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Siamo giunti alla Quarta Edizione del Festival realizzato da Cinemazero con l’Università di Udine: “LE VOCI DELL’INCHIESTA“.
Diretto da Marco Rossitti con il coordinamento di Riccardo Costantini offrirà cinque giornate intense (da mercoledì 14 a domenica 18 aprile 2010)interamente dedicate al genere dell’inchiesta nelle sue diverse declinazioni di espressione, con documentari, libri, incontri, serate musicali e grandi personaggi.
Una manifestazione unica nel suo genere in Italia, che quest’anno porterà a Pordenone ospiti da tutto il mondo (particolarmente ricca in questa edizione, infatti, la presenza di inchieste internazionali), documentari in anteprima nazionale, scrittori, giornalisti, registi, con una folta presenza femminile.
E proprio lo sguardo delle donne aprirà con un evento d’eccezione la prima serata del festival.
Mercoledì 14 aprile alle 20.45 nella Sala Grande di Cinemazero, ai saluti delle autorità seguirà l’attesa serata dal titolo L’IRAN DELLE DONNE: a riportarci nella cronaca della rivolta verde di un anno fa la proiezione di Green Days di Hana Makhmalbaf, la più giovane della nota famiglia di registi iraniani, che ha documentato le manifestazioni contro i brogli elettorali di Ahmadinejad. Giorni verdi come i fazzoletti che un popolo intero sventolava nell’estate del 2009 in favore di Moussavi, nei giorni della speranza in una nuova democrazia per l’Iran. Ava, giovane protagonista del film-documentario (che si è aggiudicato il “Bisato d’Oro 2009” alla 66a Mostra del Cinema di Venezia 2009 “per il coraggio e la determinazione dimostrata nel fissare un momento storico e di svolta fondamentale nella vita del suo paese”, e il Human Right Award al Terre des Femmes Filmfest di Tubinga 2009 “per aver supportato con determinazione la difesa dei diritti delle donne”), è una cronista iraniana impegnata a raccogliere video-interviste tra la popolazione di Teheran, nel disperato tentativo di riunire i cocci del sogno democratico del suo paese. In modo non dissimile l’autrice del film, Hana – precoce rappresentante della nota film house di famiglia (il padre Mohsen è l’autore di Close up e Viaggio a Kandahar) -, per poter portare a termine, con inusuale tempestività, la sua inchiesta nei giorni caldi del “dopo Moussavi”, raccolse tra la folla dei manifestanti centinaia di filmati realizzati con i telefoni cellulari. “Non sono una sociologa – spiega la giovane regista – ma il mio è un film sociologico. La telecamera è uno specchio che mostra la società iraniana alle prese con una rivoluzione, con le speranze e i dubbi da essa generati”.
Ospiti d’eccezione Mina Ahadi, presidente del Consiglio centrale degli ex-musulmani e del Comitato Internazionale contro la pena di morte e Nasrin Parvaz, anche lei attivista, entrambe riuscite a fuggire dopo aver combattuto nel loro paese per i diritti umani e delle donne, subendo torture e vessazioni, nonché anni di carcereAccanto a loro il giornalista del TG2 Giovan Battista Brunori.
Da non perdere il film interamente girato con un telefono cellulare da Pippo Delbono “LA PAURA”, presentato a Pordenone nella nuova versione su pellicola e la serata di chiusura con le Iene Pif e Andrea Pellizzari che presentano il film degli attivisti politici YES MEN. Si parlerà anche dell’informazione sul terremoto in Abruzzo con tanti video inediti, di nucleare e ambiente mentre un grande protagonista italiano dell’inchiesta come Corrado Stajano inaugurerà la nuova collana editoriale nata in seno al festival con l’atteso volume “L’ITALIA FERITA”.
Grande attenzione al coinvolgimento dei giovani al Festival: sabato 17 aprile in programma il “party” de “Le voci dell’inchiesta”: alle 22.30 ai Pnboxstudios il dj set di FRANKIE HI-NRG rapper e videomaker noto per le sue canzoni contro la mafia e la corruzione e per il suo impegno sul risparmio energetico.

