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I luoghi del Cuore FAI più votati in Friuli Venezia Giulia: la classifica

Lanciata lo scorso maggio, la 7ª edizione del censimento nazionale “I Luoghi del Cuorepromosso dal FAI – Fondo Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo aveva chiesto agli italiani di tifare per il nostro Paese. La passione collettiva si è scatenata e ha stravinto l’Italia più bella. È stato un successo senza precedenti, un risultato straordinario che dà la misura di come, nei suoi dieci anni di vita, il censimento promosso dal FAI si sia diffuso e radicato nel sentire degli italiani come un concreto strumento di sensibilizzazione in favore del nostro patrimonio culturale e ambientale. 1.658.701 italiani hanno partecipato al censimento ma non è solo il numero di segnalazioni a indicare la forza di questa mobilitazione di massa. Significativa è anche la crescita della partecipazione organizzata da parte di associazioni, gruppi e comitati spontanei che spesso nascono proprio in funzione del censimento. Dai 51 gruppi di due anni fa si è infatti passati a 276 e, se nel 2003 i luoghi che superavano i 1.000 voti erano soltanto 2, quest’anno sono ben 258. Con il passare delle edizioni partecipare al censimento è diventato qualcosa di più di un gesto individuale: la sorprendente mobilitazione registrata quest’anno dimostra quanto questa iniziativa sia sempre più strumento di aggregazione, di scambio di idee ed esperienze, di comunione di sentimenti e di speranze. Sono stati votati palazzi, chiese, parchi, conventi, castelli, aree archeologiche, mulini, aree agricole, ma anche scuole, fontane, zone industriali dismesse. Segnalazioni che sono lo specchio di un Paese caratterizzato da un patrimonio tanto ricco quanto diversificato e troppo spesso in pericolo. Ecco la classifica dei luoghi più votati in Friuli Venezia Giulia, e che hanno ottenuto almeno 1.000 voti. 
POSIZIONE VOTI LUOGO DEL CUORE
36 9.181 Villa Cernazai Pontoni e Area Agricola, Premariacco (UD)
129 2.417 Villa Louise, Gorizia (GO)
132 2.315 Diga del Vajont, Erto e Casso (PN)
136 2.231 Amideria Chiozza, Ruda (UD)
247 1.092 Caserma Filzi, Palmanova (UD)
 
Tra i luoghi più votati in provincia di Udine
Al 36° posto con 9.181 segnalazioni, la Villa Cernazai Pontoni e l’Area Agricola a Premariacco (UD) sono situate fra Ipplis e Spessa di Premariacco alla sommità di una piccola altura che fa parte del gruppo collinare di Ipplis - Corno di Rosazzo Manzano, zona di particolare pregio agricolo e naturalistico: vigneti doc, boschi, prati, castelli e giacimenti fossili caratterizzano questi luoghi ancora pressoché intatti. La Villa, in una posizione panoramica straordinaria, di fronte alla piana di Cividale del Friuli, l’arco dei Colli Orientali, delle Prealpi e Alpi Giulie, è circondata da una vasta tenuta di prati e vigneti, un parco con piante ad alto fusto e una serra, il broilo con il roseto e frutteto. Il palazzo, probabilmente costruito nel primo Settecento, a forma rettangolare, si sviluppa su tre piani ed è dotato di cantine sotterranee. Il parco è stato fino alla metà degli anni ‘90 la location della famosa Festa del Vino di Ipplis, una fra le prime e più importanti manifestazioni enogastronomiche del Friuli, che ha contribuito allo sviluppo e alla promozione dei Vini dei Colli Orientali del Friuli. Oggi la villa e il suo giardino sono in stato di abbandono e grave degrado, la villa è disabitata da anni e si richiedono urgenti interventi di restauro per evitarne il crollo. [caption id="attachment_60441" align="alignnone" width="630"]Villa Cernazai e Area Agricola a Premariacco UD 3 Foto di Bruno D'Emidio © Archivio FAI Villa Cernazai e Area Agricola a Premariacco UD 3 Foto di Bruno D'Emidio © Archivio FAI[/caption] Al 136° posto con 2.231 segnalazioni, l’Amideria Chiozza a Ruda (UD), situata lungo la roggia denominata La Fredda, e sui resti di un vecchio mulino, venne costruita per volere del chimico Luigi Chiozza nel 1865. La fabbrica inaugurò il ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais (metodo di separazione dei germogli di mais per la fabbricazione di farine bianche e di altri derivati che fu premiato all'esposizione di Filadelfia del 1876 e che diede il primo impulso all'industria dell'olio di mais) e a partire dal 1872 dal riso. Dal novembre 1869 al luglio 1870, il famoso chimico Louis Pasteur si stabilì nelle vicinanze di Ruda per effettuare esperimenti e studi nel laboratorio dell'amico Luigi Chiozza. Nel 1902 la direzione della fabbrica passò alla società “La nuova Pilatura Triestina” che la ristrutturò, introducendo nuove caldaie e macchine per aumentare la produzione. La fabbrica chiuse definitivamente nel 1986, trasformandosi in un interessante esempio di archeologia industriale. Attualmente l’amideria custodisce macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza dal punto di vista culturale e per l’archeologia industriale della Mittel Europa, proprio per questo ha le potenzialità per diventare un sito di interesse turistico e storico di grande importanza. Questo il motivo della segnalazione, nella speranza di conferire al luogo una più ampia valorizzazione.
Tra i luoghi più votati in provincia di Pordenone
Al 132° posto con 2.315 segnalazioni, la Diga del Vajont a Erto e Casso (PN), teatro il 9 ottobre 1963 della tragedia causata dalla frana del monte Toc nel lago artificiale della diga, che provocò morte e desolazione nella valle sottostante. La diga, progettata dall'ingegner Carlo Semenza, affiancato dal geologo Giorgio dal Piaz, è stata costruita tra il 1957 e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso. Il progetto era di ottenere energia idroelettrica sfruttando al massimo tutte le acque e i salti disponibili del Piave e dei suoi affluenti, tra cui il Vajont e altri torrenti della zona. Negli ultimi anni c’è stata una ripresa di interesse verso la diga e la tragedia del Vajont, in particolare in seguito allo spettacolo teatrale e poi televisivo di Marco Paolini e Gabriele Vacis. A memoria della tragedia è stato allestito il museo del Vajont visitabile presso il Centro Visite del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane di Erto e Casso e dal 2007 è stato aperto al pubblico il coronamento della diga. L'organizzazione delle visite, sempre più frequenti, è affidata al Parco Naturale delle Dolomiti Friulane. Attualmente si possono percorrere i primi venti metri di coronamento e osservare l'impressionante scenario della frana del Monte Toc e della valle sottostante di Longarone. Il luogo è stato segnalato come area da tutelare. [caption id="attachment_60440" align="alignnone" width="630"]Diga del Vajont vista da Longarone © Foto di Emanuele Paolini Diga del Vajont vista da Longarone © Foto di Emanuele Paolini[/caption]
Tra i luoghi più votati a Gorizia
Al 129° posto con 2.417 segnalazioni, la Villa Louise a Gorizia (GO) affonda le sue origini, legate alla famiglia Studeniz, nel 1676, come risulta dalla data incisa su un arco di volta. L’edificio presenta i caratteri di una palazzina residenziale di periferia, con una planimetria interna che rispetta una tipologia diffusa nel Goriziano tra il XVII e XVIII secolo. La facciata si contraddistingue per il grande timpano e la presenza di una trifora, sopra la quale spicca un fregio dai tipici lineamenti settecenteschi. Particolarmente significativo è l’asse viario antistante alla villa, fondamentale nello sviluppo urbano tardo settecentesco, abbellito nel corso dell’Ottocento con filari di alberi a formare viali e controviali con statue e vasi. La villa, molto cara ai cittadini di Gorizia, è in un grave stato di abbandono, aggredita ulteriormente dalla vegetazione del parco con piante rampicanti estese sino al tetto. Il recupero del bene è stato inserito in un apposito piano elaborato dalla Regione che, a dicembre 2014, ha comunicato di aver stanziato circa tre milioni di euro a favore della Fondazione Coronini, proprietaria della villa, al fine di dare avvio ai lavori di recupero. È importante sottolineare come la mobilitazione che ha generato il FAI per mezzo dell’iniziativa I Luoghi del Cuore abbia contribuito al raggiungimento di questa decisione. Secondo i piani della Regione e della proprietà, una volta restaurata, la villa diventerà un centro culturale dotato di una foresteria, a disposizione di qualsiasi artista che ne faccia richiesta. [caption id="attachment_60442" align="alignnone" width="630"]Villa-Louise-a-Gorizia-©-Archivio-FAI1.jpg Villa-Louise-a-Gorizia-©-Archivio-FAI1.jpg[/caption]     Ecco la classifica dei luoghi più votati in Italia, e che hanno ottenuto almeno 1.000 voti: al primo posto il Convento dei Frati Cappuccini, Monterosso al Mare (SP) al secondo posto la Certosa di Calci, Calci (PI) al terzo posto il Castello di Calatubo, Alcamo (TP) al quarto posto il Museo del Cappello Borsalino, Alessandria al quinto posto la Chiesa di Sant’Agnello, Maddaloni (CE) ***** e al primo posto nella sezione “Expo – Nutrire il pianeta”, le Saline e Laguna Lo Stagnone, Marsala (TP) Al primo posto con 110.341 voti il Convento dei Frati Cappuccini a Monterosso al Mare (SP), costruito dai religiosi a partire dal 1619, che domina la baia del borgo. Gioiello storico-artistico, ha da sempre rappresentato un luogo del cuore per la gente delle Cinque Terre e per i turisti che affollano questa zona. All’interno opere d’arte, all’esterno gli orti, il vigneto, la limonaia e un terrazzo affacciato sul mare. Nel marzo 2013, dopo le alluvioni che avevano colpito le Cinque Terre, è crollata una parte del muro seicentesco franando sulla strada sottostante. Padre Renato, l’unico frate che vive stabilmente nel Convento, ha promosso con grande entusiasmo la raccolta dei voti coinvolgendo gente da tutto il mondo e facendo diventare le firme simbolo di un’azione virtuosa a favore delle terre colpite da dissesto idrogeologico. Al secondo posto con 92.259 voti la Certosa di Calci (PI), uno dei monasteri certosini più importanti d’Italia che risale al 1366. Dopo anni di assenza di interventi dovuta alla mancanza degli annuali finanziamenti statali, è di qualche giorno fa l’annuncio – favorito dalla grande visibilità che questo luogo ha avuto durante i mesi del censimento - del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di un importante finanziamento per intervenire sulle coperture della Certosa e bloccare così le infiltrazioni che minacciano la Cappella del Rosario. Segue al terzo posto con 71.967 voti il Castello di Calatubo ad Alcamo (TP), un grande complesso architettonico su uno sperone roccioso, che ha origini antichissime. Nei secoli ha svolto diverse funzioni da fortezza difensiva a masseria, fino a che il terremoto del Belice del 1968, l’uso della struttura come ovile e un incendio del 2013 hanno arrecato crolli e pesanti danni alla struttura. Ma gli abitanti del luogo, nonostante le pessime condizioni, sognano un futuro per questo castello. Al quarto posto con 42.092 voti il Museo del Cappello Borsalino ad Alessandria, inaugurato nel 2006 per raccontare la storia del cappello Borsalino, prodotto d’eccellenza del made in Italy. Il Comune, per lasciare spazio all’Università, ha deciso di spostare la sede del museo ed entro l’estate dovrebbero partire i lavori per il riallestimento dello spazio, promossi dall’azienda. Il Museo è stato segnalato con l’obiettivo di rendere noto e valorizzare un patrimonio che racconta una grande storia dell’imprenditoria italiana. Al quinto posto la Campania con la Chiesa di Sant’Agnello a Maddaloni (CE) che ha avuto 37.766 voti, uno degli edifici religiosi più antichi del territorio – le fonti ne attestano l’esistenza già nel 1113. Oggi la struttura versa in condizioni di pesante degrado dovute agli effetti del terremoto del 1980 e a quelli di una eccezionale nevicata oltre che ai discutibili interventi di consolidamento che ne sono succeduti. La Chiesa, meta di grande importanza per i fedeli, è sostenuta da un gruppo di volontari che a turno la ripuliscono e se ne prendono cura. E ancora l’affetto degli ex allievi e di oltre 15.000 cittadini per la loro scuola elementare Aristide Gabelli a Belluno, ispirata al metodo di Giuseppina Pizzigoni, chiusa da cinque anni a causa di crolli e di infiltrazioni d’acqua; la volontà di un progetto di valorizzazione legato alla figura di San Francesco per l’area di grande bellezza paesaggistica, la Piandarca della predica agli uccelli di San Francesco a Cannara (PG); il desiderio di salvare un simbolo della loro storia per gli abitanti di L’Aquila che hanno segnalato la medievale Porta Barete, riportata alla luce dopo la demolizione di un palazzo in seguito al tragico terremoto del 2009; la voglia di far conoscere la borgata Paraloup a Rittana (CN), una decina di baite arroccate in montagna che ha ospitato la prima formazione partigiana del movimento Libertà e Giustizia; il progetto di dare un futuro ai Magazzini raccordati della Stazione Centrale di Milano, quasi tutti chiusi e in stato di grave abbandono e degrado seppur nel cuore della città. Spesso il problema specifico legato a un luogo evidenzia tematiche di maggior respiro: come la necessità di ripensare la gestione dei grandi complessi monastici, come nel caso delle Certose di Calci e Trisulti. Dall’abbandono delle aree agricole – come nel caso di Villa Cernazai Pontoni in Friuli – alla necessità di tutelare e valorizzare le aree archeologiche – un caso emblematico è la Villa di Cicerone a Formia. Senza naturalmente trascurare, tra le motivazioni di voto, i cronici problemi di mancanza di fondi per restauri che affliggono la maggior parte dei luoghi segnalati. Lo scorso maggio è stata lanciata anche una sezione speciale dedicata ai luoghi legati alla produzione e alla trasformazione alimentare “Expo 2015 – Nutrire il pianeta” che ha visto il successo delle Saline e della Laguna Lo Stagnone a Marsala (TP), al primo posto di questa classifica con 14.764 voti. Luogo di straordinaria bellezza, la Laguna è caratterizzata dalla presenza di vasche artificiali per l’estrazione del sale, create sulla costa in tempi antichissimi con metodi che risalgono alla civiltà fenicia e ancora funzionanti. Oltre a far conoscere la bellezza e la storia di questi luoghi, le segnalazioni vogliono sottolineare alcune situazioni critiche, risultato delle azioni dell’uomo, come il serio problema di circolazione delle acque che sta portando a una pericolosa eutrofizzazione. Per la classifica completa consultare il sito: www.iluoghidelcuore.it Il tifo e la passione degli italiani si è concentrato dunque sul futuro del Paese, il cui patrimonio è fatto di luoghi che significano identità per i territori e per le loro popolazioni ma anche di opportunità di valorizzazione e conseguentemente di sviluppo turistico ed economico. Se è vero che l’Italia è il paese dei campanili e che ogni comitato si è battuto per un luogo specifico, è bello verificare come si siano verificati anche incontri virtuosi, con gruppi di cittadini che si sono sostenuti a vicenda, riconoscendo il valore di un’altra causa. Toscana, Lombardia, Campania, Liguria e Sicilia sono state le regioni più sensibili al censimento; i votanti – di età media intorno ai 45 anni – sono stati al 51,5% donne al 48,5% uomini; la tipologia dei luoghi più votati è quella delle chiese/santuari/cappelle, seguite da abbazie/conventi/monasteri. La filiale di Intesa Sanpaolo che ha raccolto più segnalazioni è quella del Banco Adriatico di Pescara. Certamente la concretezza del progetto attestata dai 45 interventi varati in dieci anni in 15 regioni italiane contribuisce ad attrarre le energie di tanti cittadini (vedi scheda allegata con aggiornamento). Nei prossimi mesi si aprirà una nuova, importante fase di lavoro: i primi tre classificati, in qualità di vincitori del censimento, e il primo classificato della sezione “Expo 2015 – Nutrire il pianeta” riceveranno un contributo a fronte della presentazione di un progetto da concordare. Inoltre i referenti dei luoghi che hanno ottenuto almeno 1.000 voti potranno candidare al FAI, attraverso le linee guida che verranno lanciate a inizio marzo 2015, una richiesta di intervento, legata a progetti concreti, attuabili in tempi certi e dotati di un cofinanziamento che garantisca un sostegno reale dai territori di riferimento. I progetti selezionati verranno annunciati in autunno nello Spazio Espositivo di Intesa Sanpaolo in Expo. Il FAI si farà anche portavoce di tutte le segnalazioni ricevute e, anche attraverso l’azione capillare delle sue Delegazioni su tutto il territorio nazionale, solleciterà le istituzioni preposte affinché tengano in considerazione i luoghi che “muovono” il cuore dei cittadini, sensibilizzando Sindaci, Soprintendenze, Presidenti di Regione. La partecipazione collettiva al bene comune è un principio che il FAI condivide pienamente con Intesa Sanpaolo, vicina alla Fondazione dal 2004, un interlocutore attento e sensibile che – attraverso le 4.100 filiali del Gruppo in tutto il Paese – dà un contributo capillare e decisivo all’affascinante progetto di restituire agli italiani alcuni dei luoghi votati. In occasione dell’annuncio dei risultati del censimento 2014, il FAI e Intesa Sanpaolo presentano “Most Beloved Italian Places”, un progetto di comunicazione realizzato in collaborazione con Expo Milano 2015 con l’obiettivo di valorizzare sui Social Media il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Ville, castelli, boschi, monasteri, spiagge: a partire dal 18 febbraio, sui canali ufficiali di FAI ed Expo Milano 2015, un viaggio fotografico lungo tutta la Penisola accompagnerà la community attraverso i tesori selezionati dai tanti cittadini che, dal 2003 a oggi, hanno preso parte con le loro segnalazioni al censimento. Il progetto, che vivrà anche su un mini sito dedicato su piattaforma Tumblr, va ad aggiungersi al già ben avviato progetto di Social Media Expo 2015, che include altre iniziative di successo.   Fonte: FAI

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