Visite guidate ed escursioni

Visite guidate ed escursioni

Giornate FAI d’autunno 2023, aperture straordinarie e visite guidate a contributo libero

  • Data: sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023
  • Luogo: tutta Italia
  • Data inizio: 14-10-2023
  • Data fine: 15-10-2023

Le Giornate FAI d’Autunno 2023 si terranno sabato 14 e domenica 15 ottobre, con aperture straordinarie in tutta Italia e visite guidate a contributo libero. Un’occasione da non perdere per tornare a scoprire luoghi ancora poco conosciuti del nostro Paese e sostenere la missione del FAI [Fondo Ambientale Italiano]. Oltre ai Beni che il FAI protegge tutto l’anno, potrai scoprire palazzi e giardini privati, castelli, luoghi di culto, vecchi edifici pubblici, borghi e aree naturalistiche ma anche luoghi insoliti come antiche manifatture dalla lunga tradizione o piccoli angoli spesso dimenticati, che custodiscono una parte importante della cultura e della tradizione dei luoghi che abitiamo. L’elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione alle Giornate Fai d’autunno 2023 è disponibile da inizio ottobre sul sito www.giornatefai.it. Oltre ai Beni che il FAI protegge tutto l’anno, potrai scoprire palazzi e giardini privati, castelli, luoghi di culto, vecchi edifici pubblici, borghi e aree naturalistiche ma anche luoghi insoliti come antiche manifatture dalla lunga tradizione o piccoli angoli spesso dimenticati, che custodiscono una parte importante della cultura e della tradizione dei luoghi che abitiamo. Non perdere uno straordinario fine settimana autunnale, che ti permetterà di immergerti nello splendore dei territori in cui vivi e di condividere con tanti altri visitatori l’orgoglio di appartenere al paese più bello del mondo. Alcuni luoghi saranno aperti il sabato, altri la domenica, altri ancora in entrambe le giornate. Per questo, ricorda di consultare ogni singolo luogo aperto per verificare le esatte giornate e gli esatti orari in cui è possibile visitarlo. Naturalmente, anche in a href="/giornate-fai-dau…ontributo-libero/">"riui Venezia Giulia saranno tantissimi i luoghi visitabili.

LE APERTURE STRAORDINARIE IN FRIULI VENEZIA GIULIA PER LE GIORNATE FAI D’AUTUNNO 2022

Il 4 ottobre sono state rese note tutte le aperture in occasione delle Giornate Fai d’Autunno 2022. In Friuli Venezia Giulia saranno ben 22 il luoghi visitabili in occasione delle Giornate FAI di Autunno. Anche in regione, alcuni luoghi saranno aperti il sabato, altri la domenica, altri ancora in entrambe le giornate. Per questo, ricorda di consultare ogni singolo luogo aperto per verificare le esatte giornate e gli esatti orari in cui è possibile visitarlo.

I LUOGHI APERTI A GORIZIA A PROVINCIA

La passeggiata partirà dalla Fontana del Nettuno in Piazza della Vittoria, davanti alla Chiesa di Sant'Ignazio. Il percorso toccherà via Rastello, via Mazzini con il passaggio Edling, seguito dalla sede del Municipio di Gorizia per arrivare in via Garibaldi, davanti alla Chiesa dell'Immacolata Concezione. Percorso urbano della lunghezza di poco più di un chilometro, non richiede particolare impegno fisico. Si raccomanda comunque un abbigliamento comodo. Risale al 1001 la donazione di "Villa Gorizia" da parte di Ottone III di Sassonia al conte del Friuli, Guariento. La menzione della città come "Villa quae Sclavorum lingua vocatur Goriza" del 1509, darà conto delle origini slave del nome. Dal '200 grazie alla costruzione di un ponte sull'Isonzo ed alla concessione del diritto di mercato, ebbe inizio lo sviluppo della città sotto il dominio dei bellicosi Conti di Gorizia. Nel 1500 la casata si estinse e Massimiliano I d'Asburgo ereditò Gorizia e la sua Contea. Immediatamente Gorizia divenne terreno di contesa tra Venezia e gli Asburgo. Nel 1509 i Veneziani furono costretti alla resa e Gorizia divenne stabilmente parte dei territori della casa d'Austria. Così fu fino al 1918 ad esclusione della parentesi napoleonica (1809-1813). Lungo il percorso si trovano testimonianze urbanistiche, architettoniche ed artistiche risalenti alle diverse epoche storiche della città, dal Medioevo dalle vie anguste ed acciotolate per arrivare al Barocco delle due chiese, punto di partenza e di arrivo del nostro itinerario. Il '700 e l' 800 furono secoli di grande espansione urbanistica e compongono la maggior parte del tessuto urbanistico attraversato dall'itinerario. Importante sarà sopratutto soffermarsi su alcuni importanti elementi che sono stati nascosti dallo sviluppo edilizio successivo. La vita della città nelle diverse epoche sarà tratteggiata accennando a qualcuno dei molti commerci che vi si svolsero.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Percorrendo questo affascinante ed insolito itinerario potrete scoprire alcune peculiarità della Gorizia ai piedi del Castello, partendo dal racconto dell'evoluzione di Piazza della Vittoria da prato ad elegante salotto cittadino.  Passeggerete tra le antiche botteghe di Via Rastello, la via più antica della città, nonché storico asse del commercio e del passeggio goriziano. Ripercorrerete in alcuni punti il tracciato, oggi sottereaneo, della "Grapa", l'antico fossato medioevale che cingeva la città bassa. Conoscerete la storia di una città, e le molte storie di persone, imprese, istituzioni che l'hanno fatta vivere.

VISITE A CURA DI

Sabrina Pellizzon "Associazione via Rastello - Gorizia"

I LUOGHI APERTI A PORDENONE A PROVINCIA

L'azienda vitivinicola Rive Col de Fer si colloca lungo le pendici meridionali dell'omonimo colle, sul quale sorge anche il Castello di Caneva con la sua chiesa. Il "Col de Fer" è zona storicamente molto favorevole alla coltivazione di viti: un tempo scavato dall'industria mineraria, il colle è stato riportato al suo verde splendore grazie ad una progressiva riqualificazione ambientale e paesaggistica che ce lo ha restituito con la sua elevata biodiversità e il suo particolare microclima, che lo rende casa dell'uva Verdiso. L'idea di Rive col de Fer nacque nei primi anni '80, quando il padre di Alessia de Carli, la quale oggi gestisce l'azienda assieme al marito Lino Cigana, prese possesso di un antico rustico e del relativo appezzamento di terreno: con anni di duro lavoro, nelle tenaci e pazienti mani della famiglia de Carli, pendii resi ostili dall'incuria tornarono allo splendore di un tempo, nella forma di un vasto vigneto a balze. Ancora oggi la coltivazione delle vigne avviene a conduzione quasi esclusivamente familiare, con cura e passione, nel profondo rispetto per il territorio. Assieme all'antica cantina, l'azienda Rive Col de Fer si costituisce, naturalmente, di vigneti. Undici ettari di gradoni collinari ospitano la coltivazione delle viti, offrendo al visitatore che li percorra una vista spettacolare sulla pianura friulana, ma non solo: a Rive Col de Fer si trovano anche ulivi, piante di Figo Moro e piccole macchie boschive, che permettono il sereno circolare della fauna locale.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Passeggiando tra i vigneti scopriremo la storia della famiglia de Carli e del recupero che fece dei vigneti, un tempo abbandonati: ancora, ci verrà descritto come le particolarità territoriali e climatiche del Col de Fer consentano la coltivazione di particolari varietà di viti quali l'uva Verdiso. A conclusione della visita sarà possibile l'acquisto di prodotti della cantina e del Consorzio del Figo Moro da Caneva.

VISITE A CURA DI

Gruppo FAI Giovani di Pordenone   Il percorso si snoda lungo un'area collinare del Comune di Caneva, nella frazione di Stevenà. La zona si rende particolarmente interessante per aspetti geologici, botanici, culturali e storici. Si tratta di un'area collinare che preserva ancora sentieri, mulattiere, antichi edifici rustici, prati stabili e piccoli boschi di castagno. Dal punto di vista strettamente botanico, il clima mite ha reso le colline di Caneva il luogo ideale per la crescita di alcune piante tipicamente mediterranee. Questo territorio presenta gli evidenti segni del rapporto tra l'uomo e le pietre: gran parte della collina canevese, negli anni, è stata interessata da attività estrattiva che ne ha deformato la morfologia e danneggiato, di conseguenza, l'ambiente. Questa porzione di territorio collinare, tuttavia, si è conservata integra: alcune associazioni locali si sono dunque mosse per recuperare le vecchie mulattiere, valorizzare le peculiarità botaniche e creare un circuito di sentieri come questo che, partendo dalla pianura, consentano di esplorare la collina e conoscerne le peculiarità. Se sui colli più vicini al paese vite ed ulivo sono coltivati da secoli, appena si inizia a salire verso la montagna si possono fare incontri botanici unici, come gli arbusti di Marruca (Paliuro spina-christi) e la Ruta (Ruta graveolens), che cresce spontanea tra le rocce. Lungo il percorso, ad ombreggiare il sentiero, i cespugli di corniolo (Cornus mas) offrono al viaggiatore estivo lo splendore delle acidule drupe rosse. Ovunque, tra i sassi la Rosa canina cerca angoli di sole per far splendere i suoi effimeri fiori. È questa una zona dove crescono i castagni, che trovano nella terra rossa, ricca di ferro, il terreno ideale al proprio sostentamento.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

La passeggiata, a cura di Prealpi Cansiglio Hiking, si svolgerà in un solo turno, nella mattina sia di sabato che di domenica, con partenza alle 9:00 e arrivo stimato alle 12:00. Il percorso ad anello, della durata complessiva di tre ore (andata e ritorno), copre un dislivello di 250m. Partendo da Stevenà, nei pressi delle cave, il sentiero sale le colline raggiungendo Pian de le Salere, ad una quota di 300m. Si tratta di una passeggiata semplice: il percorso presenta un primo tratto in salita per poi proseguire prevalentemente in piano. Lungo il sentiero sono previste delle soste, per approfondire i punti di maggiore interesse naturalistico del percorso insieme alle guide esperte di Prealpi Cansiglio Hiking.

VISITE A CURA DI

Prealpi Cansiglio Hiking, Gruppo FAI Giovani di Pordenone
  Il castello si situa in cima al "Col de Fer", collina che si trova dirimpetto a Valleghér, paese oggi spesso scambiato per Caneva ma che, storicamente, ha sempre rappresentato una propaggine di quella che era la vera Caneva costruita in pietra e inglobata all'interno della cinta muraria del castello. Il suddetto castello si situa in una situazione paesaggistica privilegiata in quanto offresi come eccellente balcone di osservazione su tutta l'alta pianura della provincia e oltre. Le ipotesi più probabili sull'edificazione del primo vero castello fortificato in pietra risalgono al Vescovo oppure al Conte di Caneda, longobardo, come roccaforte di difesa nei confronti di altre popolazioni barbariche. È assai probabile, a livello tattico e strategico, che non servisse per chiudere la via ad una possibile invasione bensì per fungere da torre di vedetta ed allertare celermente le difese di tutta la regione/zona. Queste, però, sono solo le origini del castello che nasconde dietro di sé una storia lunga e tutta da scoprire, complessa e piena di intrighi politici ed economici… Del castello, assieme all'adiacente chiesa, permangono ormai gli antichi ruderi, e una sezione della cinta muraria sorretta da sistemi voltati a tutto sesto e dalla maestosa vestigia. Guardando a valle, dal Col de Fer si gode di una vista unica sulla pianura circostante.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

L'apertura di questo bene è un'occasione unica per conoscere a fondo la cultura di un paese variegato di differenze, frastagliato di diverse influenze linguistiche tipiche dell'italiano regionale delle zone di confine e pieno di tradizioni che affondano le radici nella storia secolare della Patria del Friuli.

VISITE A CURA DI

Apprendisti Ciceroni

Casa storica adibita a museo presente a Navarons di Meduno Casa Andreuzzi nasce con l'intento di mantenere la memoria dei Moti Friulani del 1864, episodio ancora poco noto ma dall'interesse storico importantissimo per l'approfondimento della storia risorgimentale friulana. Qui sono raccolte le testimonianze dei rapporti intercorsi tra il patriota Antonio Andreuzzi, suo figlio Silvio ed i grandi personaggi della storia risorgimentale italiana come Garibaldi e Mazzini. Il fine dei cosiddetti Moti di Navarons sarà quello di organizzare bande armate di patrioti che con la loro azione di guerriglia ante litteram creassero le premesse per una nuova guerra all'Austria e il completamento dell'unità italiana. Spazio ricavato da una vecchia casa ottocentesca, recentemente restaurata al fine di consentire una migliore fruizione del museo

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Le giornate fai di autunno consentiranno l'apertura della casa museo Andreuzzi in via eccezionale rispetto a quelle che sono le aperture nel corso dell'anno, principalmente su richiesta. Si avrà quindi l'opportunità del corso di due giorni di godere dell'apertura del sito in compagnia della visita guidata degli apprendisti ciceroni

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Aperto solo nel periodo estivo e per alcuni giorni a settimana

VISITE A CURA DI

apprendisti Ciceroni IIS il Tagliamento

 

CAVE DI CANEVA - CANEVA, PORDENONE La Cava di Caneva, come le Cave di Sarone e Stevenà, è situata nelle pendici montane dell'omonimo comune. Sovrastata ad est dal "Col de Fer", collina su cui poggia il castello, ad ovest apre la strada verso Stevenà e Villa di Villa.

L'estrazione mineraria a Caneva gode di un'antica e importante tradizione. La comunità canevese godette di particolare prestigio sia dal punto di vista agricolo che da quello minerario ed estrattivo fin dai tempi del Patriarcato di Aquileia, privilegio che continuò sotto la dominazione della Repubblica di Venezia; ancora, proprio l'attività estrattiva di Caneva è oggetto della più antica legislazione mineraria organica dell'Italia settentrionale, risalente al 1488: importanza riconosciuta al territorio in virtù della rara purezza del carbonato calcio che se ne trae, materiale oggetto dei più vari utilizzi nel corso dei secoli. In questo paesaggio dalle tinte quasi lunari possiamo ammirare non solo come l'attività antropica di estrazione delle materie prime possa essere di fondamentale importanza per lo sviluppo industriale e lavorativo di una cittadina ma anche, volgendo lo sguardo a nord, appena sopra l'attuale sito di estrazione, come quest'attività possa convivere efficacemente con l'ambiente, grazie a vaste opere di riqualificazione ambientale e paesaggistica.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Camminando in mezzo alle bianche polveri del carbonato di calcio potremo non solo ammirare da vicino la purezza del minerale canevese, ma anche apprendere i metodi della sua estrazione e gli utilizzi, più vari, che in tutte le parti del mondo si fanno di questo pregiato materiale locale.

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

VISITE A CURA DI

Cave di Marmorino S.C.A R.l., Gruppo FAI Giovani di Pordenone  
Procedendo lungo via Trieste in direzione nord, verso il centro di Caneva, possiamo incontrare alla nostra sinistra una struttura moderna con entrata semicircolare, parzialmente nascosta dall'Ufficio Anagrafe del Comune, con grande parcheggio: qui si trova il Museo del Ciclismo intitolato a Toni Pessot. Il museo Toni Pessot è nato dall'immensa passione coltivata dal fondatore, omonimo, per la storia del pedale e dei suoi grandi interpreti e campioni. Fin dalla sua prima avventura fra i grandi del ciclismo, avvenuta ad una tappa del campionato veneto del 1936 con Introzzi, collezionò le grandi maglie del ciclismo: obiettivo, custodire e rigenerare la storia di questo sport, fatto di viaggio, di fatica e sudore, ma anche e soprattutto di contatto diretto con i propri tifosi incontrati lungo le strade. Al suo interno, il museo presenta una vasta collezione di magliette e altri cimeli dei più grandi campioni sportivi del secolo scorso, legati ad una vasta gamma di aneddoti, che consentono la ricostruzione di quelle famose corse.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Durante le Giornate FAI d'Autunno il museo aprirà le sue porte ad orario continuato durante tutto il weekend con la presenza e l'ausilio ai visitatori di tutte quelle figure storiche che, all'interno della cittadinanza, hanno raccolto il testimone offerto dal sig. Toni Pessot.

VISITE A CURA DI

Gruppo FAI Giovani di Pordenone
 
 
 

I LUOGHI APERTI A TRIESTE A PROVINCIA

PALAZZO DEL MUNICIPIO, SEDE DEL COMUNE DI TRIESTE - TRIESTE

Il Palazzo del Municipio si trova in Piazza dell'Unità d'Italia. Essa ha raggiunto l'aspetto attuale non per un disegno preciso, come di solito avviene, ma per il sommarsi di interventi e di edifici di epoca diversa (genesi anomala che peraltro condivide con varie altre piazze triestine, come ad es. piazza della Borsa). La definizione di questo vasto spazio e gli edifici che vi si affacciano hanno avuto "storie" diverse, accomunate però da una stessa caratteristica: l'importante ruolo che la committenza privata, e il suo notevole peso economico, ebbero nello sviluppo urbanistico della piazza.
Intorno alla seconda metà del 1800, il Comune decise di dare una degna sede alle istituzioni cittadine e quindi acquistò tutti gli edifici che fiancheggiavano la Loggia e il palazzo della Magistratura e bandì, nel 1873, un concorso per la costruzione del nuovo Municipio. Si scelse il progetto dell'arch. Bruni che prevedeva il parziale riutilizzo degli edifici preesistenti e una grande attenzione al prospetto, in quanto la facciata doveva essere la scenografica conclusione della piazza stessa. Si tratta un edificio in stile eclettico che rimanda, come il Palazzo Modello, al Cinquecento veneto e al Manierismo tedesco, quasi a voler testimoniare come Trieste fosse il punto d'incontro fra queste due culture. L'impaginazione della facciata è molto articolata e plastica; verticalmente è qualificata dalle tre grandi bifore lombardesche che propongono una cariatide al posto della tradizionale colonnina, e sul tetto, in asse, tre grandi timpani centinati. Al pianterreno si aprono delle arcate sovrastate, nel mezzanino, da trifore riprese anche all'ultimo piano. I due piani intermedi sono scanditi da colonne di ordine gigante. Al centro della facciata si erge la torre a padiglione dell'orologio. Il monumentale del prospetto, che diede una significativa impronta scenografica alla piazza, non piacque molto ai Triestini che definirono il nuovo municipio " cheba" (gabbia), "budel de leonfante", "sipario". Nel 1876 vennero collocati sulla torre due battiore in bronzo che vennero "battezzati" Michez e Jachez come i loro due predecessori della vecchia torre dell'orologio (ora gli originali si trovano nel museo del Castello di S. Giusto).

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Nel corso delle GFA avrete la possibilità di visitare in esclusiva la Sala del Consiglio Comunale, dove si svolgono le sedute del Consiglio, che è dominato dallo splendido quadro di Cesare Dall'Acqua, raffigurante la prosperità di Trieste. Avrete la possibilità di accomodarvi sugli scranni lignei che fanno da contorno alla Sala e di ammirare Piazza dell'Unità dal balcone centrale del Palazzo. La visita proseguirà nel Salotto Azzurro, sede istituzionale del sindaco, dove dal 1800 vengono ricevuti gli ospiti internazionali della città: in questo luogo potrete ammirare due quadri del pittore austriaco Hans Makart. Infine, la visita si concluderà nella Galleria dei Sindaci, dove potrete ammirare i ritratti dei sindaci della città e ascoltarne le storie, da Enrico Paolo Salem a Gianni Bartoli.

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché sede di una istituzione o di un ente

VISITE A CURA DI

Gruppo FAI Giovani di Trieste

VISITE IN LINGUA STRANIERA

Visite in inglese su prenotazione, scrivendo alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. in sloveno sabato e domenica alle 15:10
 

INGRESSO DEDICATO AGLI ISCRITTI FAI CON POSSIBILITÀ DI ISCRIVERSI IN LOCO

La Pinacoteca si trova all'interno del Rettorato dell'Università di Trieste, nel sito di Guardiella-Scoglietto. Le opere furono acquisite a seguito dell' 'Esposizione Nazionale di Pittura italiana contemporanea', tenutasi nell'Aula Magna dell'Università nel dicembre 1953, che ospitò le 75 opere degli artisti italiani che risposero all'invito del Rettore Rodolfo Ambrosino e del Soprintendente Benedetto Civiletti, in un difficile momento di quel lungo dopoguerra che era vissuto dalla città e si sarebbe concluso con il ritorno dell'Italia l'anno successivo. In quell'occasione vennero acquisiti i tre quadri degli artisti giudicati vincitori del concorso tra i partecipanti (Giuseppe Santomaso, Afro e, per la Venezia Giulia, Nino Perizi) ed altre 34 opere. Le trentasette opere al suo interno sono la testimonianza della ricchezza italiana delle diverse tendenze pittoriche degli artisti attivi: tra quello dei tradizionalisti (come Brancaccio, Seibezzi, Sambo etc.), in vario modo orientati al figurativo, e quello innovativo dei maestri dell'arte astratta (Breddo), veniva infatti individuato uno spazio intermedio, destinato al neocubismo (Paulucci), oppure ad una sorta di neoprimitivismo (Rosai, Omiccioli) oltre che al surrealismo sia astrattizzante che figurativo ma di forte espressività (come Minassian, Tomea, Predonzani). La nuova esposizione delle opere (vincolate dal Ministero dei Beni culturali) è stata inaugurata nei locali del Rettorato nel maggio 2010.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Normalmente la Pinacoteca non è visitabile, ma, in occasione delle Giornate FAI e del centenario, sarà accessibile ai soci insieme al complesso principale dell'Università di Trieste, aperta a tutti.

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché sede di una istituzione o di un ente

VISITE A CURA DI

Gruppo FAI Giovani di Trieste  
  • SEDE CENTRALE DELL'UNIVERSITÀ DI TRIESTE E MOSTRA SU GAETANO KANIZSA - TRIESTE

    L'Università di Trieste si trova nel sito decentrato di Guardiella – Scoglietto fu scelto per la sua visibilità, ma anche in previsione futura puntando a creare una moderna "cittadella universitaria". Richiesta insistentemente dalla componente italiana di Trieste e oggetto di manifestazioni studentesche sotto il dominio austroungarico, l'Università di Trieste fu fondata nel 1924 con la sola Facoltà di Economia e Commercio e subito si pensò di progettarle una sede prestigiosa che, nelle intenzioni del governo italiano, doveva essere segno dell'italianità della cultura triestina. L'edificio presenta una pianta ad H e si sviluppa su quattro piani fuori terra e uno interrato con una facciata stretta da due avancorpi e preceduta da un'ampia scalinata, che ricorda la forma dell'ellenistico Altare di Pergamo o i resti del Tempio per Giove, Giunone e Minerva scoperti negli anni Trenta sul Colle di San Giusto, mentre un richiamo alla romanità è evidente nelle arcate del portico che percorre il pianterreno dell'edificio nelle ali e nella parte centrale; i piani superiori presentano un'ordinata scansione di finestroni rettangolari, che si fanno loggiato nelle parti anteriori delle ali laterali. All'interno è magnifico lo scalone d'onore dell'atrio, costituito da due rampe, con pianerottoli semicircolari, che salgono attorno all'anima centrale in cemento armato rivestita di tessere musive in travertino. L'Aula Magna, posizionata a terzo piano, è di forma rettangolare con il podio per il Senato Accademico posizionato lungo il lato meridionale ed è dotata di accessi distinti per docenti, studenti e pubblico; in quest'ultima si trovano appese al soffitto numerosissime lampade a forma di favo d'api e il rosone realizzato da Marcello Mascherini.

    COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

    L'apertura nelle Giornate FAI prevede la scoperta di un sito quotidianamente frequentato attraverso una visita storico-artistica sia al suo esterno che al suo interno, anche in occasione dei numerosi eventi previsti per il centenario dell'università. I visitatori oltre all'atrio, l'aula magna, l'aula Bachelet con accesso alla loggia panoramica, potranno visitare la mostra: "I miei pùpoli: Gaetano Kanizsa scienziato e artista", un omaggio allo studioso e al patrimonio artistico-documentale dell'ateneo e del territorio. Dal 1953 al 1983 Gaetano Kanizsa è stato, infatti, docente all'Università degli studi di Trieste dove ha fondato l'Istituto di Psicologia. La mostra permanente a cura dei docenti Paolo Bernardis, Carlo Fantoni e Walter Gerbino del Dipartimento di Scienze della Vita dell'ateneo, che sarà visitabile in queste due giornate, anticipa il ricco calendario di eventi organizzati per il festeggiamento del centenario dell'Università degli studi di Trieste (consultabili nel sito https://100anni.units.it).

    VISITE A CURA DI

    Gruppo FAI Giovani di Trieste

    VISITE IN LINGUA STRANIERA

    Visite in inglese su prenotazione, visite in sloveno: sabato 14 e domenica 15 alle 11:10

VEDI TUTTE LE INFORMAZIONI SUI LUOGHI APERTI A TRIESTE E PROVINCIA CLICCANDO QUI

 

I LUOGHI APERTI A UDINE A PROVINCIA

 

Il sontuoso Palazzo Municipale è ubicato nel cuore di Cividale del Friuli ed è riconoscibile dalle arcate a tutto sesto che accolgono il visitatore insieme alla statua di Giulio Cesare, fondatore della Città, e lì collocata dal 1935. Tra le travature della loggia sono dipinti stemmi araldici, sulla parete sono infisse due lapidi ottocentesche – prima sulla facciata – dedicate a Garibaldi e Vittorio Emanuele II, effigiati in medaglioni a bassorilievo. All'interno dell'importante edificio sito fronte al Duomo troviamo un grande mosaico raffigurante una scena di battaglia dei Longobardi, opera del 1971 di Giovanni Borta che ciconduce alla sala consigliare. Dalla citata sala del Consiglio, alle cui pareti figurano i ritratti dei provveditori veneti, si passa alla sala del sindaco e alla sala del segretario entrambe affrescate da Francesco Chiarottini e restituite all'originaria bellezza grazie al restauro completato nel 2010 dopo i pesanti interventi del 1939. Le due stanze sono quanto resta di un ciclo più ampio di affreschi del 1785 che interessavano le sale del pian terreno e del primo piano del Casino dei Nobili. A proposito di quest'ultimo, il conte Michele della Torre (fondatore del Museo di Cividale ed informatoreper Cividale di Fabio di Maniago, in procinto di compilare la storia delle belle arti friulane) scriveva nel 1814 nella sua Vite da Chiarottini: " la Salla terrena ove è un concertato architettonico, prospettico, con quadri storici critici di carattere tiepolesco. La Salla del primo piano, nello stesso locale, di carattere tutto nuovo di Paesi e Grottesche e Francescismi". La data di esecuzione trova conferma nei versi del letterato cividalese Gabriele Paciani, che in una composizione d'occasione precisava che la stessa era stata scritta "in occasion del casin di Cividal stat pitturat e l'an 1785 a spese de nobiltat". La sala terrena, i cui affreschi non sono più visibili, affrescata con archi, logge, raffigurazioni di Minerva probabilmente era posta dove attualmente si trova il Caffè San Marco (purtroppo ancora chiuso dopo un cambio gestione), mentre la sala superiore, inglobata nel 1866 nel Palazzo Municipale, fa parte dell'attuale stanza del sindaco.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Si potranno visionare l'esterno e l'interno del sontuoso Palazzo Municipale. Nel concreto si visiteranno la stanza del sindaco e del segretario ornate da affreschi con motivi fitomorfi, di Capricci paesaggistici e grottesche di uno tra i più rinomati pittori Cividalesi ovvero Francesco Chiarottini. Lo stesso oltre ad essere pittore di fama fu anche incisore, architetto, scenografo, decoratore ed acquafortista. Un personaggio a tutto tondo che offre un viaggio nell'arte dei tempi passati davvero inedito ed emozionante.

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché sede di una istituzione o di un ente

INIZIATIVE SPECIALI

Venerdì 13 ottobre ore 20, presso l'aula magna del Liceo Classico Paolo Diacono a Cividale del Friuli, il gruppo Fai di Cividale in collaborazione con il circolo di Astrofili Astrolab Matajur, la Proloco di Cividale e la Somsi (Società di Mutuo Soccorso) ha il piacere di presentare: Di storie e di stelle (Arte e cielo: il connubio che unisce dalla notte dei tempi) SERATA OSSERVATIVA CON TELESCOPI Relatori: Elisa Morandini – Direttrice del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli Horror vacui o volta celeste? Piero Dorigo – Ettore Ribaudo gruppo astrofili Astrolab Matajur Osserviamo il cielo stellato ed i suoi tesori, riconoscere le principali costellazioni ed i punti cardinali con proiezioni di slides su “tutto si muove”. Siamo davvero Figli delle Stelle come ci suggerisce la famosa canzone di Alan Sorrenti? Quel che è certo è che il cielo stellato è un riferimento che accompagna l'umanità da sempre. Con il cambio dell'ora e l'accorciarsi delle giornate avremo sicuramente più momenti di buio e maggiore possibilità, quindi, di goderci gli emozionanti e (senza dubbio) romantici cieli che l'autunno regala. L'ascolto della nascita delle stelle, dei fatti mitologici, delle costellazioni legate alle realtà storiche ed artistiche sapranno rivestire l'esperienza astronomica proposta di un forte valore culturale. Ore 21,30 presso il Centro San Francesco (50 m dalla sala di presentazione) Si imparerà a riconoscere le costellazioni e si potrà osservare dai telescopi messi a disposizione alcuni tra i più affascinanti oggetti celesti visibili in questo periodo. Accostando lo sguardo allo strumento si potranno, infatti, ammirare i ricami delle nebulose, Saturno, stelle doppie e la Stella Polare. Si potrà poi “sorvolare” la silenziosa luna e fare rotta verso i più grandi misteri della Via Lattea: lo spettacolo è assicurato. Brindisi “ nella notte”... Il viaggio nel firmamento inizia ora... Per i piu' piccoli: IL SOLE CHE RIDE Didattica di astronomia per i bambini con Marco Cataldi. Che cos'è un pianeta? Una galassia? Una stella? Venite a scoprirlo con NOI... – Costo della serata 5 euro a persona adulta; - prenotazioni tramite email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; posti limitati; possibilità di iscriversi al FAI. – Prevedere sempre, in relazione alle condizioni di temperatura esterna, abbigliamento e calzature idonei per sostare all’aperto; – in caso di maltempo l'evento sarà rimandato a data da destinarsi.

VISITE A CURA DI

ragazzi del Liceo Paolo Diacono  

Costruito verso la metà del secolo XVIII secolo per volontà dei conti Pontotti, proprietari terrieri infeudati della contea di Manzinello e ville annesse, il Palazzo si affaccia su piazza S. Francesco occupandone l'intero fronte ovest. I conti Pontotti, già residenti in Contrada del Fieno, acquistarono nel 1752 e nel 1760 dai nob. del Torre alcuni edifici in contrada S. Francesco, facendoli quindi abbattere per realizzare la loro sontuosa dimora che attualmente appartiene ancora ai membri della famiglia Brosadola-Pontotti. L'impianto planimetrico comprende il palazzo originario a pianta rettangolare, due ali con serra e berceau dell'Ottocento ed il corpo di servizio originario su via dei Mulinuss costruito su uno dei due muri che costituivano la cinta romana e altomedievale di Forum Iulii. L'altro muro chiude un giardino "secretum" con pavillon per concerti, ove il conte Leonardo-Giorgio, si dilettava nei suoi virtuosismi al violino. Per lui Vivaldi compose un concerto per violino archi e basso continuo in Re Maggiore detto Grosso Mogul. Il corpo gentilizio di forma rettangolare lunga e stretta sembra che sia stato progettato dallo stesso committente, conte Giovanni Battista, come era tradizione tra gli aristocratici della Patria del Friuli. Le decorazioni interne dello scalone e del salone (1785) sono del cividalese Francesco Chiarottini (1748-1796), pittore del quale i conti Pontotti furono mecenati: egli abitò nel palazzo per anni e lasciò proprio ai suoi mecenati il capolavoro della sua attività artistica.sintesi di tutte le sue esperienze pittoriche. Le pareti dello scalone sono decorate con tre pannelli recanti prospettive che ricalcano l'attività di scenografo teatrale maturata alla scuola di Hubert e Mengozzi-Colonna, mentre sul soffitto è rappresentata una Gloria seduta sulle Nubi, Allegoria della Nobiltà. Invece, sul soffitto del grande salone da ballo, è rappresentata l'Allegoria della Gloria dei Principi mediante quattro figure di donna -alla maniera di Giandomenico Tiepolo - di cui il Chiarottini fu uno dei più brillanti allievi: Virtù della famiglia, la Fortezza, il Razionalismo Illuministico, la Fedeltà, la Fama. Sulla forte colorazione tardo barocca degli sfondi del salone da ballo, si inseriscono quattro riquadri simmetrici che regalano vedute prospettiche e paesaggistiche.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Durante le giornate FAI si scoprirà Chiaruttini ed i suoi mecenati conti Pontotti: Una storia di affari e arte". L'apertura di questo Palazzo nobiliare consentirà a tutti di ammirare gli ambienti in cui viveva l'aristocrazia cividalese nel 1700. Il percorso vi porterà tramite l'importante scalone al Salone delle Feste (su due piani) opera che rappresenta la sintesi pittorica di Francesco Chiaruttini: il suo capolavoro. NOTE: È assolutamente vietato effettuare fotografie o riprese di alcun tipo. La pubblicazione o divulgazione di tali foto o film in qualunque modo eseguite ad insaputa della proprietà sarà perseguita a norma di legge"

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

INIZIATIVE SPECIALI

Venerdì 13 ottobre ore 20, presso l'aula magna del Liceo Classico Paolo Diacono a Cividale del Friuli, il gruppo Fai di Cividale in collaborazione con il circolo di Astrofili Astrolab Matajur, la Proloco di Cividale e la Somsi (Società di Mutuo Soccorso) ha il piacere di presentare: Di storie e di stelle (Arte e cielo: il connubio che unisce dalla notte dei tempi) SERATA OSSERVATIVA CON TELESCOPI Relatori: Elisa Morandini – Direttrice del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli Horror vacui o volta celeste? Piero Dorigo – Ettore Ribaudo gruppo astrofili Astrolab Matajur Osserviamo il cielo stellato ed i suoi tesori, riconoscere le principali costellazioni ed i punti cardinali con proiezioni di slides su “tutto si muove”. Siamo davvero Figli delle Stelle come ci suggerisce la famosa canzone di Alan Sorrenti? Quel che è certo è che il cielo stellato è un riferimento che accompagna l'umanità da sempre. Con il cambio dell'ora e l'accorciarsi delle giornate avremo sicuramente più momenti di buio e maggiore possibilità, quindi, di goderci gli emozionanti e (senza dubbio) romantici cieli che l'autunno regala. L'ascolto della nascita delle stelle, dei fatti mitologici, delle costellazioni legate alle realtà storiche ed artistiche sapranno rivestire l'esperienza astronomica proposta di un forte valore culturale. Ore 21,30 presso il Centro San Francesco (50 m dalla sala di presentazione) Si imparerà a riconoscere le costellazioni e si potrà osservare dai telescopi messi a disposizione alcuni tra i più affascinanti oggetti celesti visibili in questo periodo. Accostando lo sguardo allo strumento si potranno, infatti, ammirare i ricami delle nebulose, Saturno, stelle doppie e la Stella Polare. Si potrà poi “sorvolare” la silenziosa luna e fare rotta verso i più grandi misteri della Via Lattea: lo spettacolo è assicurato. Brindisi “ nella notte”... Il viaggio nel firmamento inizia ora... Per i piu' piccoli: IL SOLE CHE RIDE Didattica di astronomia per i bambini con Marco Cataldi. Che cos'è un pianeta? Una galassia? Una stella? Venite a scoprirlo con NOI... – Costo della serata 5 euro a persona adulta; - prenotazioni tramite email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; posti limitati; possibilità di iscriversi al FAI. – Prevedere sempre, in relazione alle condizioni di temperatura esterna, abbigliamento e calzature idonei per sostare all’aperto; – in caso di maltempo l'evento sarà rimandato a data da destinarsi.

VISITE A CURA DI

Apprendisti Ciceroni Liceo Paolo Diacono  

A solo un'ora da Venezia o da Trieste, tutti possono raggiungere facilmente l'Acetaia e scoprire il fascino delle terre del Friuli. L'azienda si estende su 100 ettari di terreni di cui 35 coltivati a vigneto in zone collinari, notoriamente le più pregiate per i vini di qualità. La denominazione controllata Colli Orientali del Friuli disciplina la produzione di questa piccola area vinicola (ca. 2.000 ettari in totale) e tutela le sue caratteristiche che conferiscono alle uve elevate acidità combinate con un ottimo contenuto di zuccheri. Nel 1958 l'azienda Midolini nasce con l'acquisto dei primi ettari di vigneto nei Colli Orientali del Friuli.Nel 1960 produttori di grappe e birre regalano a Lino Midolini, fondatore dell'azienda, le prime botti per sperimentare la prima produzione di aceto balsamico in Friuli.L'azienda inizia così la prima cottura dei mosti d'uva autoctoni. La storia dell'acetaia si intreccia con il più famoso maestro ramaio europeo, Renzi, che fornisce all'azienda Midolini le prime batterie realizzate con legni pregiati. Lino scopre il valore dei legni locali per l'invecchiamento e l'affinamento dell'aceto balsamico. L'azienda acquista ulteriori terreni nell'area dei Colli Orientali ed espande la propria territorialità. Dal 1998 l'Acetaia entra nel Guinness World Record come la più grande del mondo! Immersa nel cuore dei Colli Orientali del Friuli l'Acetaia Midolini porta con sé la storia del suo passato, quando gli agricoltori del luogo la utilizzavano come granaio. Negli anni 50 è stata restaurata mantenendo l'antico fascino del grande tetto a capriate, che ben si adatta alla filosofia dell'azienda, ovvero l'unione tra sperimentazione e tradizione. Questo è il luogo dove il sogno di creare un condimento balsamico di eccellenza è diventato realtà e dove vengono condivisi sentimenti, sogni e progetti innovativi. Qui i Balsamici prendono forma, colore e, soprattutto, sapore. Ogni giorno, cammina con passo solerte e attento il Mastro Acetaio, per assicurarsi che la massima qualità dei prodotti sia costantemente preservata.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Durante le Giornate FAI di Autunno scopriremo un bene senza tempo, immerso nelle colline dei Colli Orientali in un angolo di Friuli immerso nel dolce paesaggio verdeggiante del Comune di Manzano. Scopriremo i segreti e le curiosità della produzione del balsamico che rende unico questo angolo di territorio. All'Acetaia Midolini un evento speciale allieterà i nostri sensi: al termine della visita, una degustazione dei balsamici prodotti in acetaia accompagnati da prodotti locali elaborati dallo chef Kevin Gaddi.

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

VISITE A CURA DI

Acetaia Midolini  

Casa Pelizzo è situata a Cividale del Friuli, in via Borgo San Pietro, appena a ridosso dell'Arsenale Veneto (o Porta di Borgo San Pietro), in area residenziale. L'edificio è inserito nell'ambito di una cortina edilizia continua, a fronte strada, di pari altezza con gli edifici circostanti, mentre il retro dell'abitazione si affaccia su Piazza XX Settembre. L'abitazione risale alla seconda metà del XX secolo (ristrutturata dal cividalese Leone Morandini) e sorge nell'area dell'ex collegio dei Padri Somaschi, nell'attuale piazza XX Settembre, complesso edilizio del XVI secolo non più esistente perché demolito con la costruzione della scuola elementare "Alessandro Manzoni" negli anni Sessanta del Novecento. Il collegio, in passato, ha ospitato l'attuale Museo Archeologico Nazionale, ma ben presto si rivelò troppo circoscritto per contenere adeguatamente una collezione che continuò ad arricchirsi per tutto il corso del XIX secolo. Fino a inizio Novecento fu sede anche del Museo de Nordis e del Teatro del Collegio, poi rinominato "Teatro Ristori", a cui si accedeva dal lato di via Borgo San Pietro. La facciata verso la corte presenta un portico impostato su pilastri di sezione quadrata al piano terra e una loggia ad archi ribassati impostata su colonne al piano primo (quest'ultima tamponata). Un corpo annesso si sviluppa verso meridione lungo il confine di proprietà. Nella sua parte terminale presenta caratteri neoclassici con struttura a colonne in pietra e architravi a cornice. Corpo principale di quattro piani fuori terra. Scale parallele alla via. Al primo piano salone con pareti e soffitti decorati e affrescati con motivi: floreali, geometrici, animali e figure umane. A lato del salone vi sono due sale anch'esse affrescate. Gli affreschi sono databili dalla fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII secolo. Nella galleria sono presenti affreschi del XIX secolo con raffigurazione di paesaggi d'impronta romantica. Sul portone verso la strada, al di sopra del portale, è posto uno stemma con leone rampante.

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Durante le giornate FAI il visitatore avrà modo di conoscere quest'importante famiglia cividalese ed ammirare l'ampio corridoio interamente decorato con un ciclo che appare concepito e realizzato con l'intento di offrire all'osservatore l'effetto illusionistico di trovarsi in un bosco, con piante svettanti le cui chiome si prolungano e si diramano sul soffitto. Alle pareti si snodano paesaggi agresti, con edifici e popolati da figure intente a varie occupazioni. Ci saranno poi da scoprire la sala da pranzo e lo studio che mostrano un diverso partito decorativo, che attinge palesemente ai modi di Francesco Chiarottini, pittore cividalese nato nel 1748, che si formò artisticamente a Venezia, attingendo a piene mani al figurativo tardobarocco di ispirazione tiepolesca, ma che riuscì a coniugare con le istanze della sensibilità neoclassica, allora in fase di germogliamento.

LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

INIZIATIVE SPECIALI

L'Artista Massimo Clemente presentrà un'installazione per poter guardare gli affreschi in un modo diverso dal solito. Venerdì 13 ottobre ore 20, presso l'aula magna del Liceo Classico Paolo Diacono a Cividale del Friuli, il gruppo Fai di Cividale in collaborazione con il circolo di Astrofili Astrolab Matajur, la Proloco di Cividale e la Somsi (Società di Mutuo Soccorso) ha il piacere di presentare: Di storie e di stelle (Arte e cielo: il connubio che unisce dalla notte dei tempi) SERATA OSSERVATIVA CON TELESCOPI Relatori: Elisa Morandini – Direttrice del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli Horror vacui o volta celeste? Piero Dorigo – Ettore Ribaudo gruppo astrofili Astrolab Matajur Osserviamo il cielo stellato ed i suoi tesori, riconoscere le principali costellazioni ed i punti cardinali con proiezioni di slides su “tutto si muove”. Siamo davvero Figli delle Stelle come ci suggerisce la famosa canzone di Alan Sorrenti? Quel che è certo è che il cielo stellato è un riferimento che accompagna l'umanità da sempre. Con il cambio dell'ora e l'accorciarsi delle giornate avremo sicuramente più momenti di buio e maggiore possibilità, quindi, di goderci gli emozionanti e (senza dubbio) romantici cieli che l'autunno regala. L'ascolto della nascita delle stelle, dei fatti mitologici, delle costellazioni legate alle realtà storiche ed artistiche sapranno rivestire l'esperienza astronomica proposta di un forte valore culturale. Ore 21,30 presso il Centro San Francesco (50 m dalla sala di presentazione) Si imparerà a riconoscere le costellazioni e si potrà osservare dai telescopi messi a disposizione alcuni tra i più affascinanti oggetti celesti visibili in questo periodo. Accostando lo sguardo allo strumento si potranno, infatti, ammirare i ricami delle nebulose, Saturno, stelle doppie e la Stella Polare. Si potrà poi “sorvolare” la silenziosa luna e fare rotta verso i più grandi misteri della Via Lattea: lo spettacolo è assicurato. Brindisi “ nella notte”... Il viaggio nel firmamento inizia ora... Per i piu' piccoli: IL SOLE CHE RIDE Didattica di astronomia per i bambini con Marco Cataldi. Che cos'è un pianeta? Una galassia? Una stella? Venite a scoprirlo con NOI... – Costo della serata 5 euro a persona adulta; - prenotazioni tramite email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; posti limitati; possibilità di iscriversi al FAI. – Prevedere sempre, in relazione alle condizioni di temperatura esterna, abbigliamento e calzature idonei per sostare all’aperto; – in caso di maltempo l'evento sarà rimandato a data da destinarsi.

VISITE A CURA DI

Apprendisti Ciceroni Liceo Paolo Diacolo  

Santa Margherita del Gruagno è un raro esempio di borgo fortificato, vincolato paesaggisticamente nel comune di Moruzzo. Copre 96.057,37 m2. Il Borgo è situato a 204 m s.l.m. sulla sommità di una collina morenica, a sud-est del capoluogo Moruzzo, a confine con il comune di Martignacco in Provincia di Udine. Ripercorrendo le antiche strade romane, il colle, già sito celtico, divenne sede di una arimannia longobarda. Oltre alle donazioni sestense (762) ed ottoniana (983), l'antico castello fu nel 1314 sede di una tregua d'armi tra i feudatari Nicolò di Brazzacco e Varnero di Castellerio. Nei secoli successivi l'antica torre fortificata fu trasformata in campanile che venne in gran parte abbattuto nel 1892. Mentre la cortina sopravvisse fino a tutto il 1600, favorendo per secoli la vita del borgo, la Pieve si sviluppò attraverso ampliamenti e ristrutturazioni conquistando importanza ed autonomia. Il visitatore accede al Borgo passando attraverso il portone maggiore ancora oggi in acciottolato e fin da subito viene proiettato nella circolarità del sito ammirando la Chiesa, le mura di cinta, il belvedere, la Villa Miramonti con la torre ed il giardino, l'antica piazza dello stendardo dove si riunivano i capi famiglia, le vie di uscita il Fornat e la Jevade e le antiche abitazioni rurali.La chiesa di Santa Margherita acquistò nel corso dei secoli autorità diventando un'importante pieve a cui facevano riferimento i paesi limitrofi come Martignacco, Ceresetto, Torreano, Brazzacco, Alnicco, Pagnacco, Colloredo di Prato e Passons.La chiesa di Santa Margherita, già esistente prima dell'anno 1000, ha conosciuto diversi momenti di ampliamento e ristrutturazione legati soprattutto ai periodi architettonici, come romanico, gotico, barocco, riforma del 1700 e 1800 fino ai giorni nostri nel 1954 con il recupero della facciata a pietra vista. All'interno della chiesa si accede alla cripta dedicata a Sante Sabide, anticamente di forma semicircolare, attualmente di pianta esagonale con archi acuti e soffitto a vele.La facciata presenta tre portali di cui il maggiore sormontato da un rosone in pietra lavorata. Molto altro ancora scopriremo durante le Giornate FAI d'Autunno...

COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

Durante le Giornate FAI avremo modo di scoprire il Borgo di Santa Margherita nella sua interezza accompagnati dagli Amici di Santa Margherita. Inizieremo l'itinerario di visita dalla Chiesa che si erge su un leggero pendio all'ingresso del Borgo. Si proseguirà con la visita attraverso le strade del borgo. Proseguiremo con la visita del giardino storico che stupirà i visitatori per il paesaggio mozzafiato che immediatamente accoglierà lo sguardo di ognuno. Curiosità e segreti di questo luogo incantato ci verranno raccontati dali Amici di Santa Margherita che compassione e dedizione ci accompagneranno in queste due giornate alla scoperta del loro meraviglioso territorio collinare. Il Borgo ha partecipato all'ultimo censimento de i Luoghi del Cuore ottenendo 4.073 firme e posizionandosi al secondo posto della classifica regionale.

INIZIATIVE SPECIALI

In occasione delle giornate FAI d'Autunno verrà allestita una mostra fotografica dal titolo: "Santa Margherita del Gruagno il profumo di una storia" a cura del fotografo Igino Durisotti del Circolo fotografico IL GRANDANGOLO di Campoformido. La mostra verrà allestita nei locali della baita degli Alpini, nel sottoportico di accesso al Borgo, in chiesa e presso il giardino storico.

VISITE A CURA DI

Gruppo Amici di Santa Margherita del Gruagno
 
 
 
  • AMIDERIA CHIOZZA - RUDA, UDINE

  • L'Amideria Chiozza sorse nel 1865 lungo la roggia denominata La Fredda sui resti di un vecchio mulino, nella località omonima a Perteole, nella campagna della bassa friulana, inaugurando il ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e a partire dal 1872 dal riso. La fabbrica nacque nel 1865 grazie al chimico Luigi Chiozza che con le sue profonde conoscenze scientifiche, rivoluzionò nella sua tenuta modello di Scodovacca le tecniche agricole per poi coniugare l'agricoltura e l'industria in un unico filone commerciale. Luigi Chiozza si era formato a L'ècole de chimie pratique a Parigi , tra i suoi compagni di studi c'era l'illustre chimico Louis Pasteur. Tra loro nacque un rapporto di amicizia e di collaborazione scientifica. Dal novembre 1869 al luglio 1870, Pasteur si stabilì nelle vicinanze di Ruda recandosi quotidianamente nel laboratorio dell'amico per effettuare esperimenti e studi che lo portarono a debellare la piaga della Pebrina, malattia del baco da seta che stava rovinando l'economia in vari Paesi europei. Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, con capitali triestini, nel 1902, ad una nuova società: la uova Pilatura Triestina. A questo periodo risale la grande ristrutturazione della fabbrica con l'introduzione di nuove caldaie e macchine per aumentare la produzione. la particolarità di questo stabilimento, unico nel suo genere, consisteva nel metodo di lavorazione, brevettato da L. Chiozza e nella piena sussistenza in vita di macchine e metodi di lavorazione concepiti, brevettati e rimasti in uso pressocché immutati per più di un secolo. I prodotti dell'amideria di Perteole avevano conquistato, oltre i mercati italiani, pure i mercati dell'Europa centrale e quelli di oltre Oceano, per l'eccezionale qualità del prodotto. La fabbrica chiuse definitivamente i battenti nel 1986 diventando un raro esempio di archeologia industriale, sia per i metodi estrattivi utilizzati che per la sua collocazione in un'area tuttora deprivata dal punto di vista industriale. L'amideria, proprietà del Comune di Ruda, custodisce ancora oggi macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza dal punto di vista della storia industriale, anche se il complesso si trova in stato di profondo degrado, con numerose parti crollate.

    COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

    In occasione delle giornate Fai d'autunno 2023 i visitatori, oltre alla centrale di generazione dell'energia dove sono ospitate le caldaie per la produzione del vapore e la splendida macchina a vapore del 1902, riportata all'originale splendore dai volontari dell'Associazione Amideria Chiozza, potranno visitare altri tre locali della fabbrica aperti al pubblico proprio per questo importante evento: - Reparto macinazione: nel quale sarà possibile capire le fasi iniziali della lavorazione della rottura di riso per estrarre l'amido; - Sala pompe: sono visibili 7 pompe, risalenti al 1902, utilizzate per la movimentazione dei semi-lavorati tra i vari reparti; - Reparto sottoprodotti: ultimo passaggio della sostanza proteica e del semolino comprendente l'essiccazione, la macinazione e l'insaccamento per la vendita.

    LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO

    Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata

    VISITE A CURA DI

    Associazione Amideria Chiozza  

    La Chiesetta di Sant'Andrea si trova nel Borgo di Sant'Andrea in località Brazzacco di Moruzzo, ed è situata ad un'altitudine compresa tra i 150 ed i 230 m. s.l.m., in un terreno considerato patrimonio geopedologico e morfologico di origine glaciale. Si trova poco distante dal castello di Brazzacco che fino agli inizî del secolo XV appartenne ad un ramo della medesima famiglia. L'intera area è caratterizzata da vigneti, che grazie alla varietà di microclimi unici, alla valorizzazione del rapporto tra uomo e ambiente, sono rinomati per la produzione di vini dal carattere inconfondibile. La Chiesetta di Sant'Andrea ha origini molto antiche (metà del XIV secolo, c.a.). Benchè, l'edificio abbia subito nel tempo svariati interventi di restauro, non ne hanno modificato l'aspetto originario. La chiesa, costituita da un'unica navata terminante con un abside semicircolare, conserva al suo interno un affresco tardogotico dell'inizio del XV secolo raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi. La storia scritta del territorio risale al giugno 983, quando l'imperatore tedesco Ottone II donò al patriarca di Aquileia Rodoaldo cinque castelli, tra i quali anche quello di Brazzacco, di fondamentale rilievo per il controllo delle vie di comunicazione dell'epoca. La chiesetta presenta un'aula rettangolare e una piccola abside semicircolare. La muratura è in sasso a vista e la copertura in coppi sostenuta da capriate poggianti su barbacani in pietra e tavelle a vista. Il portoncino d'ingresso, al quale si accede attraverso tre gradini esterni, e le due finestrelle laterali sono incorniciati in pietra con elementi rifatti durante il restauro eseguito nella seconda metà del secolo scorso. La facciata si chiude in sommità con una monofora campanaria. La chiesa conserva al suo interno affreschi di notevole interesse; indagini di messa in luce eseguite il secolo scorso lasciano intravedere una decorazione pittorica estesa all'abside, all'arco trionfale e alle zone terminali delle due pareti e risalenti a due momenti diversi.

    COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

    Durante le giornate FAI d'Autunno sarà possibile visitare la Chiesetta di Sant'Andrea, l'azienda agricola e i vigneti circostanti. La Chiesa di Sant'Andrea è un bene che fa parte del patrimonio architettonico del Friuli Collinare di proprietà privata che normalmente non è aperto al pubblico. Saranno in questa occasione visibili gli affreschi recentemente riportati alla luce. Sarà possibile raggiungere il sito anche a piedi, con una salutare e appagante passeggiata di poche centinaia di metri, che passando attraverso un percorso suggestivo tra i campi e i vigneti, vi condurrà dal Borgo di Santa Margherita del Gruagno o dal Forte alla Chiesetta di Sant'Andrea. In quest'occasione sarà possibile visitare anche i vigneti circostanti e l'azienda agricola Borgo Sant'Andrea (solo esterno), che con maestria ha saputo coniugare la vocazione vitivinicola del territorio con la produzione di vini pregiati e l'autentica passione per l'enogastronomia che trovano la loro massima espressione nei menù gourmet dell'Osteria Sant'Andrea.

    VISITE A CURA DI

    Delegazione FAI di Udine    

    FORTE DI SANTA MARGHERITA - MORUZZO, UDINE Sin dall'inizio del ‘900, a scopo difensivo ma anche in preparazione di una ppossibile guerra lungo tutta la frontiera fra Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico venne costruita una catena di opere militari a carattere difensivo: forti, sbarramenti, batterie e torri corazzate con i necessari ricoveri e magazzini. Queste opere avevano un duplice scopo, costruite a cavallo delle principali via di accesso in Italia, era quello di bloccare l'avanzata di un esercito invasore e di proteggere lo schieramento delle proprie truppe. Il sistema aveva infatti l 'obiettivo di creare, per le truppe di copertura destinate alla frontiera, zone di sicurezza ove sostare se costrette a ripiegare dalle posizioni avanzate; altro scopo era quello di fermare il nemico nella pianura, impegnandolo in operazioni di attacco di potenti opere corazzate, così da consentire all'esercito di completare le operazioni di mobilitazione e di adunata ed offrire, così, alle grandi unità la possibilità di occupare indisturbate la sinistra Tagliamento, disponendosi al coperto nell ' ordine di schieramento indicato A difesa del confine orientale le opere formavano la fortezza Alto Tagliamento-Fella, la fortezza Medio Tagliamento e la fortezza Basso Tagliamento. La fortezza Medio Tagliamento doveva difendere i ponti sul Tagliamento, il corso del fiume Torre ed il suo sbocco nella pianura friulana e comprendeva i forti di Col Roncone, Fagagna, Santa Margherita, Tricesimo e Monte Lonza (Bernadia). Le fortificazioni del Forte Col Roncone, di Fagagna , di Santa Margherita del Gruagno fanno ben presto realizzare che i forti in questione erano del tutto simili. La linea di difesa aera altresi corroborata dagli appostamenti per batterie Pinzano, Ragogna Alta, Ragogna Bassa, Buja, Monte Faeit, Monte Campeon, Flaipano, Monte Pocivalo, Modoletto e Ciuc dal Ronco. Le opere, iniziate nel maggio 1908 e terminate nel 1913, dopo l'ingresso del Regno d'Italia nella Prima Guerra Mondiale diventarono completamente inutili a causa dell'avanzata dell'esercito italiano oltre il vecchio confine; il bisogno al fronte di pezzi di artiglieria portò al rapido disarmo dei forti e alla loro utilizzazione come magazzini. Come quasi tutte le opere della zona, era stata disarmata già nel 1915 ed adibita a magazzino, deposito. E' stata adibita fino a pochi anni orsono a polveriera ed era considerata quindi Zona Militare. Dal 2002 il forte di Santa Margherita è stato acquistato dal Comune di Moruzzo che ne ha curato il ripristino e viene utilizzato dalla ProLoco.

    COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

    Durante le giornate FAI sarà possibile visitare il Forte all'esterno e perpepire l'inserimento dello stesso nel tessuto terriotriale e paesaggistico di Moruzzo. Sarà possibile inoltre visitare la mostra di pittura allestita al suo interno e curata dalla Pro Loco locale. Comune di Moruzzo
     
     
    • L'Antiquarium della Motta, con le sue collezioni archeologiche e la Mostra del fossile, presenta la storia antica del territorio di Povoletto attraverso reperti, fossili e ricostruzioni. L'esposizione è allestita all'interno della storica Villa Pitotti nel Comune di Povoletto. Gli scavi condotti presso il sito del castello della Motta hanno permesso di recuperare una grande quantità di reperti grazie ai quali è stato possibile ricostruire molti aspetti della vita economica e sociale del castello. Il castello della Motta si trova su un crinale alla confluenza del torrente Torre e del Rio Motta (presso la frazione di Savorgnano al Torre) e durante le tredici campagne di scavo è stato possibile recuperare la vita e la storia di questo castello edificato in epoca altomedievale (VIII-IX secolo) e abitato fino ai primi decenni del Quattrocento. L'ultimo assedio risale al 1443 e ha provocato l'abbandono delle strutture da parte dei signori feudali. Il castello della Motta, nel XIII e XIV, era di proprietà della famiglia Savorgnan che lo rese un punto nevralgico del loro vasto potere territoriale. All'importante famiglia apparteneva anche una giovane ragazza: Lucina.Il suo amore verso Luigi da Porto è stato probabilmente lo spunto per un racconto ripreso poi da Shakespeare.I reperti, tutti precedenti il XV secolo, ci raccontano il benessere e il prestigio della nobile famiglia dei Savorgnan.I ripostigli di metallo; i pozzetti con resti della vita quotidiana; gli straordinari elementi di corredo del miles medievale, ci permettono di osservare aspetti significativi del basso Medioevo friulano. L'allestimento della collezione mette in luce i reperti di maggiore interesse storico-scientifico e culturale.La visita è infatti l'occasione per scoprire: attività artigianali quali la filatura e la tessitura; la lavorazione dell'osso, del vetro e della pietra.Molto importante è la lavorazione del metallo conosciuta grazie al recupero di numerosi reperti destinati alla rifusione e in grado di raccontarci molti aspetti della vita militare dell'epoca; aspetti di vita quotidiana come le stoviglie utilizzate nelle cucine e nei banchetti dei signori; attività produttive come l'agricoltura, lo stoccaggio del cibo e l'attività venatoria.

      COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?

      Le Giornate FAI d'Autunno saranno una esperienza unica perché ci consentiranno di conoscere il fascino antico del Friuli Venezia Giulia. E' l'unico luogo in Italia in cui si possono vedere gli strati rocciosi che vanno dal Paleozoico antico (460 – 444 milioni di anni fa) al Quaternario, il periodo in cui viviamo attualmente. Nella Mostra del Fossile esposta a Villa Pitotti è possibile riconoscere le diverse ere geologiche, immaginare i cambiamenti del nostro territorio nel tempo e osservare i numerosi esemplari di fossili. Una visita che sicuramente sarà apprezzata da adulti ma anche dai bambini che potranno divertirsi tra i reperti proposti.

      VISITE A CURA DI

      ASSOCIAZIONE DIDATTICA NORDEST e volontari del Comune di Povoletto

       

      PER VEDERE I LUOGHI APERTI IN TUTTA ITALIA CLICCA QUI

      Sul sito di FAI puoi vedere tutti i luoghi aperti, e anche le aperture divise per territorio

       

    Altri luoghi visitabili in Italia per le Giornate Fai d'autunno 2023

    Ecco alcune anticipazioni che vi segnaliamo.:

    Cosa vedere a Roma

    A Roma si sveleranno straordinariamente – apertura riservata agli iscritti Fai – alcune collezioni d’arte di Cassa Depositi e Prestiti, nata nel 1850 con lo scopo di promuovere e finanziare infrastrutture e servizi di pubblica utilità. Si potranno ammirare opere di protagonisti del Novecento italiano, da Capogrossi a Vedova. Sarà inoltre visitabile l’Archivio Storico Capitolino, nel complesso monumentale dell’Oratorio dei Filippini, progettato da Francesco Borromini e tra i più importanti esempi di barocco romano. Si potranno vedere il cortile e il piano nobile con l’esposizione del primo piano regolatore della città e di alcune cinquecentine.

    Cosa vedere a Milano

    Nella città di Milano sarà eccezionalmente visitabile il Palazzo della Banca d’Italia, edificato tra 1907 e 1912, in stile eclettico, con il monumentale scalone d’onore dalle vetrate liberty. Dopo il successo dello scorso anno, riaprirà il neoclassico Palazzo Diotti, sede della Prefettura: accedendo dal cortile d’onore, si saliranno i monumentali scaloni che conducono al piano nobile con le sale di rappresentanza riccamente arredate. La visita si concluderà alla Torre delle Sirene, centrale di allarme antiaerea della fine degli anni 30.

    Giornate Fai d’autunno a Bergamo

    Per restare in Lombardia, in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, si potranno scoprire alcuni spazi dell’ex complesso di Sant’Agostino a Bergamo, oggi sede dell’Università degli Studi. Oltre all’Aula Magna, ospitata nella chiesa, vera antologia della pittura bergamasca del Trecento, saranno visibili per la prima volta nei chiostri i cicli ad affresco rinvenuti con il restauro appena concluso.

    Cosa vedere a Torino e provincia

    A Torino aprirà Palazzo Civico, storica sede del Municipio, rinnovata in stile barocco dall’architetto Francesco Lanfranchi. Aprirà le porte anche l’ex lanificio Colongo, struttura industriale di inizio 900 che ospita il Centro Sperimentale di Cinematografia – Dipartimento Animazione e laFilm Commission Torino Piemonte: si potrà accedere, tra l’altro, alla Sala Casting e ai laboratori di scenografia.

    Rimanendo in provincia, a Ivrea aprirà la Chiesa di San Bernardino, divenuta recentemente Bene Fai insieme all’adiacente convento grazie alla donazione da parte degli eredi Olivetti e di Tim. Qui si potrà ammirare il celebre tramezzo di Martino Spanzotti, caposaldo della pittura rinascimentale dell’Italia Settentrionale, prima dell’importante restauro che coinvolgerà il complesso dal 2024.

    Cosa vedere a Firenze

    A Firenze si approfondirà la storia della Croce Rossa Italiana in due sedi operative mai aperte al pubblico: la prima, sulle sponde del Lungarno Soderini, è ospitata nella quattrocentesca casa Capponi; la seconda, nata come villa della famiglia svizzera Kraft con un suggestivo affaccio sulla collina di Careggi, ospita il Museo militare della Croce Rossa.

    Le Giornate Fai d’autunno a Genova

    A Genova aprirà le porte il Teatro Gustavo Modena, edificato nel 1856 nel quartiere di Sampierdarena, con l’elegante sala all’italiana su quattro ordini di palchi e il soffitto affrescato da Nicolò Barabino. Ritrovata negli ultimi decenni la sua originaria vocazione di teatro di prosa, è tra i pochissimi ad avere ancora in uso la graticcia originale ottocentesca, la struttura a travi lignee che muove il sipario e gli oggetti scenici.

    Le Giornate Fai d’autunno a Napoli

    Nella città di Napoli saranno visitabili due sedi dell’Università Federico II: il Polo ingegneristico, realizzato nell’area ex industriale di San Giovanni a Teduccio, con laboratori all’avanguardia di analisi ambientale e realtà virtuale, e l’ex convento cinquecentesco di Santa Maria degli Angeli alle Croci che ospita dal 1815 la Scuola Veterinaria, divenuta facoltà nel 1935.

    Cosa vedere a Palermo

    Nella città di Palermo si potrà visitare il Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, capolavoro di architettura arabo-normanna, che è stato al centro di un progetto di riqualificazione partecipato dal Fai.

    Cosa vedere a Bologna

    Anche a Bologna si potrà scoprire la sede della Banca d’Italia, ospitata in un imponente palazzo in stile eclettico progettato dall’architetto napoletano Antonio Cipolla intorno al 1865 e contraddistinto dal portico antistante, tra i più belli della città, decorato dall’ornatista emiliano Gaetano Lodi con temi di storia antica fino all’Unità d’Italia. In città aprirà, inoltre, il monumentale Palazzo Malvezzi de’ Medici, sede della Città Metropolitana. Saranno accessibili, mediante il settecentesco scalone d’onore dei Bibiena, le sale del piano nobile, compresa quella consiliare, arricchite con affreschi ottocenteschi dal forte impatto scenografico.

    Le Giornate Fai d’Autunno ad Ancona

    Ad Ancona saranno in programma visite alla suggestiva Chiesa di Santa Maria di Portonovo, di epoca romanica, che sorge in riva al mare, sotto il Monte Conero.

    Gli altri luoghi aperti per le Giornate Fai d’Autunno 2023

    Anche nel 2023 le Giornate Fai d’Autunno sveleranno al pubblico chicche” poco note e preziose depositarie di piccole e grandi storie. A Sumirago (Va), ad esempio, sarà possibile visitare l’Archivio Missoni, che conserva al suo interno materiale iconografico, documenti e articoli prodotti negli anni da una delle maison più iconiche del nostro Paese. A Borgo San Lorenzo (Fi) aprirà il Chini Museo, dedicato alla storia artistica della celebre famiglia toscana di ceramisti e decoratori, tra i quali spicca Galileo, tra i massimi esponenti del movimento Liberty in Italia. Per celebrare i cento anni dall’inaugurazione sarà visitabile la Centrale Idroelettrica Venina a Piateda (So), esempio imponente di architettura industriale lombarda del secolo scorso. Oggi di proprietà del gruppo Edison, rappresenta una delle principali fonti di energia rinnovabile del Paese in Valtellina.

    In Friuli Venezia Giulia si potrà visitare il frantoio di Caneva (Pn), il più a nord d’Italia, realizzato dal Comune per sostenere i 60 produttori locali ed esteso per oltre 40 ettari tra vigneti e uliveti.

    A Rovereto (Tn) aprirà eccezionalmente al pubblico la Manifattura Tabacchi: attiva dal 1854 al 2008, dal 2009 è stata oggetto di un’importante rigenerazione urbana, divenendo incubatore di start up nei settori dell’edilizia ecosostenibile, dell’energia rinnovabile e delle tecnologie per l’ambiente e per lo sport.

    A Monza aprirà la Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita”, fondata nel 1928 e tuttora centro di riferimento per il prestito e la distribuzione di volumi e spartiti musicali per non vedenti in tutto il mondo.

    I giardini e i parchi delle Giornate Fai

    Mantenendo fede all’impegno di promuovere una cultura della natura e una sempre maggiore consapevolezza del ruolo dell’uomo per l’ambiente, nelle Giornate Fai d’Autunno 2023 saranno proposte molte aperture e itinerari “nel verde”. A Piazzola sul Brenta (Pd) sarà possibile visitare il giardino romantico progettato dall’architetto veneziano Giuseppe Jappelli tra 1832 e 1845 per la villa della famiglia Trieste, oggi di proprietà privata. Un percorso naturalistico nel foliage autunnale sarà quello nel Parco del Lago Moro, piccolo lago alpino tra Darfo Boario Terme e Angolo Terme (Bs), una delle zone a più alta concentrazione di biodiversità d’Europa in cui convivono numerose specie protette della Valcamonica.

    A Limbiate (Mb) porte aperte a Villa Pusterla-Crivelli-Arconati, che accoglie oggi l’Istituto Tecnico Agrario Statale “Luigi Castiglioni”, dopo essere stata sede per oltre 130 anni di un ospedale psichiatrico e, nei primi dell’Ottocento, quartier generale di Napoleone Bonaparte. Ancora, per restare sul tema dei luoghi dell’educazione all’Ambiente inteso come intreccio tra Natura e Storia, aprirà l’Istituto Tecnico Agrario “Cosimo Ridolfi” a Scerni (Ch), perfettamente incastonato nel paesaggio delle colline abruzzesi. Fondato nel 1876, con i suoi laboratori all’avanguardia e la presenza di un’azienda produttiva rappresenta un’eccellenza nell’ambito dell’istruzione, oltre che un punto di riferimento nella formazione di giovani periti di tutta la filiera agricola.

    I borghi da visitare

    Diversi saranno anche i borghi e i piccoli Comuni da scoprire in occasione delle Giornate Fai d’Autunno 2023. Tra questi, Anversa degli Abruzzi (Aq), con la frazione di Castrovalva, resa celebre da una veduta di Escher. Inserito nella Riserva naturale delle Gole del Sagittario e meta di artisti e scrittori, è sorto qui il primo parco letterario regionale dedicato a Gabriele D’Annunzio, profondamente legato a questi luoghi.

    Nel cuore delle colline lucchesi, si percorrerà il borgo fortificato di Nozzano, con il suo mastio merlato, che appare quasi intatto alle trasformazioni urbanistiche degli ultimi secoli. Nel reatino si potrà visitare Montenero Sabino, caratteristico borgo medievale dominato dall’imponente Castello Orsini e ricco di testimonianze archeologiche. Immerso nella rigogliosa natura dei Monti Sabini, il centro abitato presenta una particolare forma allungata “a fuso di Acropoli” arroccato su uno sperone roccioso. In un percorso che unisce le tradizioni locali delle botteghe storiche alle peculiarità storico-artistiche, raramente accessibili al pubblico, si potrà visitare Vezzano Ligure (Sp), che incarna i caratteri più autentici del Golfo della Spezia e quelli della Lunigiana.

    Alcune informazioni importanti

    Alcuni luoghi saranno aperti il sabato, altri la domenica, altri ancora in entrambe le giornate. Per questo, ricorda di consultare ogni singolo luogo aperto per verificare le esatte giornate e gli esatti orari in cui è possibile visitarlo. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3€ – e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. Il contributo economico è utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione.

    Giornate FAI d’Autunno 2023 in FVG: anticipazioni

    Due, per ora, sono gli eventi programmati nella nostra Regione.

    Il frantoio di Caneva

    Aprono le porte del frantoio di Caneva (Pn), il più a nord d’Italia, realizzato dal Comune di Caneva per sostenere i circa 60 produttori presenti nel territorio pedecollinare del Livenza, che vanta un patrimonio di circa 15mila piante coltivate su una quarantina di ettari.

    Iscriviti alla nostra
    newsletter per rimanere
    sempre informato!

    Eventi in Friuli Venezia Giulia oggi

    Tutti gli eventi giorno per giorno in Friuli Venezia Giulia, trova subito quello che fa più al caso tuo tra numerose mostre d’arte, sagre, festival e appuntamenti da non perdere!

    Giro
    Iscriviti alla nostra newsletter