Attenzione: la mostra “L’Icona russa e la Nuova Arte” è stata PROROGATA FINO AL 25 FEBBRAIO 2018.
Vista l’ottima risposta di pubblico, il Comune di Palmanova e la Fondazione Aquileia, organizzatori della mostra, hanno deciso di prorogare “L’Icona Russa e la Nuova Arte”.
L’esposizione sarà visitabile, gratuitamente,
fino a domenica 25 febbraio 2018, sempre all’interno della Polveriera Napoleonica di Contrada Garzoni a Palmanova.
Dal 6 febbraio a fine mostra, l’orario di apertura sarà dalle 12 alle 18, tutti i giorni tranne il lunedì.
Dopo Roma, dal 19 dicembre 2017 al 4 febbraio 25 febbraio 2018 arriva a
Palmanova (UD) la mostra
“L’Icona russa e la Nuova Arte”, tra suggestione spirituale e tradizione figurativa.
Dal 19 dicembre 2017 al
4 febbraio 25 febbraio 2018
, alla Polveriera Napoleonica di Contrada Garzoni a Palmanova, apre la mostra dedicata a “
L’Icona Russa e la Nuova Arte”. Grazie a un’iniziativa congiunta della Fondazione Aquileia, del Comune di Palmanova, al sostegno delle Ambasciate della Federazione Russa presso la Santa Sede e presso il Quirinale e alla generosità di un mecenate russo, vengono esposte
36 icone provenienti dal Museo d’arte e di cultura russa Andrey Rublev e dal Museo Privato dell’Icona Russa.
La mostra ha avuto una prima tappa a Roma, nella sede di Palazzo Braschi, in occasione dei 25 anni delle relazioni diplomatiche tra la Federazione Russa e l’Ordine di Malta, e si presenta ora a Palmanova come seconda e ultima tappa in Italia ed evento speciale per celebrare l’ingresso della Città fortezza di Palmanova nel Patrimonio Mondiale UNESCO, avvenuta nel luglio scorso.
In mostra sono presentate
opere di botteghe e laboratori molto noti (come una Trasfigurazione dipinta nel Palazzo dell’Armeria di Mosca),
icone provenienti dalle regioni del Volga, di Kargopol’, del bacino del fiume Kama – territori nei quali nel corso del XVII-XVIII secolo si svilupparono scuole e maniere iconografiche locali. Ai visitatori saranno presentate
icone mariane (la Madre di Dio Odigitria di Šuja e la Madre di Dio Odigitria di Tichvin del XVII secolo, la Madre di Dio della Passione della fine XVII-primo terzo del XVIII secolo),
un ciclo cristologico (la Trasfigurazione del XVII secolo, l’Entrata del Signore a Gerusalemme del XVIII secolo, la Resurrezione di Cristo del XVIII secolo) e anche l’Arcangelo Michele, San Nicola Taumaturgo (di Zarajsk), il Miracolo di san Giorgio e il drago, i Martiri Quirico e Giulitta, la Grande Martire Parasceve, e infine,
raffigurazioni di santi monaci russi: San Sergio di Radonež, i Santi Zosima e Savvatij, San Makarij di Unža, San NildiStolbnyj, i Santi Evfimij e Chariton di Sjamžem.
Le icone esposte si collocano tra la
fine del Seicento e la fine del Settecento, periodo che corrisponde al “secolo d’oro” di Palmanova. Un momento di grande vitalità e cambiamento che portò la Fortezza dall’essere una “città caserma” a diventare centro di scambi e punto di riferimento per le realtà agricole e produttive circostanti.
«Le opere esposte - rileva il Presidente della Fondazione Aquileia
Antonio Zanardi Landi - evidenziano un fatto nuovissimo nell’arte dei pittori di icone russe: un genere artistico apparentemente immutabile, che da quasi mille anni riproduceva soggetti e stilemi invariati, si inseriscono per la prima volta elementi e spirito provenienti da lontano. Il vento del Barocco italiano ed europeo era giunto fin nelle città e nei remoti villaggi russi dove lavoravano e pregavano gli “scrittori” di icone (questa l’espressione con cui la cultura russa definisce gli artisti iconografi). Un Barocco un po’ “diluito” dal lungo viaggio, ma ben riconoscibile e godibile, come d’altra parte i segni lasciati dal Seicento sull’austera struttura e sull’architettura militare palmarina. E questa apertura nei confronti di tendenze artistiche nuove sembra aver determinato una modificazione genetica nell’arte dello “scrittore” di icone che da allora sembra voler seguire e talvolta anticipare i tempi. Ne sono testimonianza due opere che chiudono la mostra: un’opera di Vladimir Tatlin “Composizione con superfici trasparenti”(1916), mai esposta finora, oltre a una scultura contemporanea in ferro ed acciaio “Madre di Dio Grande Panagia“ di Dmitrij Gutov (2012)”».
La presenza di questa mostra a Palmanova ricorda anche come la vicina Aquileia abbia per secoli rappresentato la Porta ad Oriente dell’Impero Romano prima e del Patriarcato poi.
Curatrice del progetto è la direttrice della sezione di studi e ricerche scientifiche del Museo Andrey Rublev, Lilija Evseeva.
L’organizzazione della mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della fondazione “Museo Privato dell’Icona Russa”, fondata da Mikhail Abramov.
Il progetto che ha portato in Italia la collezione, rappresenta un
esempio di collaborazione tra pubblico e privato e offre l’occasione di esporre all’estero anche opere provenienti da uno dei principali musei statali russi.
Gli organizzatori auspicano che la presenza dell’importante mostra di icone russe a Palmanova possa costituire un segnale della marcata volontà di ripresa di un più approfondito dialogo a tutto campo con il mondo della grande cultura russa che un contributo così importante ha dato alla cultura e all’arte europea in un secolare processo di fertilizzazione incrociata e di reciproco stimolo.
Informazioni
Apertura mostra “L’Icona Russa e la Nuova Arte”
Dal 19 dicembre 2017 al 4 febbraio 2017
Orario: dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18
Chiuso il 25 dicembre 2017 e il 1 gennaio 2018.
Dal 6 febbraio
fino a domenica 25 febbraio 2018 l’orario di apertura sarà dalle 12 alle 18, tutti i giorni tranne il lunedì.
Ingresso gratuito
Info:
Comune di Palmanova