"Mascherine chirurgiche usa e getta per i milioni di studenti che si apprestano a tornare a scuola nelle prossime settimane. Lo ha stabilito il 2 settembre il Comitato tecnico scientifico guidato da Domenico Arcuri.
Una decisione che ha spiazzato chi da mesi chiede, invece, l’utilizzo di mascherine riutilizzabili per mitigare il più possibile l’impatto ambientale dell’uso di questi dispositivi fondamentali per scongiurare nelle aule la diffusione a tappeto del contagio da Covid-19."
La notizia è riportata da Legambiente Friuli Venezia Giulia, che aggiunge: "Con la scelta della soluzione monouso è prevista la dotazione gratuita di 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno per gli studenti il che, come sottolineato dalla commissione Ecomafie, significherà produrre quotidianamente 44 tonnellate di rifiuti da smaltire attraverso l’incenerimento."
Secondo
Stefano Vignaroli, presidente della Commissione, con le
mascherine di comunità si eviterebbe invece “una enorme mole di usa e getta che va ad appesantire il nostro sistema impiantistico per il trattamento dei rifiuti e non è certo educativo per i ragazzi, ai quali invece la scuola dovrebbe dare il buon esempio anche sul fronte della difesa dell’ambiente”.
In attesa di capire se ci sarà un passo indietro da parte del Comitato tecnico scientifico, considerato anche il sostegno alle mascherine riutilizzabili espresso da tempo dal ministero dell’Ambiente e la certificazione di questa soluzione da parte del ministero della Salute, sono tante le voci contrarie che si stanno levando contro la direzione intrapresa dal ministero dell’Istruzione.
“Auspichiamo che venga predisposta una fornitura adeguata di mascherine riutilizzabili certificate, equivalenti a quelle chirurgiche monouso, per gli studenti – dichiara
Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – sollecitandoli e invogliandoli a utilizzare le lavabili per ridurre il quantitativo di usa e getta che circola nel Paese, e garantendo comunque la tutela della salute. Per far questo sarà fondamentale porre grande attenzione anche all’insegnamento e alla diffusione di modalità di comportamento corrette, a partire dalle modalità di utilizzo e lavaggio delle mascherine, seguendo le indicazioni dell’ente certificatore e del produttore. Inoltre, chiediamo di privilegiare le produzioni nazionali e di qualità per dare un giusto riconoscimento alle aziende italiane che hanno riconvertito alcune loro linee produttive. La riapertura delle scuole è il più grande cantiere civico che il nostro paese si trova ad affrontare e la prevenzione la faranno gli strumenti ma anche la consapevolezza dei giusti comportamenti da assumere per garantire la prevenzione dal virus”.
Secondo la Società italiana di Medicina generale «l'istruzione è un settore chiave della nostra società: sono circa 10 milioni gli italiani coinvolti nelle scuole e nelle università. Dobbiamo dunque monitorare la situazione». Per questo la SIMG ha prodotto un decalogo con le misure essenziali, a cui attenersi. Il principale presupposto per evitare i contagi è quello di stare lontani dalle vie aeree l'uno dell'altro: laddove non si possano mantenere distanze sufficienti, la mascherina diventa lo strumento più utile.
Ogni alunno deve quindi portare con sé un dispositivo medico chirurgico - quindi non le semplici mascherine di stoffa - da utilizzare durante le lezioni laddove necessario, durante i momenti ricreativi e gli spostamenti per i bagni.
La mascherina non deve essere toccata o tolta; deve essere sempre pulita e cambiata una volta al giorno.
Si consiglia di personalizzare il dispositivo così che possa essere riconoscibile.