Secondo fonti parlamentari e diversi articoli apparsi sulle pagine di autorevoli quotidiani, pare che il testo, non ancora ufficiale, della manovrina approvata lunedì in Consiglio dei Ministri abbia provveduto a cancellare i vincoli che erano stati introdotti a fine febbraio dal decreto Milleproroghe, che mettevano a rischio l’attività di FlixBus in Italia, in contraddizione con le norme europee.
“Se confermato” ha dichiarato Andrea Incondi, Country Manager di FlixBus Italia, “si metterebbe la parola fine a questa assurda vicenda. In questo modo il Governo darebbe seguito realmente all’impegno preso alcune settimane fa per ristabilire la certezza del diritto in Italia”.
Flixbus, la presa di posizione di Incondi
Eppure solo qualche giorno fa lo stesso Incondi, un po’ stizzito visto che il ddl Concorrenza non sarebbe intervenuto sulla vicenda FlixBus, aveva dichiarato che “Il tempo delle promesse è scaduto, non possiamo più permetterci di restare in attesa della correzione di una norma che viola i principi di libera concorrenza e lede la certezza del diritto”
Flixbus, ma non solo. C’è anche Uber
Insomma, sembra proprio che l’attesa norma salva-Flixbus, stralciata dal disegno di legge sulla concorrenza, “plana” nel testo della manovrina approvata dal Consiglio dei ministri. Nessuna traccia, invece, di un’eventuale salva-Uber, che sarebbe stata urgente se il Governo avesse avuto la volontà di prendere una posizione nella delicata trattativa con tassisti e autisti di Ncc (noleggio con conducente): c’è un’ordinanza del Tribunale di Roma che, in mancanza di modifiche normative, alla fine di questa settimana imporrà lo stop alla multinazionale americana in Italia.