Sabato 12 e domenica 13 novembre 2022, nel cuore della Val Tramontina, il borgo di Tramonti di Sopra (PN), si trasformerà ne Il Mercato della terra (coperto) con la festa della pitina.
Si tratta di una mostra mercato delle
eccellenze enogastronomiche, a partire dalla pitina e dagli altri
presìdi Slowfood regionali e nazionali.
Oltre
40 produttori saranno presenti dal resto dell’Italia e anche da oltre confine.
Torna, dunque, la festa in onore della pitina IGP, il primo presidio Slow Food del Friuli Venezia Giulia.
La pitina è una
polpetta di carne affumicata e speziata (ovina, caprina o originariamente di camoscio e capriolo). Ed è nata per conservare la carne nei mesi autunnali e invernali, in zone tradizionalmente povere
La manifestazione
Otto cuochi dell’Alleanza di Slowfood prepareranno le loro creazioni a base di pitina e non solo.
Saranno chef che arrivano dal territorio e anche dall’Appennino bolognese, dal Mugello, dalla Val di Funes (BZ), dalla Germania e dalla Svezia.
Durante i due giorni di festa, ci saranno
degustazioni, incontri, presentazioni e speciali laboratori dedicati ai bambini.
A
questo link è possibile consultare il programma completo delle due giornate e prenotarsi agli eventi.
La festa della pitina era nata nel 1970 su idea della Pro Loco locale che voleva salvaguardare il prodotto tipico e locale.
Nel 2017 la Condotta Slow Food del pordenonese ha rilanciato la festa.
Ora la manifestazione torna con la sua formula originaria di mostra mercato per far conoscere la pitina, le produzioni locali e internazionali e anche il territorio della Val Tramontina. Un valle solcata dal Meduna e caratterizzata da bellissimi paesaggi e sentieri e dal lago di Redona da cui affiorano i suggestivi ruderi di una antico borgo.
La storia della Pitina IGP
La
pitina nasce nel 1800 nella zona di Frassaneit, una delle borgate del comune di Tramonti di Sotto (PN), dall’esigenza di non sprecare nulla e di conservare la carne di camoscio e capriolo.
Tagliata a coltello, la carne veniva
impastata con sale, pepe nero, aglio e erbe. Va poi lavorata a forma di polpetta.
Ricoperta di farina di polenta per chiudere i pori, va
messa sul caminetto ad affumicare in modo da preservarla più a lungo possibile.
Oggi la pitina si mangia
cruda tagliata a fette sottili dopo almeno 30 giorni di stagionatura.
Ottima anche cucinata: può essere scottata nell’aceto e servita con la polenta, rosolata nel burro e cipolla e aggiunta nel minestrone di patate, o ancora fatta al cao, cioè cotta nel latte di vacca appena munto.
L’evento è organizzato dalla Condotta del Pordenonese di Slow Food con Proloco e Comune di Tramonti di Sopra e Associazione Produttori Pitina IGP, in collaborazione con Regione FVG, Promoturismo, Concentro, Cciaa di Pordenone, Ascom e Fipe di Pordenone, Ecomuseo delle Dolomiti Friulane Lis Aganis APS e con il Patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco e del Parco Naturale Dolomiti friulane.
Info:
Festa della Pitina