Già fiaccate dalla pandemia, le aziende sono finite nella morsa del caro energia e per molte sarà difficile sopravvivere; stanno perciò attuando una originale forma di protesta: bollette affisse sulle vetrine e luci spente.
Bollette in vetrina
“Una grande operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e ai clienti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette ad operare”.
Con questo intento negli scorsi giorni Fipe-Confcommercio ha lanciato la protesta ‘Bollette in vetrina’, per mettere in bella vista i conti di luce e gas, triplicati rispetto a un anno fa.
La Penisola è punteggiata di storie che si rincorrono sui social e sui giornali: a Firenze una bolletta da 140mila euro al Gran Hotel Mediterraneo, contro quella pari periodo del 2021 che era stata di 39mila euro. Sull’isola di Albarella, riporta Repubblica, Mauro Rosatti, il general manager, mostra una bolletta da 94mila euro per il periodo aprile/fine luglio, contro i 43mila dello scorso anno.
A Verona, l’hotel Saccardi di Sommacampagna denuncia un aumento del +195% sul conto dell’energia, racconta il corriere.it, mentre da Riccione la Federalberghi locale parla di aumenti medi segnalati dai suoi associati del +300% su Rimini Today.
Una situazione che ha portato anche l’hotellerie ad aderire alla protesta: stanno iniziando a comparire nelle reception o nei bar degli alberghi le prime cornici con le bollette dello scorso anno da una parte e quelle di quest’anno dall’altra.
E il confronto è impietoso e sta avendo un effetto ‘bomba’ sui conti degli alberghi.
Secondo Confcommercio che ha lanciato la protesta “la situazione sta costringendo gli imprenditori a dover scegliere tra gli aumenti dei listini, finora assai modesti, e la sospensione dell’attività in attesa di un intervento risolutivo da parte del governo”.
Che in parole povere vuol dire che, almeno su alcune destinazioni, gli alberghi aperti nel corso dell’inverno saranno pochi e quei pochi dovranno fare molta attenzione a bilanciare i conti.
La protesta delle imprese
“Questa iniziativa – spiega Aldo Cursano, vicepresidente di Fipe – ha l’obiettivo di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante anche nel tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più con il rischio nei prossimi mesi di ulteriori aumenti. Con aumenti dei costi dell’energia del 300% si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare. Per questo Fipe ha chiesto al Governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore. Un credito di imposta del 15% per l‘energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi”.
Luci spente per 15 minuti
Il 31 agosto si è tenuta, presso la sede Nazionale di Confcommercio, una conferenza stampa sull’impatto del caro energia, ormai insostenibile. Si tratta di un’iniziativa congiunta alla quale parteciperanno, oltre a Confcommercio, ANCD-Conad, ANCC-Coop e Federdistribuzione. È stata l’occasione per sottoporre alla politica e alle istituzioni richieste e proposte per far fronte alla crescita inarrestabile del costo dell’energia che si sta abbattendo in modo così drammatico sulle imprese del terziario di mercato, dei servizi e della distribuzione moderna. Per rafforzare i contenuti della conferenza stampa, si è proposto – in modo congiunto con le altre sigle coinvolte – una ulteriore iniziativa pubblica e diffusa, l’invito allo spegnimento delle luci delle attività del terziario di mercato, per 15 minuti, a partire dalle ore 12.Bollette Luce e Gas: Come Risparmiare
I Numeri del Mercato in Italia
Il mercato energetico rimane (malgrado l'attuale situazione dovuta al coronavirus) tra i più ricchi business in Italia.- Oltre 100 milioni di contratti di Luce&Gas
- Fatturato tra 300 ed i 400 miliardi di euro all'anno
- Più di 700 fornitori di servizi Luce&Gas
- Fastidiosi call center
- Insistenti venditori porta a porta
- Dispendiose campagne pubblicitarie
- ha una unica sede centrale,
- non usa call center,
- di pubblicità non ne fa,
- non usa venditori commerciali
- e con diverse app ti dà l'assoluto controllo delle Tue utenze
- SCONTO REALE (fin da subito)
- PIU' PASSANO I MESI E PIU' SCONTI MATURI
- POSSIBILITA' DI NON PAGARE PIU' LE BOLLETTE