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5€ per entrare in Europa per chi è fuori Schengen, dal 2020 la tassa dell'Etias

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Una tassa di cinque euro per entrare in Europa. È questo il prezzo che dovranno pagare i cittadini extracomunitari intenzionati a recarsi nell’area Schengen, sulla scia dell’analogo provvedimento in vigore negli Stati Uniti. La proposta, in discussione il 17 novembre 2016 alla Commissione europea, dovrebbe diventare realtà a partire dal 2020, quando entrerà in funzione il nuovo sistema di registrazione Etias.
La tassa avrà una validità di cinque anni e fa parte di un provvedimento che nasce da un’esigenza di sicurezza e di lotta al terrorismo, dopo gli attentati in Francia e in Belgio. Grazie all’Etias, infatti, sarà possibile monitorare chi entra nell’Unione europea: “In questo modo - aveva dichiarato a settembre il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, annunciando il provvedimento - noi sapremo chi sta viaggiando verso l’Europa prima ancora che arrivi. Abbiamo tutti bisogno di quelle informazioni”.
Secondo l’Ansa grazie alla raccolta dei dati prima del viaggio, con un questionario da compilare online e il pagamento della nuova “tassa di ingresso”, Etias permetterà uno screening dei passeggeri in arrivo, grazie anche al collegamento a una serie di database europei ed internazionali, per verificare il profilo di rischio legato all’ingresso di una persona in area Schengen, composta da 26 paesi di cui 22 nell’Unione Europea. Di fatto potrebbe essere un bell'affare per le casse dell'Unione, anche nell'ottica di raccogliere fondi da reinvestire in misure destinate alla sicurezza. Senza contare che con la raccolta dei dati prima del viaggio, il sistema permetterà di effettuare uno screening determinando la candidabilità della persona ad entrare nell'area Schengen. Il sistema sarà collegato ad una serie di database nazionali ed europei, pronti a dare una risposta in tempi rapidi con un semplice click. Inoltre Etias si baserà sul funzionamento del Sistema di Ingresso-Uscita (Entry-Exit System - Ees), che la Commissione Ue auspica sia adottato entro fine anno, per la raccolta di informazioni su ingresso e uscita di tutti i cittadini non Ue dal territorio Schengen.
L’Etias varrà solo per i viaggiatori provenienti dai 59 Paesi che non hanno l’obbligo di visto di ingresso nella Ue, come il Giappone o gli Stati Uniti, e per i soggiorni di tipo turistico o professionale inferiori ai 90 giorni; potrebbe però applicarsi anche ai britannici, visto che entrerà in vigore dopo la Brexit.
L’Etias potrebbe infatti riguardare anche il Regno Unito, a seconda di come evolveranno le trattative sulla Brexit, l’Irlanda, che non aderisce a Schengen, e i 4 paesi che hanno sottoscritto il trattato ma per i quali non è ancora in vigore (Romania, Bulgaria, Croazia e Cipro). Si stringono dunque le maglie per tutti i paesi che hanno l’accordo per entrare nell’Unione Europea senza visto: si tratta di una manovra che avrà sicuramente un impatto sul turismo incoming e che riguarderà, ad esempio, gli arrivi da Nord e Centro America, nonché dal Giappone. Per entrare in Europa i cittadini di questi Paesi dovranno presentare una domanda di autorizzazione, fornendo anche una serie di informazioni su di sé e sul proprio viaggio, che saranno confrontate con le banche dati nazionali ed europee. Per gli aggiornamenti e le tariffe in vigore vedi qui: https://www.schengenvisainfo.com/etias/ Fonte: UE

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