Dal Corpo Forestale le regole per la raccolta di piante commestibili
Le erbe eduli
Ora che finalmente c'è un allentamento delle restrizioni, ci ritroviamo in una primavera in piena esplosione, con la natura che è in grande spolvero.
E ora che ricominciano le passeggiate nelle aree rurali e boscate prossime alle città, riscopriamo il profumo delle erbe e dei frutti che la natura ci dona al suo risveglio dopo il lungo letargo invernale.
E' anche viva, in questa stagione, la
tradizione di raccogliere i più bei fiori o i più gustosi frutti spontanei.
Ricordiamo che è sempre meglio
lasciare intatta la natura che si attraversa nel corso delle gite, per dar modo a tutti di goderne profondamente.
Se però non riusciamo a rinunciare alla raccolta di fiori o frutti è importante sapere che le
leggi regionali regolano in modo preciso anche questo aspetto della fruizione dell'ambiente.
Anche i fiori e le infiorescenze sono protetti e normalmente non possono essere raccolti. Quelli più appariscenti, colorati e profumati spesso sono i più protetti. È anche vietato asportare bulbi, rizomi o radici della flora spontanea.
La raccolta
Le tradizioni culinarie popolari sono ricche di ricette che utilizzano germogli di ogni tipo.
Ma, come si diceva,
non tutto può essere raccolto e comunque
ci sono dei limiti di peso, in quanto la natura va rispettata e la raccolta selvaggia non è permessa.
Ci sono infatti s
pecie di cui è vietata in modo assoluto la raccolta e la detenzione anche di un solo stelo e ci sono
specie di cui è consentita la raccolta fino ad un massimo giornaliero di un chilogrammo a persona.
Proprio per questo
la raccolta non si deve fare come improvvisati raccoglitori, ma attraverso l’insegnamento di qualcuno che le conosce bene, dato che ci si può imbattere in intossicazioni anche molto pesanti.
La raccolta va fatta lontano da fonti inquinanti come strade, campi coltivati con metodi intensivi, allevamenti di animali, giardini pubblici…
Le specie che si possono raccogliere
La raccolta in Friuli Venezia Giulia di flora edule (ovvero piante che si possono mangiare) è regolamentata dalla
legge regionale 9/2007 che stabilisce i quantitativi giornalieri permessi per le varie tipologie di piante per le quali è consentita la raccolta delle parti commestibili.
Per consultare l'elenco delle specie per le quali la raccolta è vietata o consentita
clicca qui
Vi ricordiamo che le violazioni a questi divieti sono puniti a norma di legge mediante l'applicazione delle relative sanzioni pecuniarie, che possono essere anche di importo elevato poiché sono calcolate in relazione alla quantità raccolta in violazione alle norme.
Ci sono generi di piante per cui è permessa la raccolta di
un chilogrammo al giorno a persona.
A tal riguardo ricordiamo i
germogli di luppolo (urtissoni o bruscandoli), l'asparago selvatico ('sparso), l'aglio orsino, il pungitopo, il tamaro.
Per altre specie la raccolta è consentita fino al limite di tre chilogrammi al giorno a persona.
Rientrano in questa categoria sette generi tra cui gli
stringoli (sclopit o sciopettini), il tarassaco (tale o radisela), l'ortica od il sambuco.
Attenzione
Particolare attenzione deve essere prestata anche al territorio sul quale viene effettuata la raccolta.
Uno dei rischi più comuni nei boschi è la
puntura di zecca.
In questo caso il primo consiglio è la prevenzione: utilizzare abbigliamento chiaro, cospargere gambe e braccia di prodotti repellenti a base di Piretrine (repellente naturale) o Piretroidi (repellenti sintetici), controllare gli indumenti periodicamente già durante l'escursione ed ispezionare il corpo al rientro a casa.
Il Corpo Forestale
Come ogni anno la Stazione Forestale di Monfalcone ha intensificato i controlli preventivi nella giurisdizione anche per far conoscere modalità e limiti di raccolta delle parti eduli delle piante, nonché per ricordare i divieti vigenti all'interno delle numerose aree protette.
Per ogni ulteriore informazione si può contattare la Stazione Forestale di Monfalcone al numero 0481 960709 oppure all'email
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Fonte: Regione FVG