Un appuntamento serale con Marina Bressan sul tema
"Eros bellezza e libertà della donna nell’opera di Gustav Klimt", giovedì 29 giugno 2023 alle ore 20.30 presso il Giardino dei Diritti a Cervignano del Friuli.
Sarà l'occasione per ascoltare le
parole della professoressa Marina Bressan, germanista, docente, traduttrice, autrice di numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative e curatrice di molte rassegne espositive.
Grazie a lei indagheremo uno degli aspetti più interessanti del ruolo delle donne nell'opera di Klimt e, quindi, nella
Secessione Viennese.
Qual era, dunque l'ambiente culturale in cui vissero le donne ritratte da Klimt?
Come influirono le loro personalità sull'opera del grande artista?
La Vienna di fine secolo
Nella Vienna di fine secolo, che emanava gli ultimi bagliori di un’epoca opulenta e colta ma con i primi sintomi di decadenza, la venerazione per la mascolinità e la stigmatizzazione negativa dell’elemento femminile, diedero avvio ad un ribaltamento dei valori civili e sociali.
Insieme al problema donna si prese coscienza dei problemi connessi con l’erotismo e la sessualità. Per salvare la sicurezza di sé, per garantire la propria identità, l’uomo reagì idolatrando e demonizzando la donna.
In questa vivisezione dell’ “enigma donna” l’opera di Gustav Klimt si addensa intorno a tutte le espressioni del femminino: la donna è creatura eterea, femmina dal sorriso beffardo, vecchia avvizzita, madre sorridente, mitica “femme fatale”, come Giuditta, le cui dita affondano nei capelli dell’uomo decapitato, circonfusa da eros, bellezza e libertà.
Ma chi si celava dietro i ritratti che tutti conoscono e che rapporto c’era tra loro e l’artista?
Committenti, donne dell’alta borghesia, muse, modelle, ma anche la madre, le sorelle, la cognata e l’amata nipotina, nonché la compagna della sua vita: Emilie Flöge.
Nella sua personale poetica esistenziale la ricerca di Klimt si esaurì dunque nella donna, unica vera vincitrice del dramma storico dell’uomo, lei dea creatrice che sopravvisse a se stessa.
Klimt muore nel 1918, nello stesso anno muoiono Egon Schiele, Kolo Moser e Oskar Kokoschka, suoi compagni nell'utopia della Secessione, nello stesso anno crolla l'impero Austro-Ungarico.
Le donne di Klimt sopravvivono sospese in uno spazio senza tempo.
La Secessione viennese, tra pittura ed erotismo
Gli artisti che aderirono ai programmi della Wiener Secession furono guidati dal pittore Gustav Klimt.
L’artista, nel 1896, insieme ad altri diciotto artisti promosse la
scissione dalla Wiener Künstlerhaus, l’associazione ufficiale e accademica degli artisti di Vienna.
Nel 1897 diede poi vita alla
Wiener Secession. Il suo avvento avrebbe caratterizzato l'ascesa del modernismo in Austria.
I pittori che aderirono alla Secessione furono accumunati dall’idea di
rinnovare la pittura ma seguirono strade diverse.
Infatti i diversi artisti manifestarono diverse concezioni estetiche che portarono a risultato molto diversi.
Gli altri artisti
Circa dieci anni dopo la scissione promossa da Gustav Klimt, intorno al 1907, le ricerche dei più noti artisti si definirono in forme precise.
Egon Schiele e Oskar Kokoschka evolsero verso un linguaggio maggiormente espressivo con soggetti intimi e intrisi di erotismo.
Gustav Klimt, che inizialmente condivise le ricerche dei due artisti, tornò a dipingere con uno stile maggiormente accademico.
Il pittore di Vienna elaborò così i suoi celebri fondi dorati e la figura della
donna-gioiello.
Info sull'incontro
Ingresso libero.
In caso di maltempo
l'evento si svolgerà
presso la Casa della Musica.
Per informazioni:
0431-388540 -
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in collaborazione con ASSESSORATO ALLA CULTURA
Info:
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