Eurocontrol è stata istituita nel 1960 con lo scopo di garantire il controllo del traffico aereo per tutti i voli internazionali nello spazio aereo superiore degli Stati membri. L'organizzazione riscuote inoltre le tasse per i servizi della navigazione aerea e contribuisce in misura importante alla ricerca e alla formazione in tale settore. Attualmente Eurocontrol conta 41 Stati membri e l'Unione europea in qualità di osservatore.
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Aeroporti e rischio caos, l'allarme di Eurocontrol per il 2023
Anche per il 2023 Eurocontrol lancia l'allarme di rischio caos negli aeroporti internazionali Dopo il caos che si è creato negli aeroporti nell'estate 2022, Eurocontrol parte in anticipo e analizza la situazione internazionale degli aeroporti, in vista dell'incremento dei viaggiatori. Il primo vero banco di prova sarà quello di questi giorni. Le festività pasquali prima e i ponti di primavera poi inizieranno a mettere sotto stress la tenuta degli aeroporti, in particolare in Europa. Eurocontrol avverte che, se non verranno prese misure negli aeroporti europei, si ripeteranno i numerosi ritardi e cancellazioni registrati durante lo scorso periodo estivo.
L’analisi
Il tema è stato al centro di un incontro targato Eurocontrol, propedeutico alla diffusione del ‘Performance Review Report’ del 2023. In esso non vengono utilizzati mezzi termini per dire che l’estate a cui andremo incontro sarà ancora difficile in tutto il Vecchio Continente. E per questo serve l’adozione di misure urgenti da parte di aeroporti e compagnie, oltre che degli organismi preposti, per predisporre contromosse per prevenire un eventuale peggioramento della situazione. Il presidente della Commissione di valutazione delle prestazioni, Marinus de Jong, avverte che «sarà necessario uno sforzo enorme da parte di tutte le parti per evitare il ripetersi della situazione dell’estate del 2022, quando quasi un volo su due era in ritardo e numerose cancellazioni sono rimaste passeggeri bloccati negli aeroporti».I fattori di rischio
L’analisi individua in particolare due fattori di rischio su tutti.- Da una parte il perdurare del conflitto bellico in Ucraina che renderà ancora indisponibile un’ampia porzione di spazio aereo, costringendo così le compagnie a compiere salti mortali per i collegamenti.
- Dall’altra il fatto che in particolare gli aeroporti non sono stati in grado di rispondere in maniera adeguata all’annunciato aumento del traffico. Traffico, tra l’altro, ancora limitato per la mancanza di aerei e personale di cui soffrono i vettori), con una situazione che parrebbe così destinata a diventare peggiore del 2022.
Capacità sufficiente
Secondo de Jong i fornitori di servizi di navigazione aerea non sono ancora disposti a sviluppare una capacità sufficiente per far fronte all’elevata domanda. A questo bisogna aggiungere che la guerra in Ucraina continuerà ad avere un impatto negativo sulla disponibilità dello spazio aereo e sull’efficienza dei voli. De Jong si rammarica perché, se la situazione dell’anno scorso si dovesse ripetere, si verificherebbe un livello «inaccettabilmente alto» di ritardi e cancellazioni. «L’intero settore non è stato in grado di aumentare le operazioni al ritmo necessario per soddisfare l’aumento della domanda». D’altronde tutto fa pensare che il 2023 non sarà l’anno in cui il traffico tornerà ai livelli pre-covid. Per darvi un’idea di quello che resta ancora da fare, lo scorso anno il traffico nell’area Eurocontrol ha raggiunto i 9,2 milioni di voli. Sebbene questa cifra sia superiore di quasi il 50% rispetto al 2021, è ancora inferiore del 17% rispetto al 2019.All Together Now 2023 di Eurocontrol
- dare la priorità alla prima rotazione
- fornire la capacità concordata
- eseguire i piani di volo in modo disciplinato
- condividere piani e rischi locali e mitigazioni sul Network Operations Portal (PON)
- e altro a seconda della loro organizzazione.