Si terrà a Udine, alla Chiesa di San Francesco, da domenica 2 settembre 2012 al 15 febbraio 2013 PROROGATA fino a domenica 17 febbraio 2013 la mostra Keith Haring Extralarge, a cura di Gianni Mercurio e realizzata dall’Associazione Bianco e Nero in collaborazione con The Keith Haring Foundation and MADEINART.
Nella chiesa medioevale di San Francesco verranno installati dal 2 settembre al 15 febbraio 2013, per poi trasferirsi a Parigi al Musèe d’Art Moderne de la Ville, undici monumentali lavori dell’artista Americano: la serie The Ten Commandments e il dipinto The Marriage of Heaven and Hell , quest’ultimo il più grande dipinto su tela mai realizzato da Haring.
La mostra sarà visitabile con i seguenti orari:
dal 2 al 9 settembre 2012 – tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore 22:00
dal 10 settembre al 15 febbraio – dal martedì al venerdì dalle ore 15:00 alle ore 20:00
dal 10 settembre al 15 febbraio – sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 20:00
Biglietti:
Ingresso intero € 11,00 – Ingresso ridotti e scuole € 7,00
I Dieci Comandamenti, una delle serie più potenti tra i lavori di Keith Haring, sono stati realizzati in occasione della prima mostra personale dell’artista in un museo, nel 1985, al Museo di Arte Contemporanea di Bordeaux, in un vecchio magazzino di stoccaggio di prodotti coloniali riconvertito dalla pianta basilicale con navata centrale divisa per mezzo di arcate da quelle laterali.
Nell’interpretazione dello spazio, fondamentalmente, fu lo spunto che ispirò a Haring il tema dell’opera. Innanzitutto il numero degli archi (dieci) che avrebbero dovuto ospitare i dipinti, poi il richiamo alla “sacralità” dell’impianto architettonico e forse anche la forma dominante dello spazio, cioè l’arco, fu associata all’iconografia che rappresenta le Tavole della Legge come due tavole a forma di arco.
Il lavoro, dieci tele alte 7,5 metri e larghe 5, fu realizzato lavorando tre giorni di seguito quasi senza mai dormire e fu concepito il giorno prima della partenza da New York, sulla pista dal ballo del Paradise Garage.
“Non riuscivo a ricordare tutti i “Dieci Comandamenti”, così ho dovuto prendere una bibbia non appena sono arrivato qui (a Bordeaux ndr). Li ho letti e ho preso alcuni appunti prima di iniziare a lavorare. Per me sono rapidamente divenute metafore. Per alcune delle idee sono un po’ astratto, così l’immagine che li rappresenta può essere diverse cose allo stesso tempo. Se non sapessi che sono i “Dieci Comandamenti”, si sarebbe probabilmente leggere una storia diversa.”
Con queste parole Haring prende le distanze da una interpretazione letterale delle Tavole e aggiunge: “Il modo in cui ho lavorato ai Dieci Comandamenti è : anche se ad esempio dicono “non rubare”, il dipinto mostra qualcuno che ruba: l’antitesi. Io raffiguro quello che non si deve fare invece di affermare “questo è quello che tu devi fare”
In effetti The Ten Commandments , attraverso una rappresentazione in sequenza tipo comic–strip , sembra giocare ripetutamente nel territorio delle opposizioni: il sacro e il profano, il bene e il male, il potere (sia esso religioso, politico o mediatico) e chi lo subisce, oppure quando decide di rappresentare un verbo che tale doveva restare, cioè scrittura, e giammai farsi immagine.
Il concetto di opposizione è più evidente in The Marriage of Heaven and Hell, una grande tela in bianco e nero (alta oltre 7 metri e larga 13) creata nel 1985 per una coreografia di Roland Petit per il Ballet National de Marseille. Nel trattare il tema cosmico di Paradiso e Inferno, Haring riprende il titolo di un libro scritto e illustrato dall’artista e poeta inglese William Blake tra il 1790 e il 1793. Anche se non è dato sapere con certezza se Haring avesse familiarità con il testo di Blake, egli come Blake esprime una visione cosmica depolarizzata e unitaria, in cui il mondo materiale e il desiderio fisico sono ugualmente parte dell’ ordine divino.
Haring aveva una religiosità molto particolare e personale; egli era contro la “religione organizzata”, ma è evidente che la mitologia cristiana ha avuto un impatto profondo nella rappresentazione di angeli, diavoli, croci, madonne, cuori sanguinanti, crocifissioni e trasfigurazioni. Uno dei suoi simboli primari, The Radiant Baby, che rappresentò chiaramente come immagine cristiana in una Natività, con i raggi di luce e energia emanati dal corpo, era un’immagine convenzionale nelle rappresentazioni religiose medioevali e rinascimentali. Durante il suo soggiorno a Pisa, dove dipinse il murales Tuttotondo sulle pareti di una chiesa (anche questa dedicata a San Francesco) pochi mesi prima di morire e che fu a suo dire uno dei più importanti progetti che abbia mai realizzato, osservando il suo lavoro, la gente che lo ammirava e la sommità della torre pendente che si vedeva in lontananza, pensò “Qui è davvero meraviglioso, se c’è un paradiso, vorrei che fosse così”.
Info web: Bianco&Nero

