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L’Europa vuole regolamentare gli affitti brevi e quelli turistici

[caption id="attachment_114769" align="aligncenter" width="1260"] ph Wikicasa[/caption] La Commissione Europea vuole regolamentare gli affitti di alloggi a breve termine, destinati principalmente al turismo. Con questa proposta la Commissione europea intende regolamentare ed aumentare la trasparenza nel settore degli affitti di breve durata, che negli ultimi due anni ha subito una esponenziale crescita del 138% (dati Eurostat). I 22 Stati membri hanno infatti creato sistemi di registrazione diversi tra loro, creando una frammentazione a livello Ue, in cui la trasmissione dei dati tra proprietari, piattaforme digitali e autorità pubbliche non è soddisfacente. L’Europa punterà quindi a imporre una serie di misure con una certa inclinazione fiscale:
  • la registrazione dei viaggiatori sarà obbligatoria;
  • sarà introdotto l’obbligo di trasparenza dei dati per le autorità;
  • saranno applicate misure atte a garantire un corretto livello di salute di clienti e dipendenti;
  • verranno introdotte alcune regole di base che dovranno essere condivise con le attività ricettive regolamentate.

Le misure e i risultati

Secondo la Commissione, piattaforme on line sono la causa di “flussi turistici eccessivi e affitti più cari”, creando anche delle disparità di trattamento all’interno delle stesse comunità locali. Tracciabilità e garanzie fiscali sono quindi le basi su cui parte la modifica dell’esecutivo Ue per “migliorare la trasparenza nel settore e aiutare le amministrazioni pubbliche a sviluppare un turismo sostenibile e equilibrato”. Per questo motivo le piattaforme online di affitto a breve termine dovranno condividere con le autorità pubbliche i dati sul numero di notti affittate e di ospiti, una volta al mese. Le informazioni emerse dal progetto di direttiva indicano che c’è molto interesse a raggiungere una trasparenza minima che non sia messa in discussione e che venga applicata. Un blando inizio ma che da le basi a future norme, visto che le aziende che lavorano in questi settori hanno prosperato e continuano a farlo quasi in libertà di legislazione. Secondo la Commissione, piattaforme on line sono la causa di “flussi turistici eccessivi e affitti più cari”, creando anche delle disparità di trattamento all’interno delle stesse comunità locali. Con l’introduzione di regole certe sulla registrazione e sulla condivisione dei dati dei locatori che si appoggiano alle piattaforme online si avrà la possibilità di condividere le informazioni sugli affitti tramite un portale digitale, identificando i proprietari, tracciando le loro attività, e questo infine, permetterà alle amministrazioni pubbliche di vigilare più facilmente sugli oneri fiscali a carico dei locatori. In particolare, i locatori dovrebbero ricevere un numero di registrazione unico. Fonte: TQ - Immobiliare

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