Visite guidate ed escursioni
Giornate FAI d’autunno 2023, aperture straordinarie e visite guidate a contributo libero
- Data: sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023
- Luogo: tutta Italia
- Data inizio: 14-10-2023
- Data fine: 15-10-2023
Le Giornate FAI d’Autunno 2023 si terranno sabato 14 e domenica 15 ottobre, con aperture straordinarie in tutta Italia e visite guidate a contributo libero. Un’occasione da non perdere per tornare a scoprire luoghi ancora poco conosciuti del nostro Paese e sostenere la missione del FAI [Fondo Ambientale Italiano]. Oltre ai Beni che il FAI protegge tutto l’anno, potrai scoprire palazzi e giardini privati, castelli, luoghi di culto, vecchi edifici pubblici, borghi e aree naturalistiche ma anche luoghi insoliti come antiche manifatture dalla lunga tradizione o piccoli angoli spesso dimenticati, che custodiscono una parte importante della cultura e della tradizione dei luoghi che abitiamo. L’elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione alle Giornate Fai d’autunno 2023 è disponibile da inizio ottobre sul sito www.giornatefai.it. Oltre ai Beni che il FAI protegge tutto l’anno, potrai scoprire palazzi e giardini privati, castelli, luoghi di culto, vecchi edifici pubblici, borghi e aree naturalistiche ma anche luoghi insoliti come antiche manifatture dalla lunga tradizione o piccoli angoli spesso dimenticati, che custodiscono una parte importante della cultura e della tradizione dei luoghi che abitiamo. Non perdere uno straordinario fine settimana autunnale, che ti permetterà di immergerti nello splendore dei territori in cui vivi e di condividere con tanti altri visitatori l’orgoglio di appartenere al paese più bello del mondo. Alcuni luoghi saranno aperti il sabato, altri la domenica, altri ancora in entrambe le giornate. Per questo, ricorda di consultare ogni singolo luogo aperto per verificare le esatte giornate e gli esatti orari in cui è possibile visitarlo. Naturalmente, anche in a href="/giornate-fai-dau…ontributo-libero/">"riui Venezia Giulia saranno tantissimi i luoghi visitabili.
LE APERTURE STRAORDINARIE IN FRIULI VENEZIA GIULIA PER LE GIORNATE FAI D’AUTUNNO 2022
Il 4 ottobre sono state rese note tutte le aperture in occasione delle Giornate Fai d’Autunno 2022. In Friuli Venezia Giulia saranno ben 22 il luoghi visitabili in occasione delle Giornate FAI di Autunno. Anche in regione, alcuni luoghi saranno aperti il sabato, altri la domenica, altri ancora in entrambe le giornate. Per questo, ricorda di consultare ogni singolo luogo aperto per verificare le esatte giornate e gli esatti orari in cui è possibile visitarlo.
I LUOGHI APERTI A GORIZIA A PROVINCIA
La passeggiata partirà dalla Fontana del Nettuno in Piazza della Vittoria, davanti alla Chiesa di Sant'Ignazio. Il percorso toccherà via Rastello, via Mazzini con il passaggio Edling, seguito dalla sede del Municipio di Gorizia per arrivare in via Garibaldi, davanti alla Chiesa dell'Immacolata Concezione. Percorso urbano della lunghezza di poco più di un chilometro, non richiede particolare impegno fisico. Si raccomanda comunque un abbigliamento comodo. Risale al 1001 la donazione di "Villa Gorizia" da parte di Ottone III di Sassonia al conte del Friuli, Guariento. La menzione della città come "Villa quae Sclavorum lingua vocatur Goriza" del 1509, darà conto delle origini slave del nome. Dal '200 grazie alla costruzione di un ponte sull'Isonzo ed alla concessione del diritto di mercato, ebbe inizio lo sviluppo della città sotto il dominio dei bellicosi Conti di Gorizia. Nel 1500 la casata si estinse e Massimiliano I d'Asburgo ereditò Gorizia e la sua Contea. Immediatamente Gorizia divenne terreno di contesa tra Venezia e gli Asburgo. Nel 1509 i Veneziani furono costretti alla resa e Gorizia divenne stabilmente parte dei territori della casa d'Austria. Così fu fino al 1918 ad esclusione della parentesi napoleonica (1809-1813). Lungo il percorso si trovano testimonianze urbanistiche, architettoniche ed artistiche risalenti alle diverse epoche storiche della città, dal Medioevo dalle vie anguste ed acciotolate per arrivare al Barocco delle due chiese, punto di partenza e di arrivo del nostro itinerario. Il '700 e l' 800 furono secoli di grande espansione urbanistica e compongono la maggior parte del tessuto urbanistico attraversato dall'itinerario. Importante sarà sopratutto soffermarsi su alcuni importanti elementi che sono stati nascosti dallo sviluppo edilizio successivo. La vita della città nelle diverse epoche sarà tratteggiata accennando a qualcuno dei molti commerci che vi si svolsero.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Percorrendo questo affascinante ed insolito itinerario potrete scoprire alcune peculiarità della Gorizia ai piedi del Castello, partendo dal racconto dell'evoluzione di Piazza della Vittoria da prato ad elegante salotto cittadino. Passeggerete tra le antiche botteghe di Via Rastello, la via più antica della città, nonché storico asse del commercio e del passeggio goriziano. Ripercorrerete in alcuni punti il tracciato, oggi sottereaneo, della "Grapa", l'antico fossato medioevale che cingeva la città bassa. Conoscerete la storia di una città, e le molte storie di persone, imprese, istituzioni che l'hanno fatta vivere.
VISITE A CURA DI
Sabrina Pellizzon "Associazione via Rastello - Gorizia"
I LUOGHI APERTI A PORDENONE A PROVINCIA
L'azienda vitivinicola Rive Col de Fer si colloca lungo le pendici meridionali dell'omonimo colle, sul quale sorge anche il Castello di Caneva con la sua chiesa. Il "Col de Fer" è zona storicamente molto favorevole alla coltivazione di viti: un tempo scavato dall'industria mineraria, il colle è stato riportato al suo verde splendore grazie ad una progressiva riqualificazione ambientale e paesaggistica che ce lo ha restituito con la sua elevata biodiversità e il suo particolare microclima, che lo rende casa dell'uva Verdiso. L'idea di Rive col de Fer nacque nei primi anni '80, quando il padre di Alessia de Carli, la quale oggi gestisce l'azienda assieme al marito Lino Cigana, prese possesso di un antico rustico e del relativo appezzamento di terreno: con anni di duro lavoro, nelle tenaci e pazienti mani della famiglia de Carli, pendii resi ostili dall'incuria tornarono allo splendore di un tempo, nella forma di un vasto vigneto a balze. Ancora oggi la coltivazione delle vigne avviene a conduzione quasi esclusivamente familiare, con cura e passione, nel profondo rispetto per il territorio. Assieme all'antica cantina, l'azienda Rive Col de Fer si costituisce, naturalmente, di vigneti. Undici ettari di gradoni collinari ospitano la coltivazione delle viti, offrendo al visitatore che li percorra una vista spettacolare sulla pianura friulana, ma non solo: a Rive Col de Fer si trovano anche ulivi, piante di Figo Moro e piccole macchie boschive, che permettono il sereno circolare della fauna locale.COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Passeggiando tra i vigneti scopriremo la storia della famiglia de Carli e del recupero che fece dei vigneti, un tempo abbandonati: ancora, ci verrà descritto come le particolarità territoriali e climatiche del Col de Fer consentano la coltivazione di particolari varietà di viti quali l'uva Verdiso. A conclusione della visita sarà possibile l'acquisto di prodotti della cantina e del Consorzio del Figo Moro da Caneva.VISITE A CURA DI
Gruppo FAI Giovani di Pordenone Il percorso si snoda lungo un'area collinare del Comune di Caneva, nella frazione di Stevenà. La zona si rende particolarmente interessante per aspetti geologici, botanici, culturali e storici. Si tratta di un'area collinare che preserva ancora sentieri, mulattiere, antichi edifici rustici, prati stabili e piccoli boschi di castagno. Dal punto di vista strettamente botanico, il clima mite ha reso le colline di Caneva il luogo ideale per la crescita di alcune piante tipicamente mediterranee. Questo territorio presenta gli evidenti segni del rapporto tra l'uomo e le pietre: gran parte della collina canevese, negli anni, è stata interessata da attività estrattiva che ne ha deformato la morfologia e danneggiato, di conseguenza, l'ambiente. Questa porzione di territorio collinare, tuttavia, si è conservata integra: alcune associazioni locali si sono dunque mosse per recuperare le vecchie mulattiere, valorizzare le peculiarità botaniche e creare un circuito di sentieri come questo che, partendo dalla pianura, consentano di esplorare la collina e conoscerne le peculiarità. Se sui colli più vicini al paese vite ed ulivo sono coltivati da secoli, appena si inizia a salire verso la montagna si possono fare incontri botanici unici, come gli arbusti di Marruca (Paliuro spina-christi) e la Ruta (Ruta graveolens), che cresce spontanea tra le rocce. Lungo il percorso, ad ombreggiare il sentiero, i cespugli di corniolo (Cornus mas) offrono al viaggiatore estivo lo splendore delle acidule drupe rosse. Ovunque, tra i sassi la Rosa canina cerca angoli di sole per far splendere i suoi effimeri fiori. È questa una zona dove crescono i castagni, che trovano nella terra rossa, ricca di ferro, il terreno ideale al proprio sostentamento.COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
La passeggiata, a cura di Prealpi Cansiglio Hiking, si svolgerà in un solo turno, nella mattina sia di sabato che di domenica, con partenza alle 9:00 e arrivo stimato alle 12:00. Il percorso ad anello, della durata complessiva di tre ore (andata e ritorno), copre un dislivello di 250m. Partendo da Stevenà, nei pressi delle cave, il sentiero sale le colline raggiungendo Pian de le Salere, ad una quota di 300m. Si tratta di una passeggiata semplice: il percorso presenta un primo tratto in salita per poi proseguire prevalentemente in piano. Lungo il sentiero sono previste delle soste, per approfondire i punti di maggiore interesse naturalistico del percorso insieme alle guide esperte di Prealpi Cansiglio Hiking.VISITE A CURA DI
Prealpi Cansiglio Hiking, Gruppo FAI Giovani di PordenoneCOSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
L'apertura di questo bene è un'occasione unica per conoscere a fondo la cultura di un paese variegato di differenze, frastagliato di diverse influenze linguistiche tipiche dell'italiano regionale delle zone di confine e pieno di tradizioni che affondano le radici nella storia secolare della Patria del Friuli.VISITE A CURA DI
Apprendisti CiceroniCasa storica adibita a museo presente a Navarons di Meduno Casa Andreuzzi nasce con l'intento di mantenere la memoria dei Moti Friulani del 1864, episodio ancora poco noto ma dall'interesse storico importantissimo per l'approfondimento della storia risorgimentale friulana. Qui sono raccolte le testimonianze dei rapporti intercorsi tra il patriota Antonio Andreuzzi, suo figlio Silvio ed i grandi personaggi della storia risorgimentale italiana come Garibaldi e Mazzini. Il fine dei cosiddetti Moti di Navarons sarà quello di organizzare bande armate di patrioti che con la loro azione di guerriglia ante litteram creassero le premesse per una nuova guerra all'Austria e il completamento dell'unità italiana. Spazio ricavato da una vecchia casa ottocentesca, recentemente restaurata al fine di consentire una migliore fruizione del museo
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Le giornate fai di autunno consentiranno l'apertura della casa museo Andreuzzi in via eccezionale rispetto a quelle che sono le aperture nel corso dell'anno, principalmente su richiesta. Si avrà quindi l'opportunità del corso di due giorni di godere dell'apertura del sito in compagnia della visita guidata degli apprendisti ciceroni
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Aperto solo nel periodo estivo e per alcuni giorni a settimana
VISITE A CURA DI
apprendisti Ciceroni IIS il Tagliamento
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I LUOGHI APERTI A UDINE A PROVINCIA
Il sontuoso Palazzo Municipale è ubicato nel cuore di Cividale del Friuli ed è riconoscibile dalle arcate a tutto sesto che accolgono il visitatore insieme alla statua di Giulio Cesare, fondatore della Città, e lì collocata dal 1935. Tra le travature della loggia sono dipinti stemmi araldici, sulla parete sono infisse due lapidi ottocentesche – prima sulla facciata – dedicate a Garibaldi e Vittorio Emanuele II, effigiati in medaglioni a bassorilievo. All'interno dell'importante edificio sito fronte al Duomo troviamo un grande mosaico raffigurante una scena di battaglia dei Longobardi, opera del 1971 di Giovanni Borta che ciconduce alla sala consigliare. Dalla citata sala del Consiglio, alle cui pareti figurano i ritratti dei provveditori veneti, si passa alla sala del sindaco e alla sala del segretario entrambe affrescate da Francesco Chiarottini e restituite all'originaria bellezza grazie al restauro completato nel 2010 dopo i pesanti interventi del 1939. Le due stanze sono quanto resta di un ciclo più ampio di affreschi del 1785 che interessavano le sale del pian terreno e del primo piano del Casino dei Nobili. A proposito di quest'ultimo, il conte Michele della Torre (fondatore del Museo di Cividale ed informatoreper Cividale di Fabio di Maniago, in procinto di compilare la storia delle belle arti friulane) scriveva nel 1814 nella sua Vite da Chiarottini: " la Salla terrena ove è un concertato architettonico, prospettico, con quadri storici critici di carattere tiepolesco. La Salla del primo piano, nello stesso locale, di carattere tutto nuovo di Paesi e Grottesche e Francescismi". La data di esecuzione trova conferma nei versi del letterato cividalese Gabriele Paciani, che in una composizione d'occasione precisava che la stessa era stata scritta "in occasion del casin di Cividal stat pitturat e l'an 1785 a spese de nobiltat". La sala terrena, i cui affreschi non sono più visibili, affrescata con archi, logge, raffigurazioni di Minerva probabilmente era posta dove attualmente si trova il Caffè San Marco (purtroppo ancora chiuso dopo un cambio gestione), mentre la sala superiore, inglobata nel 1866 nel Palazzo Municipale, fa parte dell'attuale stanza del sindaco.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Si potranno visionare l'esterno e l'interno del sontuoso Palazzo Municipale. Nel concreto si visiteranno la stanza del sindaco e del segretario ornate da affreschi con motivi fitomorfi, di Capricci paesaggistici e grottesche di uno tra i più rinomati pittori Cividalesi ovvero Francesco Chiarottini. Lo stesso oltre ad essere pittore di fama fu anche incisore, architetto, scenografo, decoratore ed acquafortista. Un personaggio a tutto tondo che offre un viaggio nell'arte dei tempi passati davvero inedito ed emozionante.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Luogo solitamente chiuso al pubblico perché sede di una istituzione o di un ente
INIZIATIVE SPECIALI
Venerdì 13 ottobre ore 20, presso l'aula magna del Liceo Classico Paolo Diacono a Cividale del Friuli, il gruppo Fai di Cividale in collaborazione con il circolo di Astrofili Astrolab Matajur, la Proloco di Cividale e la Somsi (Società di Mutuo Soccorso) ha il piacere di presentare: Di storie e di stelle (Arte e cielo: il connubio che unisce dalla notte dei tempi) SERATA OSSERVATIVA CON TELESCOPI Relatori: Elisa Morandini – Direttrice del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli Horror vacui o volta celeste? Piero Dorigo – Ettore Ribaudo gruppo astrofili Astrolab Matajur Osserviamo il cielo stellato ed i suoi tesori, riconoscere le principali costellazioni ed i punti cardinali con proiezioni di slides su “tutto si muove”. Siamo davvero Figli delle Stelle come ci suggerisce la famosa canzone di Alan Sorrenti? Quel che è certo è che il cielo stellato è un riferimento che accompagna l'umanità da sempre. Con il cambio dell'ora e l'accorciarsi delle giornate avremo sicuramente più momenti di buio e maggiore possibilità, quindi, di goderci gli emozionanti e (senza dubbio) romantici cieli che l'autunno regala. L'ascolto della nascita delle stelle, dei fatti mitologici, delle costellazioni legate alle realtà storiche ed artistiche sapranno rivestire l'esperienza astronomica proposta di un forte valore culturale. Ore 21,30 presso il Centro San Francesco (50 m dalla sala di presentazione) Si imparerà a riconoscere le costellazioni e si potrà osservare dai telescopi messi a disposizione alcuni tra i più affascinanti oggetti celesti visibili in questo periodo. Accostando lo sguardo allo strumento si potranno, infatti, ammirare i ricami delle nebulose, Saturno, stelle doppie e la Stella Polare. Si potrà poi “sorvolare” la silenziosa luna e fare rotta verso i più grandi misteri della Via Lattea: lo spettacolo è assicurato. Brindisi “ nella notte”... Il viaggio nel firmamento inizia ora... Per i piu' piccoli: IL SOLE CHE RIDE Didattica di astronomia per i bambini con Marco Cataldi. Che cos'è un pianeta? Una galassia? Una stella? Venite a scoprirlo con NOI... – Costo della serata 5 euro a persona adulta; - prenotazioni tramite email
VISITE A CURA DI
ragazzi del Liceo Paolo Diacono
Costruito verso la metà del secolo XVIII secolo per volontà dei conti Pontotti, proprietari terrieri infeudati della contea di Manzinello e ville annesse, il Palazzo si affaccia su piazza S. Francesco occupandone l'intero fronte ovest. I conti Pontotti, già residenti in Contrada del Fieno, acquistarono nel 1752 e nel 1760 dai nob. del Torre alcuni edifici in contrada S. Francesco, facendoli quindi abbattere per realizzare la loro sontuosa dimora che attualmente appartiene ancora ai membri della famiglia Brosadola-Pontotti. L'impianto planimetrico comprende il palazzo originario a pianta rettangolare, due ali con serra e berceau dell'Ottocento ed il corpo di servizio originario su via dei Mulinuss costruito su uno dei due muri che costituivano la cinta romana e altomedievale di Forum Iulii. L'altro muro chiude un giardino "secretum" con pavillon per concerti, ove il conte Leonardo-Giorgio, si dilettava nei suoi virtuosismi al violino. Per lui Vivaldi compose un concerto per violino archi e basso continuo in Re Maggiore detto Grosso Mogul. Il corpo gentilizio di forma rettangolare lunga e stretta sembra che sia stato progettato dallo stesso committente, conte Giovanni Battista, come era tradizione tra gli aristocratici della Patria del Friuli. Le decorazioni interne dello scalone e del salone (1785) sono del cividalese Francesco Chiarottini (1748-1796), pittore del quale i conti Pontotti furono mecenati: egli abitò nel palazzo per anni e lasciò proprio ai suoi mecenati il capolavoro della sua attività artistica.sintesi di tutte le sue esperienze pittoriche. Le pareti dello scalone sono decorate con tre pannelli recanti prospettive che ricalcano l'attività di scenografo teatrale maturata alla scuola di Hubert e Mengozzi-Colonna, mentre sul soffitto è rappresentata una Gloria seduta sulle Nubi, Allegoria della Nobiltà. Invece, sul soffitto del grande salone da ballo, è rappresentata l'Allegoria della Gloria dei Principi mediante quattro figure di donna -alla maniera di Giandomenico Tiepolo - di cui il Chiarottini fu uno dei più brillanti allievi: Virtù della famiglia, la Fortezza, il Razionalismo Illuministico, la Fedeltà, la Fama. Sulla forte colorazione tardo barocca degli sfondi del salone da ballo, si inseriscono quattro riquadri simmetrici che regalano vedute prospettiche e paesaggistiche.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le giornate FAI si scoprirà Chiaruttini ed i suoi mecenati conti Pontotti: Una storia di affari e arte". L'apertura di questo Palazzo nobiliare consentirà a tutti di ammirare gli ambienti in cui viveva l'aristocrazia cividalese nel 1700. Il percorso vi porterà tramite l'importante scalone al Salone delle Feste (su due piani) opera che rappresenta la sintesi pittorica di Francesco Chiaruttini: il suo capolavoro. NOTE: È assolutamente vietato effettuare fotografie o riprese di alcun tipo. La pubblicazione o divulgazione di tali foto o film in qualunque modo eseguite ad insaputa della proprietà sarà perseguita a norma di legge"
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata
INIZIATIVE SPECIALI
Venerdì 13 ottobre ore 20, presso l'aula magna del Liceo Classico Paolo Diacono a Cividale del Friuli, il gruppo Fai di Cividale in collaborazione con il circolo di Astrofili Astrolab Matajur, la Proloco di Cividale e la Somsi (Società di Mutuo Soccorso) ha il piacere di presentare: Di storie e di stelle (Arte e cielo: il connubio che unisce dalla notte dei tempi) SERATA OSSERVATIVA CON TELESCOPI Relatori: Elisa Morandini – Direttrice del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli Horror vacui o volta celeste? Piero Dorigo – Ettore Ribaudo gruppo astrofili Astrolab Matajur Osserviamo il cielo stellato ed i suoi tesori, riconoscere le principali costellazioni ed i punti cardinali con proiezioni di slides su “tutto si muove”. Siamo davvero Figli delle Stelle come ci suggerisce la famosa canzone di Alan Sorrenti? Quel che è certo è che il cielo stellato è un riferimento che accompagna l'umanità da sempre. Con il cambio dell'ora e l'accorciarsi delle giornate avremo sicuramente più momenti di buio e maggiore possibilità, quindi, di goderci gli emozionanti e (senza dubbio) romantici cieli che l'autunno regala. L'ascolto della nascita delle stelle, dei fatti mitologici, delle costellazioni legate alle realtà storiche ed artistiche sapranno rivestire l'esperienza astronomica proposta di un forte valore culturale. Ore 21,30 presso il Centro San Francesco (50 m dalla sala di presentazione) Si imparerà a riconoscere le costellazioni e si potrà osservare dai telescopi messi a disposizione alcuni tra i più affascinanti oggetti celesti visibili in questo periodo. Accostando lo sguardo allo strumento si potranno, infatti, ammirare i ricami delle nebulose, Saturno, stelle doppie e la Stella Polare. Si potrà poi “sorvolare” la silenziosa luna e fare rotta verso i più grandi misteri della Via Lattea: lo spettacolo è assicurato. Brindisi “ nella notte”... Il viaggio nel firmamento inizia ora... Per i piu' piccoli: IL SOLE CHE RIDE Didattica di astronomia per i bambini con Marco Cataldi. Che cos'è un pianeta? Una galassia? Una stella? Venite a scoprirlo con NOI... – Costo della serata 5 euro a persona adulta; - prenotazioni tramite email
VISITE A CURA DI
Apprendisti Ciceroni Liceo Paolo Diacono
A solo un'ora da Venezia o da Trieste, tutti possono raggiungere facilmente l'Acetaia e scoprire il fascino delle terre del Friuli. L'azienda si estende su 100 ettari di terreni di cui 35 coltivati a vigneto in zone collinari, notoriamente le più pregiate per i vini di qualità. La denominazione controllata Colli Orientali del Friuli disciplina la produzione di questa piccola area vinicola (ca. 2.000 ettari in totale) e tutela le sue caratteristiche che conferiscono alle uve elevate acidità combinate con un ottimo contenuto di zuccheri. Nel 1958 l'azienda Midolini nasce con l'acquisto dei primi ettari di vigneto nei Colli Orientali del Friuli.Nel 1960 produttori di grappe e birre regalano a Lino Midolini, fondatore dell'azienda, le prime botti per sperimentare la prima produzione di aceto balsamico in Friuli.L'azienda inizia così la prima cottura dei mosti d'uva autoctoni. La storia dell'acetaia si intreccia con il più famoso maestro ramaio europeo, Renzi, che fornisce all'azienda Midolini le prime batterie realizzate con legni pregiati. Lino scopre il valore dei legni locali per l'invecchiamento e l'affinamento dell'aceto balsamico. L'azienda acquista ulteriori terreni nell'area dei Colli Orientali ed espande la propria territorialità. Dal 1998 l'Acetaia entra nel Guinness World Record come la più grande del mondo! Immersa nel cuore dei Colli Orientali del Friuli l'Acetaia Midolini porta con sé la storia del suo passato, quando gli agricoltori del luogo la utilizzavano come granaio. Negli anni 50 è stata restaurata mantenendo l'antico fascino del grande tetto a capriate, che ben si adatta alla filosofia dell'azienda, ovvero l'unione tra sperimentazione e tradizione. Questo è il luogo dove il sogno di creare un condimento balsamico di eccellenza è diventato realtà e dove vengono condivisi sentimenti, sogni e progetti innovativi. Qui i Balsamici prendono forma, colore e, soprattutto, sapore. Ogni giorno, cammina con passo solerte e attento il Mastro Acetaio, per assicurarsi che la massima qualità dei prodotti sia costantemente preservata.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le Giornate FAI di Autunno scopriremo un bene senza tempo, immerso nelle colline dei Colli Orientali in un angolo di Friuli immerso nel dolce paesaggio verdeggiante del Comune di Manzano. Scopriremo i segreti e le curiosità della produzione del balsamico che rende unico questo angolo di territorio. All'Acetaia Midolini un evento speciale allieterà i nostri sensi: al termine della visita, una degustazione dei balsamici prodotti in acetaia accompagnati da prodotti locali elaborati dallo chef Kevin Gaddi.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata
VISITE A CURA DI
Acetaia Midolini
Casa Pelizzo è situata a Cividale del Friuli, in via Borgo San Pietro, appena a ridosso dell'Arsenale Veneto (o Porta di Borgo San Pietro), in area residenziale. L'edificio è inserito nell'ambito di una cortina edilizia continua, a fronte strada, di pari altezza con gli edifici circostanti, mentre il retro dell'abitazione si affaccia su Piazza XX Settembre. L'abitazione risale alla seconda metà del XX secolo (ristrutturata dal cividalese Leone Morandini) e sorge nell'area dell'ex collegio dei Padri Somaschi, nell'attuale piazza XX Settembre, complesso edilizio del XVI secolo non più esistente perché demolito con la costruzione della scuola elementare "Alessandro Manzoni" negli anni Sessanta del Novecento. Il collegio, in passato, ha ospitato l'attuale Museo Archeologico Nazionale, ma ben presto si rivelò troppo circoscritto per contenere adeguatamente una collezione che continuò ad arricchirsi per tutto il corso del XIX secolo. Fino a inizio Novecento fu sede anche del Museo de Nordis e del Teatro del Collegio, poi rinominato "Teatro Ristori", a cui si accedeva dal lato di via Borgo San Pietro. La facciata verso la corte presenta un portico impostato su pilastri di sezione quadrata al piano terra e una loggia ad archi ribassati impostata su colonne al piano primo (quest'ultima tamponata). Un corpo annesso si sviluppa verso meridione lungo il confine di proprietà. Nella sua parte terminale presenta caratteri neoclassici con struttura a colonne in pietra e architravi a cornice. Corpo principale di quattro piani fuori terra. Scale parallele alla via. Al primo piano salone con pareti e soffitti decorati e affrescati con motivi: floreali, geometrici, animali e figure umane. A lato del salone vi sono due sale anch'esse affrescate. Gli affreschi sono databili dalla fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII secolo. Nella galleria sono presenti affreschi del XIX secolo con raffigurazione di paesaggi d'impronta romantica. Sul portone verso la strada, al di sopra del portale, è posto uno stemma con leone rampante.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le giornate FAI il visitatore avrà modo di conoscere quest'importante famiglia cividalese ed ammirare l'ampio corridoio interamente decorato con un ciclo che appare concepito e realizzato con l'intento di offrire all'osservatore l'effetto illusionistico di trovarsi in un bosco, con piante svettanti le cui chiome si prolungano e si diramano sul soffitto. Alle pareti si snodano paesaggi agresti, con edifici e popolati da figure intente a varie occupazioni. Ci saranno poi da scoprire la sala da pranzo e lo studio che mostrano un diverso partito decorativo, che attinge palesemente ai modi di Francesco Chiarottini, pittore cividalese nato nel 1748, che si formò artisticamente a Venezia, attingendo a piene mani al figurativo tardobarocco di ispirazione tiepolesca, ma che riuscì a coniugare con le istanze della sensibilità neoclassica, allora in fase di germogliamento.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata
INIZIATIVE SPECIALI
L'Artista Massimo Clemente presentrà un'installazione per poter guardare gli affreschi in un modo diverso dal solito. Venerdì 13 ottobre ore 20, presso l'aula magna del Liceo Classico Paolo Diacono a Cividale del Friuli, il gruppo Fai di Cividale in collaborazione con il circolo di Astrofili Astrolab Matajur, la Proloco di Cividale e la Somsi (Società di Mutuo Soccorso) ha il piacere di presentare: Di storie e di stelle (Arte e cielo: il connubio che unisce dalla notte dei tempi) SERATA OSSERVATIVA CON TELESCOPI Relatori: Elisa Morandini – Direttrice del Museo Cristiano e Tesoro del Duomo di Cividale del Friuli Horror vacui o volta celeste? Piero Dorigo – Ettore Ribaudo gruppo astrofili Astrolab Matajur Osserviamo il cielo stellato ed i suoi tesori, riconoscere le principali costellazioni ed i punti cardinali con proiezioni di slides su “tutto si muove”. Siamo davvero Figli delle Stelle come ci suggerisce la famosa canzone di Alan Sorrenti? Quel che è certo è che il cielo stellato è un riferimento che accompagna l'umanità da sempre. Con il cambio dell'ora e l'accorciarsi delle giornate avremo sicuramente più momenti di buio e maggiore possibilità, quindi, di goderci gli emozionanti e (senza dubbio) romantici cieli che l'autunno regala. L'ascolto della nascita delle stelle, dei fatti mitologici, delle costellazioni legate alle realtà storiche ed artistiche sapranno rivestire l'esperienza astronomica proposta di un forte valore culturale. Ore 21,30 presso il Centro San Francesco (50 m dalla sala di presentazione) Si imparerà a riconoscere le costellazioni e si potrà osservare dai telescopi messi a disposizione alcuni tra i più affascinanti oggetti celesti visibili in questo periodo. Accostando lo sguardo allo strumento si potranno, infatti, ammirare i ricami delle nebulose, Saturno, stelle doppie e la Stella Polare. Si potrà poi “sorvolare” la silenziosa luna e fare rotta verso i più grandi misteri della Via Lattea: lo spettacolo è assicurato. Brindisi “ nella notte”... Il viaggio nel firmamento inizia ora... Per i piu' piccoli: IL SOLE CHE RIDE Didattica di astronomia per i bambini con Marco Cataldi. Che cos'è un pianeta? Una galassia? Una stella? Venite a scoprirlo con NOI... – Costo della serata 5 euro a persona adulta; - prenotazioni tramite email
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Apprendisti Ciceroni Liceo Paolo Diacolo
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le Giornate FAI avremo modo di scoprire il Borgo di Santa Margherita nella sua interezza accompagnati dagli Amici di Santa Margherita. Inizieremo l'itinerario di visita dalla Chiesa che si erge su un leggero pendio all'ingresso del Borgo. Si proseguirà con la visita attraverso le strade del borgo. Proseguiremo con la visita del giardino storico che stupirà i visitatori per il paesaggio mozzafiato che immediatamente accoglierà lo sguardo di ognuno. Curiosità e segreti di questo luogo incantato ci verranno raccontati dali Amici di Santa Margherita che compassione e dedizione ci accompagneranno in queste due giornate alla scoperta del loro meraviglioso territorio collinare. Il Borgo ha partecipato all'ultimo censimento de i Luoghi del Cuore ottenendo 4.073 firme e posizionandosi al secondo posto della classifica regionale.INIZIATIVE SPECIALI
In occasione delle giornate FAI d'Autunno verrà allestita una mostra fotografica dal titolo: "Santa Margherita del Gruagno il profumo di una storia" a cura del fotografo Igino Durisotti del Circolo fotografico IL GRANDANGOLO di Campoformido. La mostra verrà allestita nei locali della baita degli Alpini, nel sottoportico di accesso al Borgo, in chiesa e presso il giardino storico.VISITE A CURA DI
Gruppo Amici di Santa Margherita del GruagnoL'Amideria Chiozza sorse nel 1865 lungo la roggia denominata La Fredda sui resti di un vecchio mulino, nella località omonima a Perteole, nella campagna della bassa friulana, inaugurando il ciclo chimico-industriale dell'estrazione dell'amido, dapprima dal frumento, poi dal mais e a partire dal 1872 dal riso. La fabbrica nacque nel 1865 grazie al chimico Luigi Chiozza che con le sue profonde conoscenze scientifiche, rivoluzionò nella sua tenuta modello di Scodovacca le tecniche agricole per poi coniugare l'agricoltura e l'industria in un unico filone commerciale. Luigi Chiozza si era formato a L'ècole de chimie pratique a Parigi , tra i suoi compagni di studi c'era l'illustre chimico Louis Pasteur. Tra loro nacque un rapporto di amicizia e di collaborazione scientifica. Dal novembre 1869 al luglio 1870, Pasteur si stabilì nelle vicinanze di Ruda recandosi quotidianamente nel laboratorio dell'amico per effettuare esperimenti e studi che lo portarono a debellare la piaga della Pebrina, malattia del baco da seta che stava rovinando l'economia in vari Paesi europei. Nel 1889 la direzione della fabbrica passò al figlio Giuseppe e poi, con capitali triestini, nel 1902, ad una nuova società: la uova Pilatura Triestina. A questo periodo risale la grande ristrutturazione della fabbrica con l'introduzione di nuove caldaie e macchine per aumentare la produzione. la particolarità di questo stabilimento, unico nel suo genere, consisteva nel metodo di lavorazione, brevettato da L. Chiozza e nella piena sussistenza in vita di macchine e metodi di lavorazione concepiti, brevettati e rimasti in uso pressocché immutati per più di un secolo. I prodotti dell'amideria di Perteole avevano conquistato, oltre i mercati italiani, pure i mercati dell'Europa centrale e quelli di oltre Oceano, per l'eccezionale qualità del prodotto. La fabbrica chiuse definitivamente i battenti nel 1986 diventando un raro esempio di archeologia industriale, sia per i metodi estrattivi utilizzati che per la sua collocazione in un'area tuttora deprivata dal punto di vista industriale. L'amideria, proprietà del Comune di Ruda, custodisce ancora oggi macchinari di fine Ottocento di straordinaria importanza dal punto di vista della storia industriale, anche se il complesso si trova in stato di profondo degrado, con numerose parti crollate.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
In occasione delle giornate Fai d'autunno 2023 i visitatori, oltre alla centrale di generazione dell'energia dove sono ospitate le caldaie per la produzione del vapore e la splendida macchina a vapore del 1902, riportata all'originale splendore dai volontari dell'Associazione Amideria Chiozza, potranno visitare altri tre locali della fabbrica aperti al pubblico proprio per questo importante evento: - Reparto macinazione: nel quale sarà possibile capire le fasi iniziali della lavorazione della rottura di riso per estrarre l'amido; - Sala pompe: sono visibili 7 pompe, risalenti al 1902, utilizzate per la movimentazione dei semi-lavorati tra i vari reparti; - Reparto sottoprodotti: ultimo passaggio della sostanza proteica e del semolino comprendente l'essiccazione, la macinazione e l'insaccamento per la vendita.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata
VISITE A CURA DI
Associazione Amideria Chiozza
La Chiesetta di Sant'Andrea si trova nel Borgo di Sant'Andrea in località Brazzacco di Moruzzo, ed è situata ad un'altitudine compresa tra i 150 ed i 230 m. s.l.m., in un terreno considerato patrimonio geopedologico e morfologico di origine glaciale. Si trova poco distante dal castello di Brazzacco che fino agli inizî del secolo XV appartenne ad un ramo della medesima famiglia. L'intera area è caratterizzata da vigneti, che grazie alla varietà di microclimi unici, alla valorizzazione del rapporto tra uomo e ambiente, sono rinomati per la produzione di vini dal carattere inconfondibile. La Chiesetta di Sant'Andrea ha origini molto antiche (metà del XIV secolo, c.a.). Benchè, l'edificio abbia subito nel tempo svariati interventi di restauro, non ne hanno modificato l'aspetto originario. La chiesa, costituita da un'unica navata terminante con un abside semicircolare, conserva al suo interno un affresco tardogotico dell'inizio del XV secolo raffigurante la Madonna con Bambino tra Santi. La storia scritta del territorio risale al giugno 983, quando l'imperatore tedesco Ottone II donò al patriarca di Aquileia Rodoaldo cinque castelli, tra i quali anche quello di Brazzacco, di fondamentale rilievo per il controllo delle vie di comunicazione dell'epoca. La chiesetta presenta un'aula rettangolare e una piccola abside semicircolare. La muratura è in sasso a vista e la copertura in coppi sostenuta da capriate poggianti su barbacani in pietra e tavelle a vista. Il portoncino d'ingresso, al quale si accede attraverso tre gradini esterni, e le due finestrelle laterali sono incorniciati in pietra con elementi rifatti durante il restauro eseguito nella seconda metà del secolo scorso. La facciata si chiude in sommità con una monofora campanaria. La chiesa conserva al suo interno affreschi di notevole interesse; indagini di messa in luce eseguite il secolo scorso lasciano intravedere una decorazione pittorica estesa all'abside, all'arco trionfale e alle zone terminali delle due pareti e risalenti a due momenti diversi.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le giornate FAI d'Autunno sarà possibile visitare la Chiesetta di Sant'Andrea, l'azienda agricola e i vigneti circostanti. La Chiesa di Sant'Andrea è un bene che fa parte del patrimonio architettonico del Friuli Collinare di proprietà privata che normalmente non è aperto al pubblico. Saranno in questa occasione visibili gli affreschi recentemente riportati alla luce. Sarà possibile raggiungere il sito anche a piedi, con una salutare e appagante passeggiata di poche centinaia di metri, che passando attraverso un percorso suggestivo tra i campi e i vigneti, vi condurrà dal Borgo di Santa Margherita del Gruagno o dal Forte alla Chiesetta di Sant'Andrea. In quest'occasione sarà possibile visitare anche i vigneti circostanti e l'azienda agricola Borgo Sant'Andrea (solo esterno), che con maestria ha saputo coniugare la vocazione vitivinicola del territorio con la produzione di vini pregiati e l'autentica passione per l'enogastronomia che trovano la loro massima espressione nei menù gourmet dell'Osteria Sant'Andrea.
VISITE A CURA DI
Delegazione FAI di Udine
FORTE DI SANTA MARGHERITA - MORUZZO, UDINE Sin dall'inizio del ‘900, a scopo difensivo ma anche in preparazione di una ppossibile guerra lungo tutta la frontiera fra Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico venne costruita una catena di opere militari a carattere difensivo: forti, sbarramenti, batterie e torri corazzate con i necessari ricoveri e magazzini. Queste opere avevano un duplice scopo, costruite a cavallo delle principali via di accesso in Italia, era quello di bloccare l'avanzata di un esercito invasore e di proteggere lo schieramento delle proprie truppe. Il sistema aveva infatti l 'obiettivo di creare, per le truppe di copertura destinate alla frontiera, zone di sicurezza ove sostare se costrette a ripiegare dalle posizioni avanzate; altro scopo era quello di fermare il nemico nella pianura, impegnandolo in operazioni di attacco di potenti opere corazzate, così da consentire all'esercito di completare le operazioni di mobilitazione e di adunata ed offrire, così, alle grandi unità la possibilità di occupare indisturbate la sinistra Tagliamento, disponendosi al coperto nell ' ordine di schieramento indicato A difesa del confine orientale le opere formavano la fortezza Alto Tagliamento-Fella, la fortezza Medio Tagliamento e la fortezza Basso Tagliamento. La fortezza Medio Tagliamento doveva difendere i ponti sul Tagliamento, il corso del fiume Torre ed il suo sbocco nella pianura friulana e comprendeva i forti di Col Roncone, Fagagna, Santa Margherita, Tricesimo e Monte Lonza (Bernadia). Le fortificazioni del Forte Col Roncone, di Fagagna , di Santa Margherita del Gruagno fanno ben presto realizzare che i forti in questione erano del tutto simili. La linea di difesa aera altresi corroborata dagli appostamenti per batterie Pinzano, Ragogna Alta, Ragogna Bassa, Buja, Monte Faeit, Monte Campeon, Flaipano, Monte Pocivalo, Modoletto e Ciuc dal Ronco. Le opere, iniziate nel maggio 1908 e terminate nel 1913, dopo l'ingresso del Regno d'Italia nella Prima Guerra Mondiale diventarono completamente inutili a causa dell'avanzata dell'esercito italiano oltre il vecchio confine; il bisogno al fronte di pezzi di artiglieria portò al rapido disarmo dei forti e alla loro utilizzazione come magazzini. Come quasi tutte le opere della zona, era stata disarmata già nel 1915 ed adibita a magazzino, deposito. E' stata adibita fino a pochi anni orsono a polveriera ed era considerata quindi Zona Militare. Dal 2002 il forte di Santa Margherita è stato acquistato dal Comune di Moruzzo che ne ha curato il ripristino e viene utilizzato dalla ProLoco.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Durante le giornate FAI sarà possibile visitare il Forte all'esterno e perpepire l'inserimento dello stesso nel tessuto terriotriale e paesaggistico di Moruzzo. Sarà possibile inoltre visitare la mostra di pittura allestita al suo interno e curata dalla Pro Loco locale. Comune di MoruzzoAltri luoghi visitabili in Italia per le Giornate Fai d'autunno 2023
Ecco alcune anticipazioni che vi segnaliamo.:
Cosa vedere a Roma
A Roma si sveleranno straordinariamente – apertura riservata agli iscritti Fai – alcune collezioni d’arte di Cassa Depositi e Prestiti, nata nel 1850 con lo scopo di promuovere e finanziare infrastrutture e servizi di pubblica utilità. Si potranno ammirare opere di protagonisti del Novecento italiano, da Capogrossi a Vedova. Sarà inoltre visitabile l’Archivio Storico Capitolino, nel complesso monumentale dell’Oratorio dei Filippini, progettato da Francesco Borromini e tra i più importanti esempi di barocco romano. Si potranno vedere il cortile e il piano nobile con l’esposizione del primo piano regolatore della città e di alcune cinquecentine.
Cosa vedere a Milano
Nella città di Milano sarà eccezionalmente visitabile il Palazzo della Banca d’Italia, edificato tra 1907 e 1912, in stile eclettico, con il monumentale scalone d’onore dalle vetrate liberty. Dopo il successo dello scorso anno, riaprirà il neoclassico Palazzo Diotti, sede della Prefettura: accedendo dal cortile d’onore, si saliranno i monumentali scaloni che conducono al piano nobile con le sale di rappresentanza riccamente arredate. La visita si concluderà alla Torre delle Sirene, centrale di allarme antiaerea della fine degli anni 30.
Giornate Fai d’autunno a Bergamo
Per restare in Lombardia, in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, si potranno scoprire alcuni spazi dell’ex complesso di Sant’Agostino a Bergamo, oggi sede dell’Università degli Studi. Oltre all’Aula Magna, ospitata nella chiesa, vera antologia della pittura bergamasca del Trecento, saranno visibili per la prima volta nei chiostri i cicli ad affresco rinvenuti con il restauro appena concluso.
Cosa vedere a Torino e provincia
A Torino aprirà Palazzo Civico, storica sede del Municipio, rinnovata in stile barocco dall’architetto Francesco Lanfranchi. Aprirà le porte anche l’ex lanificio Colongo, struttura industriale di inizio 900 che ospita il Centro Sperimentale di Cinematografia – Dipartimento Animazione e laFilm Commission Torino Piemonte: si potrà accedere, tra l’altro, alla Sala Casting e ai laboratori di scenografia.
Rimanendo in provincia, a Ivrea aprirà la Chiesa di San Bernardino, divenuta recentemente Bene Fai insieme all’adiacente convento grazie alla donazione da parte degli eredi Olivetti e di Tim. Qui si potrà ammirare il celebre tramezzo di Martino Spanzotti, caposaldo della pittura rinascimentale dell’Italia Settentrionale, prima dell’importante restauro che coinvolgerà il complesso dal 2024.
Cosa vedere a Firenze
A Firenze si approfondirà la storia della Croce Rossa Italiana in due sedi operative mai aperte al pubblico: la prima, sulle sponde del Lungarno Soderini, è ospitata nella quattrocentesca casa Capponi; la seconda, nata come villa della famiglia svizzera Kraft con un suggestivo affaccio sulla collina di Careggi, ospita il Museo militare della Croce Rossa.
Le Giornate Fai d’autunno a Genova
A Genova aprirà le porte il Teatro Gustavo Modena, edificato nel 1856 nel quartiere di Sampierdarena, con l’elegante sala all’italiana su quattro ordini di palchi e il soffitto affrescato da Nicolò Barabino. Ritrovata negli ultimi decenni la sua originaria vocazione di teatro di prosa, è tra i pochissimi ad avere ancora in uso la graticcia originale ottocentesca, la struttura a travi lignee che muove il sipario e gli oggetti scenici.
Le Giornate Fai d’autunno a Napoli
Nella città di Napoli saranno visitabili due sedi dell’Università Federico II: il Polo ingegneristico, realizzato nell’area ex industriale di San Giovanni a Teduccio, con laboratori all’avanguardia di analisi ambientale e realtà virtuale, e l’ex convento cinquecentesco di Santa Maria degli Angeli alle Croci che ospita dal 1815 la Scuola Veterinaria, divenuta facoltà nel 1935.
Cosa vedere a Palermo
Nella città di Palermo si potrà visitare il Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, capolavoro di architettura arabo-normanna, che è stato al centro di un progetto di riqualificazione partecipato dal Fai.
Cosa vedere a Bologna
Anche a Bologna si potrà scoprire la sede della Banca d’Italia, ospitata in un imponente palazzo in stile eclettico progettato dall’architetto napoletano Antonio Cipolla intorno al 1865 e contraddistinto dal portico antistante, tra i più belli della città, decorato dall’ornatista emiliano Gaetano Lodi con temi di storia antica fino all’Unità d’Italia. In città aprirà, inoltre, il monumentale Palazzo Malvezzi de’ Medici, sede della Città Metropolitana. Saranno accessibili, mediante il settecentesco scalone d’onore dei Bibiena, le sale del piano nobile, compresa quella consiliare, arricchite con affreschi ottocenteschi dal forte impatto scenografico.
Le Giornate Fai d’Autunno ad Ancona
Ad Ancona saranno in programma visite alla suggestiva Chiesa di Santa Maria di Portonovo, di epoca romanica, che sorge in riva al mare, sotto il Monte Conero.
Gli altri luoghi aperti per le Giornate Fai d’Autunno 2023
Anche nel 2023 le Giornate Fai d’Autunno sveleranno al pubblico “chicche” poco note e preziose depositarie di piccole e grandi storie. A Sumirago (Va), ad esempio, sarà possibile visitare l’Archivio Missoni, che conserva al suo interno materiale iconografico, documenti e articoli prodotti negli anni da una delle maison più iconiche del nostro Paese. A Borgo San Lorenzo (Fi) aprirà il Chini Museo, dedicato alla storia artistica della celebre famiglia toscana di ceramisti e decoratori, tra i quali spicca Galileo, tra i massimi esponenti del movimento Liberty in Italia. Per celebrare i cento anni dall’inaugurazione sarà visitabile la Centrale Idroelettrica Venina a Piateda (So), esempio imponente di architettura industriale lombarda del secolo scorso. Oggi di proprietà del gruppo Edison, rappresenta una delle principali fonti di energia rinnovabile del Paese in Valtellina.
In Friuli Venezia Giulia si potrà visitare il frantoio di Caneva (Pn), il più a nord d’Italia, realizzato dal Comune per sostenere i 60 produttori locali ed esteso per oltre 40 ettari tra vigneti e uliveti.
A Rovereto (Tn) aprirà eccezionalmente al pubblico la Manifattura Tabacchi: attiva dal 1854 al 2008, dal 2009 è stata oggetto di un’importante rigenerazione urbana, divenendo incubatore di start up nei settori dell’edilizia ecosostenibile, dell’energia rinnovabile e delle tecnologie per l’ambiente e per lo sport.
A Monza aprirà la Biblioteca Italiana per i Ciechi “Regina Margherita”, fondata nel 1928 e tuttora centro di riferimento per il prestito e la distribuzione di volumi e spartiti musicali per non vedenti in tutto il mondo.
I giardini e i parchi delle Giornate Fai
Mantenendo fede all’impegno di promuovere una cultura della natura e una sempre maggiore consapevolezza del ruolo dell’uomo per l’ambiente, nelle Giornate Fai d’Autunno 2023 saranno proposte molte aperture e itinerari “nel verde”. A Piazzola sul Brenta (Pd) sarà possibile visitare il giardino romantico progettato dall’architetto veneziano Giuseppe Jappelli tra 1832 e 1845 per la villa della famiglia Trieste, oggi di proprietà privata. Un percorso naturalistico nel foliage autunnale sarà quello nel Parco del Lago Moro, piccolo lago alpino tra Darfo Boario Terme e Angolo Terme (Bs), una delle zone a più alta concentrazione di biodiversità d’Europa in cui convivono numerose specie protette della Valcamonica.
A Limbiate (Mb) porte aperte a Villa Pusterla-Crivelli-Arconati, che accoglie oggi l’Istituto Tecnico Agrario Statale “Luigi Castiglioni”, dopo essere stata sede per oltre 130 anni di un ospedale psichiatrico e, nei primi dell’Ottocento, quartier generale di Napoleone Bonaparte. Ancora, per restare sul tema dei luoghi dell’educazione all’Ambiente inteso come intreccio tra Natura e Storia, aprirà l’Istituto Tecnico Agrario “Cosimo Ridolfi” a Scerni (Ch), perfettamente incastonato nel paesaggio delle colline abruzzesi. Fondato nel 1876, con i suoi laboratori all’avanguardia e la presenza di un’azienda produttiva rappresenta un’eccellenza nell’ambito dell’istruzione, oltre che un punto di riferimento nella formazione di giovani periti di tutta la filiera agricola.
I borghi da visitare
Diversi saranno anche i borghi e i piccoli Comuni da scoprire in occasione delle Giornate Fai d’Autunno 2023. Tra questi, Anversa degli Abruzzi (Aq), con la frazione di Castrovalva, resa celebre da una veduta di Escher. Inserito nella Riserva naturale delle Gole del Sagittario e meta di artisti e scrittori, è sorto qui il primo parco letterario regionale dedicato a Gabriele D’Annunzio, profondamente legato a questi luoghi.
Nel cuore delle colline lucchesi, si percorrerà il borgo fortificato di Nozzano, con il suo mastio merlato, che appare quasi intatto alle trasformazioni urbanistiche degli ultimi secoli. Nel reatino si potrà visitare Montenero Sabino, caratteristico borgo medievale dominato dall’imponente Castello Orsini e ricco di testimonianze archeologiche. Immerso nella rigogliosa natura dei Monti Sabini, il centro abitato presenta una particolare forma allungata “a fuso di Acropoli” arroccato su uno sperone roccioso. In un percorso che unisce le tradizioni locali delle botteghe storiche alle peculiarità storico-artistiche, raramente accessibili al pubblico, si potrà visitare Vezzano Ligure (Sp), che incarna i caratteri più autentici del Golfo della Spezia e quelli della Lunigiana.
Alcune informazioni importanti
Alcuni luoghi saranno aperti il sabato, altri la domenica, altri ancora in entrambe le giornate. Per questo, ricorda di consultare ogni singolo luogo aperto per verificare le esatte giornate e gli esatti orari in cui è possibile visitarlo. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3€ – e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. Il contributo economico è utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione.
Giornate FAI d’Autunno 2023 in FVG: anticipazioni
Due, per ora, sono gli eventi programmati nella nostra Regione.
Il frantoio di Caneva
Aprono le porte del frantoio di Caneva (Pn), il più a nord d’Italia, realizzato dal Comune di Caneva per sostenere i circa 60 produttori presenti nel territorio pedecollinare del Livenza, che vanta un patrimonio di circa 15mila piante coltivate su una quarantina di ettari.