizioso progetto internazionale che si svolge a Trieste nel corso del 2014, con successive espansioni nazionali e internazionali. Un progetto che - oltre all’intrinseca valenza culturale - ha anche il merito di celebrare il positivo, rinsaldato rapporto tra l’Italia e il messico in occasione del 140° anniversario dall’apertura delle prime relazioni diplomatiche tra i due paesi.
Due i segmenti principali nei quali MEX PRO si articola, la mostra MESSICO CIRCA 2000, visitabile dal 15.04.2014 al 15.09.2014 presso le Scuderie del Castello di Miramare - Trieste, e la macro installazione di 2500 sculture di terracotta di Alejandro Santiago in Piazza Unità d'Italia a Trieste, dal 20.11.2014; installazione che a settembre sarà a Venezia, con la mediazione di Adriano Berengo, il mago del vetro artistico di Murano.
In realtà tutta l’operazione MEX PRO va ben oltre i limiti della città in cui è nata, Trieste, muovendosi già in un clima europeo grazie all’interesse del Regno Unito, dell’Olanda e della Russia.
Questa grande iniziativa culturale sarà corredata a Trieste da una schiera di eventi collaterali distribuiti in spazi pubblici e privati.
'MESSICO CIRCA 2000'
90 artisti messicani
Dove: Scuderie del Castello di Miramare - Trieste
Date: 15.4.2014 - 15.9.2014 - h 10-18 tutti i giorni
Opening: 14.04.2014 - Ore 18.30
'2501 MIGRANTES'
Macro installazione di 2500 sculture di terracotta di Alejandro Santiago
Dove: Piazza Unità d'Italia - Trieste
Opening: 20.11.2014
Berengo Center for Art and Glass - Venezia
Opening: ottobre 2014
EVENTI COLLATERALI:
‘TOMÁS CASADEMUNT
UMBRALES
Theartphotogallery via Diaz 22/c - Trieste
date 14.06.2014 - 28.06.2014
opening sabato 14.06.2014 ore 18.00
Verrà inaugurata sabato 14 giugno alle ore 18 alla theartphotogallery di Trieste la mostra Umbrales di Tomás Casademunt, prestigioso evento collaterale del progetto MEX PRO che segue di pochi giorni l’apertura di un’altra straordinaria mostra Suturas de una ciudad di Alejandro Echeverría in visione alla Lux Art Gallery sempre a Trieste.
Secondo appuntamento della settimana con la fotografia messicana. Questa volta la scena è affidata a Tomás Casademunt, fotografo di fama internazionale diviso tra la natia Spagna e il Messico, suo paese d’adozione già dagli anni Novanta.
Da sempre in equilibrio tra il fotogiornalismo, la pubblicità, l’architettura e la fotografia industriale, Casademunt si è distinto fin dall’inizio per uno sguardo personalissimo sulle cose e sulle persone.
Incline all’utilizzo del bianco e nero, Casdemunt blocca nei propri scatti attimi di grande intensità, dove le ombre, i chiaro-scuri e la luce diventano i veri protagonisti.
Così anche nella mostra di Trieste intitolata UMBRALES, porte, soglie, varchi.
Un titolo non casuale che allude all’idea del transito, della scoperta rivelatrice, del passaggio attraverso porte dimensionali in cui la luce e l’ombra diventano centrali.
“Già da bambino - afferma Casademunt - ritornavo a casa da scuola calpestando le ombre per le strade nascondendomi in quelle generate dagli altri: pedoni, auto, biciclette, cani, nuvole, alberi, portali ... ma ancora non sapevo che queste silhouettes nere mi avrebbero attratto per sempre, che l’impulso della vita non sarebbe stato altro che sbirciare in questa affascinante, soglia luminosa. Oggi razionalizzo tale impulso inconscio e guardo la mia propria ombra. Mi riconosco in essa. Risveglio la mia coscienza in essa.”
Ospitata alla theartphotogallery di Trieste, la mostra raccoglie il lavoro sviluppato in più di diciotto anni in Messico. “Sono sempre stato fortemente influenzato - prosegue Casademunt - dalla ricerca delle porte dimensionali, una ricerca che si può riassumere nella ricerca di flash esistenziali in esse. Le pietre dell'antico Messico trasudano ancora un potente energia. Quella che ancora mi attira e che mi ha portato qui. La tomba di Mitla a Oaxaca, gli Archi Maya dello Yucatan, il volto di Chac mentre invoca la pioggia; gli altari dei morti che fioriscono ogni primo novembre aprono la porta del caro defunto, varcando la soglia della sua assenza”.
ALEJANDRO ECHEVERRÍA
SUTURAS DE UNA CIUDAD
Lux Art Gallery
Via Rittmeyer 7/a - Trieste 13.06.2014 - 04.07.2014
opening
giovedì 12.06.2014 ore 19.00
Verrà inaugurata giovedì 12 giugno alle ore 19 alla Lux Art Gallery di Trieste la mostra Suturas de una ciudad di Alejandro Echeverría, nuova tappa dell’articolatissimo progetto MEX PRO che settimana dopo settimana non smette di offrire nuovi spunti ed appuntamenti per raccontare il variopinto mondo dell’arte messicana.
Le fotografie di Alejandro Echeverría sono come “suture di una città” - da cui il titolo della mostra - sono frammenti di altri muri visti da vicino, piatti e di fronte.
In assenza di elementi riconoscibili - solo alcune immagini rivelano sottili dettagli architettonici come una maniglia, un contatore della luce o il numero civico di una casa - vediamo emergere le più disparate forme colorate: chiaro-scuri, sottili variazioni di toni, scontri brillanti di colori, monocromie color pastello, forme astratte e segni riconoscibili. Le immagini vengono definite dalle tracce umane che fungono da indicatori primari delle dimensioni: pennellate, gocce di colore, tag fatti a bomboletta, messaggi graffiati.
Il muro intonso, così come la tela bianca, interessa poco a Echeverría. Sono le suture, quel particolare momento tra il ripristino di un muro e la cicatrice successiva ad attirare la sua attenzione. Che si cerchi di mascherare una frase, un tag, un disegno, le forme di intervento sono sempre diverse e generano sempre una forma nuova per far ritornare il muro al suo anonimato.
E’ questo particolare momento che Echevarría cattura, mentre l'altalena di ripristini e cicatrici continua anche molto dopo lo scatto.
Nel suo film L'arte subconscia di rimozione dei graffiti (2001) Matt McCormick descrive con ironia le composizioni spesso belle e persino artistiche che vengono create quando si coprono di pittura i graffiti.
La narratrice Miranda July descrive questo processo come “un intrigante movimento artistico” in sé, ed evidenzia tre forme stilistiche: lo stile simmetrico, nel quale è possibile identificare un ordine geometrico di quadrati e rettangoli a strati; lo stile fantasma, nel quale chi rimuove i graffiti ne segue le linee sottolineandone forma e tag originali; lo stile radicale, nel quale chi sovrascrive non riprende né la geometria né il tag originale come base per dipingere.
Tutti questi stili appaiono nelle fotografie di Echeverría, ed è particolarmente calzante in tale contesto la descrizione fatta nel film del passaggio da un segno intenzionale specifico del tagger ad una forma non intenzionale ma ugualmente specifica dell'anonimo artista. A differenza della tesi di McCormick, che celebra l'arte inconscia di rimozione dei graffiti, Echeverría non ha un eroe protagonista. Qui il gesto anonimo non è pertinente di per sé e nemmeno nella sua interezza, è bensì la materia prima che l'autore usa per comporre la sua opera.
Echeverría non documenta i segni sui muri in modo sistematico o con l'intenzione di registrare l'opera urbana di altri. Eliminando deliberatamente l'informazione superflua, Echeverría usa la trama e i colori che trova tra i segni della città e crea una composizione astratta che parte da un dipinto ready-made. In tal senso il procedimento ricorda Gerhard Richter, con le sue fotografie di primi piani dei suoi dipinti astratti: laddove Richter coi suoi dettagli tratta di pittura senza rivelare il dipinto originale, Echeverría usa i muri della città senza citare un luogo specifico.
La maggior parte delle opere esposte in questa mostra sono state scattate di recente a Oaxaca, città di Echeverría, ed altre a Città del Messico. Eppure tutte vivono indipendentemente dal luogo, dal tempo e dall'anonimo collaboratore. Questa ambiguità di luogo attribuisce all'opera una certa familiarità. Quando ci sembra di riconoscere uno slogan politico cancellato o un segno con colori stratificati, le fotografie catturano un aspetto intrinseco della nostra esperienza urbana condivisa. [...] Parte del comunicato è stato tratto dal testo critico di Steffen Böddeker (Oaxaca, Mexico, - giugno 2014).
- MARE PRIMO di Manolo Cocho - Lux Art Gallery - 25.1.2014
- A'NABAANY di Lucio Santiago - Museo Carà di Muggia [Ts] - 14.3.2014
- ROSTROS DE LA FIESTA - Scuderie del Castello di Miramare, in concomitanza con la mostra di pittura - 14.4.2014
- SPIN-VIDEO - DoubleRoom Gallery - 14.5.2014
- UMBRALES di Tomas Casademunt - ArtPhoto - 14.6.2014
- SUTURAS DE UNA CIUDAD di Alejandro Echeverria - Lux Art Gallery - 14.6.2014
- TERRA di Manolo Cocho - Check Point Paint art gallery - Trieste - 13.06.2014
- PSYGHO VISION - Stazione Rogers - 28.6.2014
- INTERSECCIONES - Lux Art Gallery - 11.7.2014
- LA HUELLA GRAFICA - Lux Art Gallery - 22.8.2014
- GERMAN VENEGAS - Lux Art Gallery [Ts] - 19.9.2014
- GERMAN VENEGAS - Berengo Center for Art and Glass [Ve] - ottobre 2014
MANOLO COCHO
TERRA. La creazione
CHECK POINT PAINT art gallery! Via Castaldi 3, 34137 Trieste
Opening venerdi 13.06.2014 ore 18.00
orario: mercoledì / giovedì / venerdì 17 - 19.30
su appuntamento contattando 334 3372462, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Venerdi 13 giugno, alle ore 18, nella nuova galleria d’arte Check Point Paint di via Castaldi 3 si inaugura una nuova mostra personale dell’artista messicano Manolo Cocho intitolata TERRA , la creazione a cura di Maria Campitelli.
Manolo Cocho, nato nel 1968, è messicano e triestino da parte di madre.
Con al suo attivo un centinaio di mostre collettive e personali in Musei d’arte contemporanea e gallerie private in Messico, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Polonia, Canada, Cocho può venir senza dubbio definito un artista multimediale, riuscendo ad esprimersi pienamente in pittura, scultura, fotografia e nell’installazione.
La personale di Manolo Cocho al Check Point Paint segna la conclusione di un percorso espositivo iniziato il maggio scorso a Venezia al Calcagno Art Studio, con la mostra AriA. l’invisibile.
Manolo Cocho parte da una rilettura della numerologia simbolica dell’‘I-Ching’, testo sacro della filosofia taoista, dove l’aria e la terra, per il loro altissimo contenuto simbolico, incarnano il numero uno e due dell’oracolo dei 64 simboli principali. Per Cocho l’arte incarna alla perfezione la sintesi bipolare dei principi aria e terra. L’artista, con la sua opera generata dall’impulso creativo, attribuisce forma e significato alla materia, donandole in questo modo la vita.
Saranno presenti in mostra grandi opere di pittura materica e piccolissimi monili di pietra e argento; opere in apparenza molto diverse ma accomunate dalla medesima ragione concettuale: la forza dell’idea che trova nella duttilità della materia la sua naturale espressione.